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 2025  marzo 05 Mercoledì calendario

Il Jurassik Park degli amici di Musk: ecco il “topo lanoso”, primo passo per resuscitare il mammut

Abbiate fiducia in lui. Da grande sarà un mammut. Non inganni l’improbabile accoppiata tra una zazzera alla Trump e il musetto spaurito intimidito dai flash: il “topo lanoso” appena creato dagli scienziati è il primo passo verso il ritorno in vita di una specie estinta 4mila anni fa: il mammut.
La ricetta per resuscitare un mammut
Questa almeno è l’idea dell’azienda biotech americana Colossal Biosciences, che nella sua presentazione vanta uno stretto rapporto di amicizia con Elon Musk, punta a riportare in vita specie estinte tra cui appunto il Mammuthus primigenius e ha mostrato grande abilità anche nel raccogliere il consenso degli investitori.
Per resuscitare un mammut lanoso – è l’idea degli scienziati della Colossal – bastano due passi. Il primo è conoscere il suo patrimonio genetico (e alcuni frammenti di Dna sono stati trovati abbastanza ben conservati nel ghiaccio). Il secondo è prendere una specie simile (l’elefante asiatico) e apportare tutti gli interventi genetici necessari per trasformare il suo Dna in quello di un mammut.
La tecnica non prevede l’inserzione di geni del mammut nel Dna dell’elefante, ma nella riscrittura in laboratorio di quest’ultimo.
I primi passi sui topolini
Essendo l’elefante una specie difficile da maneggiare, nonché protetta, gli scienziati di Colossal sono partiti da una cavia murina. Nei topi di laboratorio gli scienziati hanno inserito i 7 geni che un tempo fornivano ai mammut la loro pelliccia calda e uno strato di grasso sotto la pelle. I cuccioli sono nati quindi con una forma ben tondeggiante e una peluria adatta ai climi siberiani.
È ancora poco per parlare di ritorno alla vita del mammut, hanno commentato gli scienziati del campo, che hanno letto perplessi la notizia in un comunicato stampa anziché in un articolo scientifico, e non avevano quindi neanche troppi dettagli su cui ragionare. Né è chiaro quando, risolto oggi il problema del pelo, si passerà ad affrontare quello delle zanne.
L’entusiasmo della biotech Usa
Ben Lamm invece, l’imprenditore che guida la Colossal, ha definito “adorabili” i topolini lanosi e ha salutato con entusiasmo il “primo passo verso la de-estinzione del mammut” che sarà seguita, nei piani dell’azienda, da quella del dodo e della tigre della Tasmania.
Modificare sette geni del pelo è un’impresa non banale ma fattibile per la scienza di oggi. Di tutt’altra dimensione sarà la sfida di ricreare il patrimonio genetico del mammut per intero: serviranno migliaia di mutazioni genetiche contemporanee, che potrebbero creare interferenze fra loro. Per alcuni genetisti è come voler raggiungere la Luna appoggiando una scala sopra l’altra.
Ammesso comunque che riesca nell’impresa di creare un embrione con il Dna del mammut, la Colossal dovrà affrontare quello della gestazione, che negli elefanti dura quasi due anni. L’idea – ambiziosa – è realizzare un utero artificiale abbastanza grande da ospitare la crescita del pachiderma.
I ricchi finanziatori
Per raggiungere i suoi obiettivi la biotech fondata da Lamm e guidata da un genetista di Harvard brillante quanto controverso come George Church ha raccolto di recente 400 milioni di finanziamenti privati, provenienti tra gli altri da Paris Hilton e Tom Brady, ex campione di rugby che siede anche nel consiglio d’amministrazione. Il valore totale dell’azienda che ha sede a Dallas è di 10 miliardi di dollari.
Nell’annunciare al mondo la loro iniziativa, nel 2021, Church aveva tranquillizzato chi credeva sì nel successo dell’azienda, ma temeva uno stravolgimento dell’equilibrio naturale: “I mammut sono la versione coccolona dei velociraptor. Sono vegetariani, non potranno mai minacciarci”.