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 2025  marzo 07 Venerdì calendario

Musk scrive alle basi americane in Italia

«Oddio, ci ha scritto Musk! Ma come si permette?». Chissà quale panico nelle cinque basi americane presenti in Italia – Aviano, Sigonella, Napoli, Camp Darby e Camp Ederle – non appena la casella della posta elettronica si è illuminata per segnalare una nuova mail. Mittente: il Doge, ovvero il Department of government efficiency guidato da Elon e benedetto da Trump, nato con l’obiettivo dichiarato di ridurre gli sprechi e snellire la burocrazia. Destinari: i dipendenti, anche civili, delle basi militari. Contenuto: spiegare, in cinque punti, il resoconto delle attività svolte nell’ultima settimana.

Apriti cielo. Sinistra e sindacati sono saliti sulle barricate. Tatjana Rojc, senatrice del Pd, ha chiesto l’intervento del governo «affinché sia chiarito in modo definitivo e formale che i lavoratori italiani di tutte le basi statunitensi nella penisola non sono tenuti in alcun modo a rispondere alle richieste del governo Usa».
Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, ha invece parlato di «metodo inaccettabile» e «logica aberrante» perché «ci sono limiti oltre i quali nessuno è disponibile a farsi mettere all’angolo: l’Italia ha un sistema contrattuale di tutele in grado di arginare derive autoritarie di questo tipo». A zittire le strumentalizzazioni politiche ci ha però pensato l’ufficio del Public Affairs del 31° Fighter Wings, lo stormo Caccia delle United States Air Forces di stanza ad Aviano: la direttiva inviata dal dipartimento di Musk riguardava solo e soltanto il personale americano. I dipendenti italiani, dunque, dai vigili del fuoco agli operai, dagli ingegneri agli architetti, passando per gli addetti alle vendite e i magazzinieri, non c’entrano nulla. Il motivo è molto semplice: i loro contratti si rifanno unicamente alla legislazione italiana, mica sono dipendenti governativi americani. Dunque cos’è successo? Semplice: alcuni italiani, per le posizioni che ricoprono, sono inseriti nelle mailing list federali. Come al solito, tanto rumore per nulla.

Di più: anche la paventata minaccia di licenziamento per gli americani che non avessero risposto entro quarantott’ore pare rientrata. «Alcuni di loro di altri ambiti che l’hanno già ricevuta mi hanno detto che nella mail delle “5 pallottole” è comunque sparita l’ultima riga minacciosa sul potenziale licenziamento», ha spiegato Matteo Manfron, coordinatore sindacale della Cisl Fisascat (Federazione italiana sindacati addetti servizi commerciali, affini e del turismo) di Vicenza alla caserma Ederle.
In Italia sarebbero presenti circa 12 mila soldati americani (di cui 4 mila nelle cinque basi principali sopra elencate), contando anche quelli che operano sotto bandiera Nato. Il numero delle caserme a stelle e strisce, essendo un dato sensibile e quindi non rivelabile, si aggirerebbe attorno al centinaio. «Al di là di questa vicenda (quella della mail), su cui abbiamo chiesto chiarimenti alla Commissione negoziale interforze statunitense, quello che ci preoccupa di piu è il taglio del 20 per cento delle forze americane in Europa», ha sottolineato Roberto Frizzo, coordinatore della UilTucs (Turismo, commercio, servizi) per le basi italiane, commentando il paventato programma dell’amministrazione Usa.