Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  marzo 05 Mercoledì calendario

Pitbull morto abbandonato in una valigia a Torino. In un anno 924 uccisioni e più di mille casi di maltrattamento


Il corpo senza vita di un giovane Pitbull è stato scoperto ieri mattina all’interno di una valigia rossa abbandonata sulle sponde del Parco Stura di Torino. Due cittadini, insospettiti dalla insolita presenza del bagaglio, hanno allertato le autorità. Sul posto sono intervenuti la polizia municipale e i volontari dell’Enpa del capoluogo piemontese, che oggi hanno diffuso la notizia.

«Il cane non presentava ferite evidenti né tracce di sangue – spiegano gli attivisti della Protezione Animali -, ma era privo di microchip, rendendo impossibile risalire al proprietario». Non è raro che cani di questo tipo restino «anonimi». Spesso provengono da cucciolate casalinghe, allevamenti abusivi, scambi concordati dopo accordi presi via web, spesso in piazzole dell’autostrada o in ambienti urbani degradati e, di fatto, mai alla luce del sole. Perché spesso la scelta di avere animali di questo tipo non è dettata dall’amore per la razza, che non è neppure tra quelle riconosciute dall’Enci, dalla Fci e dagli altri enti della cinofilia internazionale, ma semplicemente dalla moda e dalla volontà di ostentarlo come status symbol, nella convinzione che quello stesso status, in certi contesti, un cane considerato pericoloso o da temere può conferire di riflesso anche a chi lo possiede.
Non sono ancora chiare le circostanze in cui è avvenuto l’abbandono del cadavere. «Secondo alcuni residenti – dicono ancora dall’Enpa -, la valigia non era lì nelle prime ore del mattino, segno che potrebbe essere stata abbandonata poche ore prima del ritrovamento». Ovvero in pieno giorno. Il corpo esanime dell’animale è stato trasferito all’Istituto Zooprofilattico del Piemonte per accertare le cause della morte, mentre le autorità valutano l’apertura di un fascicolo contro ignoti.
L’Ente protezione animali è da tempo in prima linea nel denunciare l’aumento dei casi di maltrattamento e di inutile crudeltà a danno degli animali, anche quelli domestici. Il caso di Torino si inserisce in un quadro sempre più preoccupante. Nel 2024 i casi di maltrattamento censiti dall’ente sono stati 1.153, mentre le uccisioni di animali hanno raggiunto quota 924. I cani sono le vittime principali (44,83%), seguiti dai gatti (20,69%). Ancora più allarmante è il coinvolgimento dei minorenni, responsabili del 5% dei reati segnalati, spesso con atti di estrema crudeltà.
Di fronte a questa escalation, le richieste di riconoscimento della pericolosità sociale da parte dell’Enpa sono passate dal 5% del 2023 al 19,5% nel 2024, segnale che la violenza sugli animali è spesso il preludio ad altre forme di pericolosità per la comunità.
Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa, lancia un appello:
«La crudeltà contro un animale non è un episodio isolato, ma un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Episodi come quello di Torino raccontano una realtà socialmente deviata. Il ritrovamento di questo giovane pitbull in queste modalità ci lascia immaginare il peggio.
Denunciare è il primo passo per fermare la catena di violenza. Sempre più spesso, atti di crudeltà sugli animali vengono esibiti come trofei sui social, rendendo il fenomeno ancora più inquietante».
Ma cosa fare se si assiste o se si ha notizia di un maltrattamento? L’Enpa
Enpa invita i cittadini a segnalare ogni abuso sugli animali, contattando le forze di polizia  o rivolgendosi alle sedi territoriali dell’associazione. Ogni denuncia può fare la differenza, non solo per l’animale coinvolto, ma per la sicurezza dell’intera comunità. «Il caso del Pitbull di Torino – sottolinea l’associazione – non deve restare un episodio isolato nel dibattito pubblico: serve una presa di coscienza collettiva per contrastare i maltrattamenti e garantire agli animali maggiore tutela, riconoscendo la crudeltà nei loro confronti come un serio segnale di pericolosità sociale».
Proprio oggi, tra l’altro, con la relazione illustrativa del senatore Manfredi Potenti (Lega), che p anche membro dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente, è iniziato nella commissione Giustizia del Senato, l’iter del disegno di legge sui reati contro gli animali già approvato alla Camera come AC30 Brambilla lo scorso 24 novembre. Il testo prevede, tra l’altro,  pene aumentate per i reati contro gli animali, tra cui l’aumento della condanna fino a 4 anni nel caso di uccisione non necessaria aggravata dalle sevizie, il che significa carcere (fino a 3 anni invece la detenzione di fatto non c’è mai) per i responsabili.