Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  marzo 06 Giovedì calendario

Fine vita, il testo di Fdi: “Condizione necessaria per il suicidio assistito un percorso di cure palliative”

Dopo i falliti tentativi al Parlamento di far approvare un testo sul fine vita, è stata la Toscana a raggiungere il primo risultato con una legge regionale. Un passo avanti che ha innescato polemiche e annunci di ricorso da parte del centrodestra. E ora Fratelli d’Italia ha pronta una ipotesi di lavoro che però sembra stare un passo indietro alla storica sentenza Dj Fabo/Cappato. “Abbiamo presentato uno schema preliminare sul fine vita per affermare due principi cardine: il primo è che la vita come diritto inviolabile e indisponibile, il secondo – spiega all’Ansa il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, relatore del disegno di legge all’esame delle commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato- è l’eccezionalità del ricorso al suicidio assistito. Viene inoltre confermato il perimetro delle quattro condizioni riconosciute dalla Corte costituzionale ma diventa conditio sine qua il fatto che la persona sia inserito in un percorso di cure palliative. Per ora è una ipotesi di lavoro elaborata dal Comitato ristretto, continueremo nelle prossime settimane per arrivare un testo che abbia la condivisione più allargata possibile”.
Lo schema elaborato dal Comitato ristretto prevede due articoli. Nel primo si ribadisce l’inviolabilità della vita stabilendo che “il diritto alla vita è un diritto inviolabile e indisponibile, determinato dall’essenza dei valori fondamentali sui quali si fonda la Carta costituzionale della Repubblica”. Il secondo articolo specifica che l’accesso al percorso di fine vita assistito, disciplinato dalla proposta di legge, vale per “una persona maggiorenne affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che reputa intollerabili, tenuta in vita o dipendete da trattamenti di sostegno vitale, già inserita in un programma di cure palliative di cui alla legge 15 marzo 2010 numero 38, capace di prendere decisioni autonome, libere e consapevoli, nel rispetto dei principi costituzionali”, dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo oltre a quelli della Cara dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
“È bene che il parlamento si occupi di fine vita ma la bozza di testo presentata dal centrodestra oggi in Senato è piuttosto deludente e, se questa è la base di partenza, è preferibile non avere alcuna legge – afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi – perché rappresenta un passo indietro rispetto a quanto stabilito dalla Consulta. Già inserire il principio dell’inviolabilità e dell’indisponibilità della vita appare una enunciazione ideologica, anziché un atto normativo per dare garanzie alla libertà di scelta dei cittadini sul fine vita, ma rendere obbligatorio un percorso di cure palliative come condizione per accedere al suicidio assistito è una disposizione sadica che non tiene conto della sofferenza reale delle persone e rende la legge regressiva rispetto a quanto stabilito dalla Corte. Come +Europa abbiamo già depositato una nostra proposta in Parlamento: si parta da quella”.
“La destra ha sempre ostacolato l’adozione di una normativa nazionale per garantire la libertà di scelta sul fine vita, arrivando addirittura a impedire il lavoro parlamentare con l’ostruzionismo della maggioranza. Il possibile superamento del blocco portato avanti dalla destra è una novità – afferma la senatrice di Avs, Ilaria Cucchi – Ora mi auguro che possa proseguire il percorso di questa importante legge a partire da una condizione essenziale: il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo e sulla propria vita, soprattutto in condizioni di sofferenza estrema, deve essere garantito”. “Il vuoto normativo su un tema così delicato rappresenta una lacuna gravissima – prosegue – che viola i diritti fondamentali delle persone, privandole della possibilità di decidere come vivere con dignità fino all’ultimo istante. Dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2019 e la recente approvazione in Toscana di una legge regionale sul fine vita, è ora che l’Italia si doti, come molti Paesi europei, di una legge nazionale superando pregiudizi e resistenze ideologiche che dimostrano solo mancanza di sensibilità e coraggio. Ora basta ritardi, si è già perso troppo tempo, il Parlamento deve agire subito per tutelare la dignità e la libertà di tutti i cittadini”. “Il gruppo della Lega è impegnato nei lavori del Comitato ristretto sul ‘Fine vita’ con serietà e nella consapevolezza che si tratta di un dibattito necessario, anche alla luce delle sentenze della Corte Costituzionale. Approfondiremo i primi contributi al testo base, prendendoci tutto il tempo per le valutazioni, assolutamente necessarie, al netto delle diverse sensibilità che ci sono in ogni partito, visto che il tema richiede una condivisione più ampia possibile” afferma in una nota il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama.
“Oggi finalmente nel comitato ristretto sul fine vita si sono fatti passi avanti significativi. Il relatore Zullo ha formulato delle ipotesi di articolato su definizione, oggetto e finalità di una legge nazionale sul fine vita che riprendono in modo chiaro le condizioni poste dalla Corte costituzionale. È una novità importante, che può finalmente avviare un percorso di confronto serio e costruttivo, nella direzione da noi sempre sostenuta, e che si ritrova anche nel disegno di legge a mia prima firma. Auspico che questa nuova disponibilità, da parte della maggioranza, consenta di arrivare a una sintesi largamente condivisa per dare al paese una legge nazionale sul suicidio assistito equilibrata e rigorosa” scrive in una nota il senatore Alfredo Bazoli, vicepresidente vicario del gruppo Pd di Palazzo Madama. Bazoli è il firmatario di uno dei 5 testi di legge depositati (due del Pd; uno del M5s da parte di Elisa Pirro; uno del capogruppo di Avs, Peppe De Cristofaro e uno di FI presentato da Adriano Paroli).