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 2025  marzo 06 Giovedì calendario

Romania, 6 arresti per tentato golpe: “Struttura militare aveva legami con la Russia. Voleva nuova Costituzione e ritiro dalla Nato”

Con la tempesta per il fermo di Călin Georgescu che non accenna a placarsi e la tensione con Mosca che continua ad aumentare, le autorità romene hanno arrestato sei persone sospettate di avere collaborato con la Russia per organizzare un colpo di Stato contro il governo. La “Direcția de Investigare a Infracțiunilor de Criminalitate Organizată și Terorism“, agenzia investigativa che opera sotto il controllo del ministero dell’Interno, ha riferito che l’accusa è quella di aver formato un gruppo criminale, inizialmente costituito nel 2023 e con legami con la Russia. Il gruppo era stato formato per mettere in pericolo “la sovranità e l’indipendenza” dello Stato, “minando politicamente la capacità di difesa del Paese”. Secondo l’agenzia di intelligence nazionale rumena, SRI, il gruppo avrebbe cercato “la rimozione dell’attuale ordine costituzionale, lo scioglimento dei partiti politici” e l’installazione di un nuovo governo formato dai suoi membri: “Per raggiungere i loro obiettivi di destabilizzazione, i rappresentanti del gruppo hanno richiesto attivamente il supporto di funzionari dell’ambasciata della Federazione russa“. Il gruppo aveva “una struttura di tipo militare” che mirava a negoziare il ritiro dalla Nato, a cui la Romania ha aderito nel 2004, nonché l’adozione di una nuova Costituzione, e che puntava a cambiare il nome del Paese, la bandiera e l’inno. Gli arresti sono avvenuti nello stesso giorno in cui la Romania ha ordinato l’espulsione di 2 diplomatici russi che avrebbero appoggiato il gruppo.
Secondo quanto riferito dal ministero degli Affari esteri, le espulsioni hanno riguardato l’addetto militare, aereo e navale russo, Victor Makovskiy, e il suo vice, Evgeni Ignatiev, per presunte “attività che contravvengono alle disposizioni della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961”. Il ministero non ha fornito ulteriori dettagli. “I due diplomatici russi hanno svolto azioni di raccolta di informazioni in aree di interesse strategico e hanno intrapreso azioni a sostegno delle azioni anticostituzionali del gruppo”, ha aggiunto l’SRI nella sua dichiarazione di giovedì. La Russia al momento non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
Le tensioni tra Mosca e Bucarest aumentano di ora in ora. Mercoledì l’ambasciata russa aveva bollato le espulsioni definendole “infondate e ostili“, aggiungendo che l’ambasciata “si riserva il diritto di adottare misure di ritorsione“. Un giorno prima, martedì, l’agenzia di stampa statale russa Tass aveva riportato le affermazioni dell’agenzia di intelligence russa Svr secondo cui l’Ue starebbe cercando di interferire nelle prossime elezioni presidenziali in Romania. L’Svr ha affermato che la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha chiesto a Bucarest di impedire al candidato presidenziale Georgescu, che è emerso come il favorito nelle elezioni annullate dello scorso anno, di partecipare alla ripetizione delle elezioni a maggio. Georgescu ha elogiato in passato il presidente russo Vladimir Putin come “un uomo che ama il suo Paese” e ha definito l’Ucraina “uno Stato inventato“, ma sostiene di non essere filo-russo. A dicembre scorso, la Corte costituzionale della Romania con una mossa senza precedenti ha annullato le elezioni 2 giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre, dopo la vittoria a sorpresa di Georgescu al primo turno. Il populista di estrema destra aveva dichiarato di non aver speso nulla per la campagna elettorale, ma sono poi emerse accuse di violazioni elettorali e interferenze russe. Mosca ha negato di aver interferito nel processo elettorale rumeno.
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La scorsa settimana i pubblici ministeri in Romania hanno avviato un’indagine penale contro Georgescu, accusandolo di sostegno a gruppi fascisti, “incitamento ad azioni contro l’ordine costituzionale” e false dichiarazioni sul finanziamento della campagna elettorale e sulla divulgazione dei beni. Un tribunale di Bucarest ha poi respinto un appello di Georgescu che contestava le misure di controllo giudiziario imposte nei suoi confronti. Georgescu, che ha ripetutamente negato qualsiasi illecito, ha dichiarato lunedì fuori da un tribunale di Bucarest che si tratta di “un caso politico” contro di lui. In un caso separato, la scorsa settimana le autorità rumene hanno condotto 47 perquisizioni in 5 contee che, secondo quanto riferito, sono collegate ad alcuni dei collaboratori di Georgescu e che hanno portato alla luce un grande nascondiglio di armi, fra cui lanciagranate e pistole, e diversi milioni di dollari in contanti di varie valute. I procuratori hanno dichiarato che le accuse contro i sospettati includono “false dichiarazioni sulle fonti di finanziamento” di una campagna elettorale, possesso illegale di armi e avvio o creazione di un’organizzazione “a carattere fascista, razzista o xenofobo”. Il primo turno delle elezioni, delle quali è stata ordinata la ripetizione, è previsto per il 4 maggio. Se nessun candidato otterrà più del 50% dei voti, si andrà al ballottaggio il 18 maggio. Non è ancora chiaro se Georgescu potrà candidarsi.