il Fatto Quotidiano, 7 marzo 2025
Salva-Milano, FI e Lega spingono. “No” di La Russa
Ora la palla del Salva-Milano passa nelle mani della destra. Il Pd ha annunciato che non lo sosterrà più. Ma ieri il sindaco di Milano Beppe Sala ha spiegato che, comunque, una legge servirà: “Va riordinata una materia che è stata normata nel 1942”. Principio su cui concorda anche Schlein, anche se poi è da vedere come la si fa, una legge. Di certo c’è che avrà un impatto significativo sulle elezioni comunali del capoluogo lombardo del 2027.
E la maggioranza di destra adesso dovrà decidere cosa fare. Sarebbe il primo caso della legislatura di un disegno di legge voluto dalla maggioranza lasciato morire nella seconda lettura al Senato.
Ma la destra, dopo l’inchiesta giudiziaria e la porta chiusa dal sindaco di Milano e dal Pd, è spaccata. La Lega spinge per approvarla lo stesso: il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva affidato tutto il dossier al suo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, che aspirerebbe a fare il candidato sindaco di Milano in quota Carroccio. La Lega spinge per approvare il testo in tempi rapidi. Lo stesso vuole un pezzo di Forza Italia, quello che fa riferimento ai settori del partito più vicini all’Ance: è il caso per esempio del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri e il senatore Roberto Rosso. Una parte di Forza Italia, infatti, sostiene che la politica non possa farsi decidere il timing di un provvedimento così importante dai magistrati. Stessa linea esplicitata ieri da Maurizio Lupi: “La Procura non detta i tempi al Parlamento”.
Chi invece frena è Fratelli d’Italia, dubbiosa fin da prima dell’inchiesta giudiziaria di mercoledì. Contrario al disegno di legge è il presidente del Senato Ignazio La Russa, che aveva già posto una questione politica: il ddl avrebbe dovuto avere un ampio consenso, come avvenuto alla Camera. Anche i vertici di Fratelli d’Italia non vogliono essere coinvolti politicamente nella questione e ora ritengono che il disegno di legge si avvii su un binario morto. Il rischio, infatti, è quello di andare contro la procura di Milano.
Per risolvere la questione la prossima settimana sarà convocata una riunione di maggioranza dove si deciderà la posizione da tenere, ma è probabile che alla fine Palazzo Chigi decida di mettere una pietra sopra sul provvedimento.
Fatto sta che a Milano c’è un partito trasversale che ritiene non ci si debba “piegare” alla Procura. Gli irriducibili del Salva-Milano. Le elezioni non sono così lontane – un paio d’anni – e tutti hanno storici rapporti col settore dell’edilizia. La presidente di Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili, è Regina De Albertis, il cui nome è circolato a lungo come possibile candidata del centrodestra.
Il settore muove miliardi in città e non è di quelli che si fa impressionare dalle inchieste, motivo per cui – seppur con prudenza nelle dichiarazioni pubbliche – il messaggio alla politica è arrivato: le nostre esigenze non sono cambiate, trovate il modo di farvene carico. Per averne un’idea basta sentire Antonella Ceschi, partner dello studio legale Bird&Bird attiva proprio nel settore immobiliare: “La situazione è aggravata da oneri troppo alti, con imprenditori incerti se ritirare i titoli per i nuovi progetti. Si è innescato un circolo vizioso – dice all’Ansa – chi dovrebbe costruire si ferma, mentre chi cerca casa fatica a trovare soluzioni. Oggi assistiamo a un’incertezza diffusa, molti non sanno se procedere con gli interventi”.
I primi a esporsi contro l’affossamento del Salva-Milano sono i centristi di Azione: “Non riteniamo che le evoluzioni nelle inchieste giudiziarie vanifichino la bontà della norma, quella del Pd è una presa di posizione strumentale”, dicono la deputata Giulia Pastorella e gli esponenti milanesi del partito. Da Iv ecco Ivan Scalfarotto, che chiede comunque di sanare lo stallo: “Il sindaco porti soluzioni, non può accadere che la città rimanga immobile”. Senza contare che, qualora fosse la destra a caricarsi la soluzione del problema, un bel pezzo di Pd – quello per mesi in trincea per la legge – tirerebbe un gran sospiro di sollievo.