la Repubblica, 5 marzo 2025
Una deterrenza nucleare condivisa tra Francia e Ue: la proposta di Macron allarma l’estrema destra
Una deterrenza «condivisa» tra la Francia e altri Paesi europei. Emmanuel Macron ha aperto a una possibile svolta nel nuovo contesto di disimpegno dell’America di Donald Trump. «Se i colleghi vogliono avanzare verso una maggiore autonomia e capacità di deterrenza, allora dobbiamo aprire questa discussione» ha spiegato Macron che stasera alle 20 si rivolgerà alla nazione in un discorso sull’Ucraina e sulla situazione internazionale. Ora che l’ombrello americano non sembra più così garantito, persino il futuro cancelliere tedesco Friedrich Merz ha invocato una condivisione della sicurezza nucleare.
Lo sguardo, per forza di cose, va verso Parigi. La Francia è l’unico paese dell’Ue dotato di arma atomica, e dispone anche di un arsenale totalmente indipendente, a differenza del Regno Unito, che ha una tecnologia americana. L’apertura di Macron a forme di condivisione della deterrenza ha scatenato attacchi dall’estrema destra che già parla di «tradimento nazionale», tanto che il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, ha dovuto precisare: «La deterrenza è e resterà francese». Parigi, ha spiegato il ministro, manterrebbe sempre il controllo sulla progettazione e produzione delle armi. Il capo dello Stato – che ha i codici nucleari – continuerebbe a essere quindi l’unico a decidere sul loro utilizzo.
Macron aveva parlato già nel 2020 di possibile dialogo e partecipazione a esercitazioni con altri paesi alleati dell’Ue. Secondo Bruno Tertrais, uno dei massimi esperti europei della deterrenza nucleare, ci sono discussioni confidenziali con alcuni partner europei. «La logica francese non è quella di estendere un ombrello, ma semplicemente di constatare che siamo legati da destini comuni, dalla geografia e da cooperazioni economiche in tutti i settori in modo più forte rispetto al legame tra Stati Uniti ed Europa» precisa a Repubblica Tertrais, autore di vari saggi sul tema, tra cui «Il Presidente e la Bomba».
Il rischio di un abbandono strategico dell’Europa da parte degli Stati Uniti è stato spesso enfatizzato in passato dalla Francia. «Ora questo rischio diventa più reale», analizza Tertrais che prevede due scenari. Nel primo, alcuni Paesi europei decidono di avere una sorta di «polizza complementare» all’ombrello americano rivolgendosi alla Francia e al Regno Unito. Questa condivisione, spiega l’esperto, «potrebbe concretizzarsi con visite o rotazioni delle forze aeree strategiche francesi, ovviamente senza le loro armi nucleari» spiega l’esperto.
Nel secondo scenario, improbabile ma non più impossibile, prevede un disimpegno totale degli Usa dal continente, una «rottura del contratto transatlantico di sicurezza» in vigore da decenni tra le due sponde dell’Atlantico. «A quel punto – prosegue – francesi e britannici dovrebbero reinventare un meccanismo di deterrenza europeo basato solo sulle forze francesi e britanniche”.
L’esperto fa notare che ci sono problemi di compatibilità operative e si tratta comunque di un percorso di lungo periodo. «Non si può semplicemente collocare qualsiasi missile o aereo ovunque e in qualsiasi momento. Non accadrà domani che i Paesi Bassi o l’Italia possano imbarcare missili francesi. È costoso e complicato. Ancora più costoso e complicato sarebbe il dispiegamento di armi nucleari francesi su suolo straniero». Concretamente quello che sarebbe possibile, prosegue Tertrais, sono «forme di condivisione più ristretta dei rischi e delle responsabilità nucleari». «Ad esempio, le forze di Stati europei non nucleari potrebbero partecipare alla pianificazione di operazioni aeree nucleari, come già avviene all’interno della Nato. Un aereo cisterna tedesco potrebbe prendere parte a un’operazione condotta da bombardieri nucleari francesi, oppure potrebbero essere coinvolti velivoli spagnoli per la difesa aerea».
In termini percentuali, la dissuasione nucleare rappresenta oltre il 10% dell’intero bilancio della difesa francese, pari a circa 58 miliardi di euro nel periodo 2024-2030 per il mantenimento dell’operatività delle forze strategiche come sottomarini nucleari lanciamissili balistici, forze aeree strategiche con missili nucleari aria-superficie, testate nucleari. Secondo Tertrais, la Francia non arriverà a chiedere un contributo finanziario ad eventuali partner. «Per una ragione semplice: non vorrà mai che il budget destinato alla deterrenza nucleare dipenda da un voto al Bundestag o al Senato italiano».