Il Messaggero, 6 marzo 2025
Como, trovarono mille monete romane (da 9 milioni di euro), il Ministero della Cultura dovrà pagargli una ricompensa: ecco a quanto ammonta il premio
Nel 2018, durante i lavori di ristrutturazione dell’ex Teatro Cressoni di Como, vennero trovate mille monete d’oro di età romana. E adesso, dopo una lunga vertenza, il tribunale di Milano ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti del ministero della Cultura, intimando il pagamento del premio che la legge riconosce a chi rinviene beni di rilevante valore archeologico a favore di ’Officine immobiliari’, la srl comasca che trovò il tesoro.
Il tesoro ritrovato
Quello che venne scoperto è un vero e proprio tesoro: più di mille monete d’oro risalenti all’epoca romana, tre anelli, una pepita e un lingottino dello stesso materiale. Un valore stimato sul mercato di oltre 9 milioni di euro, probabilmente ben più alto per gli appassionati di numismatica visto che il tesoro era composto da monete degli imperatori Onorio, Valentiniano III, Leone Primo, Artemio e Lidio Severo, pezzi molto rari coniati quanto l’Impero romano d’Occidente era in piena decadenza e si stava rapidamente avvicinando al suo crollo.
A quanto ammonta il premio
Il decreto emesso dal tribunale di Milano è l’approdo di una lunga vertenza incentrata sulla corresponsione di un premio che la legge quantifica in una dote «non superiore al 25% del valore del ritrovamento».
Secondo i consulenti numismatici di Officine Immobiliari, le mille monete romane varrebbero sul mercato internazionale tra i 9 e gli 11 milioni di euro, stima che il ministero dimezza essendone negata, per legge, l’esportazione. Il valore viene quindi indicato in circa 4 milioni e 901mila euro. Sempre il ministero aveva poi ritenuto congruo un premio del 9,25%, pari cioè a circa 453mila euro, salvo infine liquidarne soltanto 73mila. Il tribunale di Milano ha ingiunto al ministero della Cultura di pagare immediatamente altri 295.233 euro. Officine Immobiliari, nelle operazioni di recupero del tesoro composto dalle mille monete, aveva investito circa 400mila euro. La somma era servita per consentire la prosecuzione degli scavi e per consentire alla Soprintendenza di eseguire le lavorazioni del caso, finanziando anche i successivi studi numismatici.