il Fatto Quotidiano, 6 marzo 2025
“Colloqui segreti tra gli entourage di Trump, Tymoshenko e Poroshenko”: gli Usa premono sugli oppositori di Zelensky per elezioni rapide
Organizzare elezioni presidenziali in Ucraina in tempi rapidi, subito dopo l’eventuale dichiarazioni di un cessate il fuoco ma prima della conclusione dei negoziati di pace. È questo il piano a cui lavorano sottotraccia gli Stati Uniti. Per questo sono stati organizzati colloqui segreti tra quattro personalità dell’entourage di Donald Trump ed esponenti dell’opposizione a Volodymyr Zelensky. Due, in particolare: l’ex premier Yulia Tymoshenko e rappresentanti del partito Solidarietà europea dell’ex Presidente Petro Poroshenko.
La vicenda è stata svelata da Politico che cita fonti ucraine e americane, mentre in Ucraina il tema delle elezioni, congelate dalla legge marziale, non è all’ordine del giorno. La discussione investe però le relazioni tra Kiev e gli Stati Uniti, dopo la débacle dello Studio ovale della scorsa settimana, che ha ricompattato gli ucraini intorno al loro presidente e ha portato allo stop di Washington agli aiuti militari e alla condivisione di informazioni di intelligence. Trump è convinto, contro il risultato dei sondaggi recenti, che Zelensky – definito un “dittatore”, e maltrattato, insieme al suo vice JD Vance, alla Casa Bianca la scorsa settimana – perderebbe le elezioni a causa della effettiva stanchezza degli ucraini per la guerra.
Sia Tymoshenko che Poroshenko si sono espressi pubblicamente contro la convocazione di elezioni prima dello stop ai combattimenti, così come un altro dei possibili contendenti, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko. Tuttavia “l’entourage di Poroshenko e Yulia parlano al mondo di Trump, posizionandosi come persone con cui è facile lavorare. Persone che accoglierebbero molte delle cose su cui Zelensky si oppone”, ha spiegato un esperto di politica estera repubblicano in una intervista a Politico. E l’ex presidente ucraino, negli scorsi giorni, era anche stato ospite del Partito Popolare Europeo al Parlamento Ue su invito del leader Manfred Weber. Invece Tymoshenko, che a gennaio aveva incontrato l’inviato speciale per l’Ucraina e la Russia di Trump, Keith Kellogg, a margine di una conferenza a Parigi, sta operando per convincere deputati a cambiare fazione per alterare la maggioranza parlamentare.
“Cominciamo a vedere alcune fazioni politiche muoversi. Stanno cercando di stabilire relazioni informali o usare le relazioni che hanno con il Partito repubblicano o con l’entourage di Trump per indicare la loro disponibilità a lavorare con Washington. Stanno esibendo un comportamento indipendente per mostrare a Trump che sono pronti a partecipare al suo gioco”, ha commentato Ruslan Bortnik, direttore dell’Istituto di Politica ucraina sostenendo che “le élite si sentono molto disorientate e sotto choc perché capiscono molto chiaramente che l’Ucraina sarà sconfitta senza il sostegno degli Stati Uniti”.
Fra i volti nuovi della politica interna ucraina, c’è Gennadiy Druzenko, organizzatore di un ospedale mobile. Potrebbe candidarsi a una elezione anche il direttore dell’intelligence militare Kyrylo Budanov, che gode di più fiducia che non Zelensky, anche se non di Valerij Zaluzhny. Non ci sono più esponenti direttamente filorussi in giro, a parte il deputato Yuri Boikov, ex leader della Piattaforma per la vita. Ma permane uno zoccolo duro di politici che denunciano le pressioni contro l’uso della lingua russa e contro la Chiesa ortodossa che fa capo al Patriarcato di Mosca, come il deputato Sergei Levochkin, il sindaco di Odessa Gennadiy Trukhanov, contrario al cambiamento della toponomastica associata alla Russia e all’Urss, gli ex zelenskyani Oleksiy Arestovych, Artem Dmytruk e Oleksandr Dubinsky.