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 2025  marzo 04 Martedì calendario

Intervista a Salvatore Esposito

Il suo 2024 si è chiuso con la pubblicazione di “Le streghe di Lourdes”, il suo 2025 si apre con l’uscita nei cinema di “Nella tana dei lupi 2 – Pantera”. Salvatore Esposito, ospite di Tintoria nella puntata di martedì 4 marzo, fa capire di essere molto attivo sul lavoro: «Sto scrivendo un soggetto per un film in Italia e un altro in Francia, dove stiamo anche sviluppando un progetto».Dall’incontro con Maradona e quello mancato con Berlusconi al successo di “Gomorra” e l’idea dietro “Piedone”. Sono tanti i temi toccati nella chiacchierata di 1:39:54. Vediamo i principali.
Il nuovo film
Giovedì 6 marzo esce nelle sale italiane il film “Nella tana dei lupi 2 – Pantera”. La pellicola, già distribuita a gennaio nei cinema statunitensi, nasce con un errore di traduzione perché “Thieves”, del nome originale ("Den of Thieves 2 – Pantera"), passa da significare “ladri” a essere “lupi”. «Credo che sia più accattivante – commenta Esposito -Nella storia del cinema ci sono dei titoli tradotti in italiano totalmente diversi rispetto a quelli americani che tu dici “Ma che ci azzecca”, però ci sono dei successi clamorosi». La curiosità di Daniele Tinti e Stefano Rapone passa a cosa veniva distribuito nei cestini del pranzo sul set. L’attore risponde: «C’era un catering fisso. Se ti viene un languorino alle 10 del mattino, quando inizi, o alle 18, c’è il catering. Vai lì, ti può fare il toast o l’omelette». La differenza dall’Italia si vede ancora di più nei set più importanti, scherza: «Qui ti portano una pizza bianca rinsecchita, cioè che la mangi e tipo fa scracrac. Ma non è la pizza, sono i tuoi denti. In alcuni set di livello altissimi, c’è il cuoco. Non è che gli puoi chiedere l’aragosta, ma quello che hanno te lo preparano al momento. Noi abbiamo girato praticamente in Spagna a Tenerife tutti e due mesi, quindi abbiamo mangiato bene, molto tapas e pesce». Tra gli attori che hanno composto il cast si è creato un bel clima: «È stato un set veramente molto divertente, siamo siamo ancora in contatto con un gruppo WhatsApp che si chiama Panteras». Nel suo terzo progetto internazionale, Esposito ha dovuto recitare la parte di un serbo: «I Panteras sono un gruppo di ladri di lusso ed hanno origini miste, soprattutto balcaniche e quindi utilizzano come lingua comune il serbo. Mi sono preparato su tutta la parte action, così come sulla lingua tra serbo e inglese».
I grandi attori
Su Pantera c’è anche Gerald Butler, il Leonida di 300. Esposito lo racconta: «Nel gruppo manda messaggi e a volte mette le emoji. È simpatico ed è un grande professionista. Era sul set con il tutore perché nel film precedente si era rotto il crociato, ma ha comunque voluto girare lui le scene action». In “Maserati:The Brothers”, il film sui fratelli che fondarono la casa automobilistica a Bologna, ha recitato l’ultima scena con Anthony Hopkins, premio Oscar per l’interpretazione di Hannibal Lecter. Ricorda: «Lavorarci è stato qualcosa di magico. Tra un panino con la carne e l’altro abbiamo anche parlato di Napoli. Da lì a poco sarebbe andato a Dubai perché è un bravissimo compositore.  Quando è tornato a Los Angeles ha trovato la mega villa rasa al suolo dalle fiamme». Nello stesso cast c’erano anche Jessica Alba, la cui popolarità è esplosa grazie alla serie tv Dark Angels, e Andy Garcia, candidato all’Oscar come Vincent Mancini ne “Il Padrino – Parte III”. «In queste persone ho riscontrato una grande umiltà – ha commentato – quando ho incontrato Andy era al camper trucco, si è alzato e mi ha abbracciato».
Ricky Gervais si è presentato a lui: «Da grande fan è venuto sul set di Gomorra. Noi stavamo girando a Londra un episodio della quarta stagione e lui mi ha scritto su Instagram chiedendomi come andava. L’ho invitato sul set ed è venuto con con la compagna». Sui social è stato contattato anche da Todd Phillips, il regista di Joker: «Non era ancora uscita la notizia ma già me ne aveva parlato. Si era presentato come un regista e sceneggiatore americano. Da grande fan mi ha proposto di prendere un caffè». Esposito non ha mai incontrato Silvio Berlusconi, domanda che viene sempre fatta nel podcast: «È un rimpianto.
Oltre gli schieramenti politici, credo che tutti avessero una cena con lui nella to-do list di 50 cose da fare prima di morire. Era un personaggio interessante e amava la canzone napoletana».
L’incontro con Maradona
«Per me è dio, al di là delle questioni calcistiche». Salvatore Esposito, noto tifoso del Napoli, apre così il capitolo Maradona. Il loro incontro è avvenuto al Teatro San Carlo: «Celebravamo i 30 anni dell’ultimo Scudetto del Napoli. Ho trovato una persona meravigliosa. Mi ha abbracciato e mi ha detto che era un grande onore per lui. Va bene tutto, ma mi pare esagerato. Ci siamo divertiti tanto a chiacchierare e io l’ho visto palleggiare. Aveva già 53 anni con un anca sbilenca che palleggiava per 5 minuti solo col sinistro. Era comunque una roba pazzesca». Una riflessione sull’uomo dietro al calciatore: «Lì ho capito anche la fragilità di chi è cresciuto sapendo che sarebbe diventato il più forte giocatore di sempre e forse non è stato aiutato. Prima è stato lasciato molto solo e dopo è stato circondato da tanta gente che non voleva il suo bene».
Gomorra
Salvatore Esposito rivela che la sua partecipazione a Gomorra è avvenuta quasi per caso: «All’inizio facevo da spalla ai provini. Davo le battute agli altri attori che si presentavano. Quindi sapevo a memoria quelle di Ciro, Genny, Don Pietro, Donna Imma e tutti gli altri. Dopo una decina di giorni Stefano Sollima mi chiese di fare il provino per Genny». Una scelta che non fu semplice: «Loro avevano visto 1500 ragazzi, per la maggior parte erano tutti dai 18 ai 20 anni. Nella prima stagione di Genny c’era un cambio radicale che lui aveva dopo l’Honduras. Dovevi farlo per forza a livello recitativo. Ringrazierò sempre chi ha deciso di affidarmi il ruolo».
Andare a Chicago
Per la serie tv Fargo ha dovuto trasferirsi a Chicago: «Ci ho vissuto 7 mesi. Bellissima ma in inverno le temperature raggiungono anche i -34 o -35 gradi. È stato anche molto pesante perché con le allerte meteo non potevi uscire di casa». Il Covid ha fatto interrompere le riprese fino all’estate: «Ho fatto una cosa fighissima. Ad agosto mancavano due settimane di riprese per chiudere la serie. Hanno noleggiato un volo privato da Roma, dove io ero praticamente da solo insieme al pilota e al copilota e la hostess, per andare a Londra a prendere l’attrice Jessie Buckley. Insieme poi siamo volati a Chicago». Ricorda: «Non ero mai salito su un volo privato, da un lato è bellissimo dall’altro sorvolare l’oceano con questo mini aereo è terrificante. Siamo arrivati all’aeroporto di Chicago, che per il Covid era completamente chiuso ed era aperto solo nella sezione dei voli privati. Abbiamo camminato in quest’aeroporto gigante che tra l’altro è quello di mamma ho perso l’aereo». Là negli Stati Uniti ha avuto anche modo di vedere l’Nba: «I Bulls contro i Clippers, mi pare. Tra l’altro sono andato anche a mangiare al ristorante di Michael Jordan».
Da camorrista a poliziotto
Quando a Esposito viene chiesto di come vive l’attore l’idea di recitare un ruolo di un cattivo che può ispirare a entrare in un’associazione criminale, lui risponde con sagacia: «Sono andato un passo avanti. Dopo aver formato i camorristi, formo i poliziotti». Il riferimento è a “Piedone – Uno sbirro a Napoli”, serie uscita su Sky nel 2024. Eppure inizialmente c’era stata della diffidenza: «Siamo in un paese dove troppo spesso si parla a priori. È successo con Gomorra all’inizio, durante e dopo. È successo con Piedone perché temevano che noi volessimo fare una caricatura di Bud Spencer. In realtà volevamo rendere omaggio a quello che è stato un grande personaggio, un grande uomo e soprattutto una serie di film che sono stati molto divertenti e ci hanno lasciato un grande ricordo. Alessio Maria Federici è stato molto bravo perché abbiamo creato un nostro percorso che si muove nell’universo dove dove è esistito il commissario Rizzo, interpretato da Bud Spencer, e di cui il mio personaggio Vincenzo Palmieri è un po’ il figlio».
Il lavoro in un fast food
Salvatore Esposito ricorda di aver lavorato al McDonald’s da giovane: «Anche full time, dai 18 ai 24 anni». Spiega: «Là dentro hai la possibilità di crescere, come è capitato a me. Puoi iniziare pulendo i bagni o stando in cassa o in cucina, come facevo a 18 anni. Dopo un anno sono stato nominato manager del locale dove lavoravo. Gestivo il personale durante quelle ore e per un certo periodo sono stato anche direttore di uno dei locali.
Poi si aveva la possibilità di entrare di andare a Milano nell’azienda, fare dei ruoli manageriali». Svela che ci sono dei controlli molto severi: «Oltre ai soliti di Asl a Nas, ogni mese arrivava un mister shopper. Dato che il locale era di un licenziatario e McDonald’s ci tiene che tu rispetti determinati canoni, veniva una persona che, senza identificarsi, valutava la qualità del servizio, della pulizia e di tante altre cose». Come fa la carne a costare così poco? «Acquistandone in quantità industriale il costo è irrisorio rispetto al pub dietro l’angolo che serve 20-30 panini al giorno. Noi in un’ora ne facevamo anche 2mila-3mila, erano dei volumi assurdi».
Il nuovo romanzo
«Mai avrei pensato di scrivere un romanzo, figuriamoci una triologia». Ammette l’attore napoletano, che presenta così “Le streghe di Lourdes": «Christian Costa, esperto in crimini esoterici e satanici, si ritroverà a dare la caccia dal primo romanzo ad un pericolosissimo serial killer e poi arriva in questo terzo romanzo dove tira un po’ le fila di questo suo percorso perché scoprirà delle cose legate anche al suo passato». Poi rivela: «Da attore sto lavorando anche per sviluppare un progetto cinematografico tratto da questi romanzi». L’idea della storia nasce infatti come soggetto per un film: «Da quando ho iniziato questo mestiere, mi sono reso conto del fatto che spesso le cose che mi proponevano o mi facevano ca**re e quindi ho iniziato a buttare giù delle idee che avevo in base ai miei desideri, in base alle storie che mi sarebbe piaciuto raccontare, personaggi che mi sarebbe piaciuto interpretare. Quando ho raccontato questa mia volontà alla casa editrice Sperling &  Kupfer, loro mi hanno detto di farci un libro, poi sarebbero arrivati il film e la serie».
La passione per l’esoterico
Esposito scende anche nei dettagli delle sue passione: «Mi piace tutto ciò che non è spiegabile, dagli alieni agli ufo. Mi sono chiesto perché, se sono pazzo o ho un disturbo. Parlandone con il mio psicologo ho capito che mi affascinano perché mi alleviano un po’ il dolore di pensare che forse oltre a noi c’è qualcosa». In particolare si sofferma sui sumeri: «Sono una popolazione che addirittura è esistita prima dei Maya e che è praticamente scomparsa dalla sera alla mattina. Sono stati poi fatti dei ritrovamenti molto affascinanti perché rappresentano delle figure che ricordano degli astronauti, dei missili, sistemi planetari dove vedono il sole al centro di tutto e i pianeti che ruotano. Stiamo parlando di non so quante migliaia di anni fa». A influenzarlo è anche la sua Napoli: «È una città esoterica a tutti gli effetti, c’è per esempio la credenza del Munaciello che può essere una figura benevola una figura avversa. Se siete graditi nella casa, potete svegliarvi con dei soldi in più nel cassettino. Nella situazione opposta potete svegliarvi con schiaffi, graffi, morsi anche se siete soli nella stanza».