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 2025  marzo 05 Mercoledì calendario

Giochi online, pubblicità, denaro in prestito: il registro scolastico elettronico diventa un mercato


Giochi elettronici e offerte commerciali: li trovi dove non te l’aspetti. Persino sul registro elettronico scolastico, lo strumento di comunicazione per eccellenza che mette in relazione la scuola italiana con le famiglie degli studenti. Ogni giorno il servizio “ClasseViva” viene utilizzato da 300 mila insegnanti in 2800 scuole: sulla piattaforma vengono riportati ritardi, assenze, voti, materiali didattici, compiti da fare a casa e lezioni svolte in classe. Il registro elettronico è fornito dal Gruppo Spaggiari, colosso dell’education in Italia. Nato nel 1926 come casa editrice man mano l’azienda di Parma si è trasformata in una società di software che genera un fatturato di 33 milioni di euro (dati 2022).
Minigames e contenuti commerciali
All’interno del registro elettronico – strumento imprescindibile che ha snellito le comunicazioni con le famiglie e che permette alla scuola di risparmiare ogni anno centinaia di tonnellate di carta – finiscono sotto accusa varie sezioni, accessibili sia dall’area genitori che da quella in uso dagli studenti. La sezione dei Minigames (ma ce n’era davvero bisogno?) si trova nei “Contenuti Extra”. E poi c’è la parte dei Servizi agli Studenti, piena zeppa di link che portano a siti commerciali o a servizi a pagamento ben profilati e costruiti a misura dei veri o presunti bisogni di famiglie e studenti.
Dallo psicologo al doppio diploma
Navigando si scopre così che sull’app del registro elettronico è possibile prenotare un servizio di benessere psicologico, «un primo colloquio gratuito» di terapia individuale o di coaching. Ma anche una consulenza di sessuologia. Fino ad arrivare a proposte di prestiti studenteschi (“restituiamo opportunità. Dream Big, Plan Smart”), corsi di lingue, soggiorni-studio e l’offerta del doppio diploma. In questo bazar online si arriva anche nello Scuola Shop del sito Spaggiari (tra i primi 10 più visitati in Italia) definito «il più grande contenitore di prodotti e servizi per il mondo della scuola. Offre più di ventimila prodotti».
La denuncia: la scuola non può essere veicolo di comunicazioni commerciali
Il registro elettronico ClasseViva è utilizzato da 2,5 milioni di genitori e da 1 milioni di studenti sparsi in tutta Italia. Ad aver scovato contenuti commerciali sul registro elettronico della figlia è Giovanna Garrone, project manager di Torino. Ha subito segnalato il caso al liceo Galileo Ferraris: la dirigente scolastica Antonietta Mastrocinque ha preso in carico il problema. «Il registro elettronico è lo strumento ufficiale e legalmente individuato per le comunicazioni scuola- famiglia. Per me è gravissimo che veicoli pubblicità e servizi commerciali», spiega Garrone. «Sul registro ClasseViva troviamo una gamma di proposte commerciali che spaziano dal tutoraggio per ripetizioni e supporto allo studio, ai prestiti per finanziare il proseguimento degli studi; dall’orientamento ai servizi per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Ritengo che la scuola non possa farsi veicolo di comunicazioni commerciali in maniera subdola».
“Intervenga Valditara”
Valentina Chinnici, presidente nazionale del Cidi, il Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti, commenta: «Riteniamo gravissimo che uno strumento didattico ed educativo per eccellenza si trasformi in una sorta di cavallo di Troia per veicolare messaggi pubblicitari fuorvianti e diseducativi». Chinnici, da docente di Lettere in una scuola media di Palermo si sofferma sull’offerta dei servizi di psicologia: «Sono il plus ultra della disonestà intellettuale, un’inaccettabile speculazione sulla salute mentale dei nostri studenti». Le proposte sono veicolate, tra l’altro, su una piattaforma che ogni scuola paga con canoni annuali che rappresentano un’importante voce di costo nei bilanci degli istituti scolastici Chinnici rivolge quindi una proposta al ministro Valditara: «Si faccia subito una piattaforma unica: l’azione pedagogica e il rapporto con le famiglie va gestito in maniera pubblica e trasparente e i dati personali e quelli valutativi non possono rimanere un giorno in più in mano ai privati».
Il modello francese
«La richiesta di un’infrastruttura digitale scolastica del ministero» era già stata avanzata al Secondo Meeting Nazionale dei Patti Digitali che si è svolto a fine gennaio a Milano dalla docente Federica Patti, ex assessora comunale ai Servizi Educativi di Torino. L’invito è stato rivolto all’onorevole Marianna Madia (Pd) e alla senatrice Lavinia Mennuni (Fdi), presenti all’incontro. «Scuola che vai, registro che trovi», ha detto la professoressa Patti, evidenziando più di una criticità sul tema. E ha chiesto: «Perché in Italia non si pensa a un registro elettronico statale e gratuito come quello, ad esempio, utilizzato dai colleghi francesi?». La senatrice di maggioranza Lavinia Menunni componente della quinta Commissione Bilancio e della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha concluso i lavori con la promessa «di riportare al ministro il suggerimento» della prof torinese. Era il 31 gennaio, oggi il tema torna di attualità.