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 2025  marzo 06 Giovedì calendario

Lutnick (Usa): “Anche l’Italia sarà colpita dai dazi ad aprile. Spostate qui le fabbriche”

I dazi per l’Europa, e anche per l’Italia, arriveranno il 2 aprile. «Quello sarà il giorno in cui affronteremo il problema dei commerci globali, sulla base del principio della reciprocità», conferma il segretario al Commercio americano Howard Lutnick. Lo incontriamo dopo il discorso del presidente Trump al Congresso nella National Statuary Hall, dove parla con i giornalisti e risponde anche alle domande di Repubblica. La reazione negativa dei mercati alle tariffe già imposte non lo preoccupa, e comunque non fermerà la mano di Trump, perché «le Borse un giorno scendono e l’altro salgono.
Il presidente degli Stati Uniti è preoccupato invece per i lavoratori americani farà il necessario per proteggerli e aiutarli. Sono in arrivo investimenti enormi, proprio grazie ai dazi, che favoriranno la crescita, offrendo grandi opportunità per l’occupazione e per rinvigorire il settore manifatturiero americano. La chiave sarà il rispetto dei nostri partner commerciali. È venuto il momento di cambiare il modello economico internazionale, in vigore dagli accordi di Bretton Woods. È tutta una questione di reciprocità ed equità: li tratteremo come loro trattano noi». E questo include anche l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto che agli occhi di Trump è una tassa illecita, un dazio applicato proprio allo scopo di penalizzare le aziende Usa.
Per non parlare poi dei regolamenti che frenano le grandi compagnie multinazionali, in particolare nel settore digitale. Neanche lo spettro dell’aumento dei prezzi è un freno, secondo la nuova amministrazione, perché «quello che genera l’inflazione non sono i dazi, ma stampare moneta. Se smetteremo di farlo i prezzi scenderanno, e con loro i tassi d’interesse». E poi le tariffe sono anche uno strumento per finanziare lo Stato, sostituendo le tasse domestiche raccolte dal fisco dell’Internal Revenue Service: «Costituiscono la base dell’External Revenue Service che lo rimpiazzerà», come ha ripetuto in varie occasioni lo stesso presidente Trump, ispirandosi al suo predecessore William McKinley.
Quindi anche l’Italia deve aspettarsi i dazi dal 2 aprile?
«Tutto il mondo deve aspettarseli, dovrà rispettare la reciprocità delle tariffe commerciali. Se volete evitare o abbassare i dazi, potrete semplicemente cancellare o abbassare quelli che imponete a noi. È semplicemente una questione di equilibrio, equità ed uguaglianza. Se avete una tariffa su di noi, dovremmo avere una tariffa su di voi. Si tratta solo di equilibrio, e penso sia un modo ragionevole e rispettabile di vedere la questione. Quindi i dazi scatteranno a partire dal 2 aprile. Quelli imposti ora riguardano i confini e il traffico di fentanyl. Il 2 aprile invece sarà è il giorno delle tariffe commerciali reciproche».
Oltre a cancellare i nostri dazi, decisione che compete ai governi, l’unica alternativa per evitarli che hanno le aziende private è fabbricare i loro prodotti negli Usa?
«Certo, puoi sempre evitare le tariffe costruendo in America. Questo è il punto: produci negli Usa e non paghi le tariffe. Per questo vedrete così tante aziende venire in America, e costruire qui, perché così eviteranno di pagare i dazi. Daranno lavoro ai nostri cittadini e questa è la chiave per la politica America first. Prendersi cura dei lavoratori americani e trattare i nostri partner commerciali in modo equo. Non stiamo cercando di essere ingiusti, ma l’esatto contrario, cioè giusti. La chiave è la reciprocità: a seconda di come ci tratti, noi tratteremo te allo stesso modo».
Nel suo primo giorno come segretario al Commercio, lei ha incontrato la sua controparte europea Maroš Šefcovic. Avete fatto progressi?
«Abbiamo fatto progressi, possiamo seguire un percorso insieme. Abbiamo avuto conversazioni davvero molto buone e interessanti. Le opportunità per due grandi economie come quella dell’Unione Europea e degli Stati Uniti sono così straordinarie, così enormi, se riusciamo ad uscire dall’assurdità burocratica e dal mondo ingiusto in cui abbiamo vissuto finora, entrando invece in un mondo di giusta reciprocità. Possiamo eliminare le regolamentazioni, gli ostacoli che ci costano solo soldi, per commerciare liberamente tra di noi. Così possiamo creare il potere di condurre gli scambi in modo equo e aperto. Se lo faremo, penso che vedremo crescere tanto l’Unione Europea, quanto l’America. Però è necessaria una riduzione della regolamentazione e delle assurdità».