La Stampa, 4 marzo 2025
Se siamo tutti coglioni, la vita da cattiva che non si è mai arresa di Stefania Nobile
È molto difficile trovare una fotografia di Stefania Nobile senza la madre Wanna Marchi. Nel 2000 erano ancora star indiscusse della tv commerciale, già cattive ma ricche e famose abbastanza da finire sulla copertina di Novella 2000 con un doppio matrimonio da favola a Miami. Non valeva nulla in Italia, ma la figlia si sposò in coppia con la madre per «cinquanta milioni di lire, a testa». Lo raccontano nella serie Netflix del 2022, “Wanna”, grande successo di pubblico e pure di critica che ripercorre la storia costantemente sopra le righe e senza mai un minimo pentimento di quella che è stata la prima, indimenticabile e in effetti mai dimenticata, regina delle televendite. «Grassoni!». «Fate schifo!». Urlavano allora e non se ne sono mai pentite. Nemmeno dopo la condanna, la prigione. Mai una scusa o un segno di rammarico per aver venduto, come direbbero loro, «biglietti della lotteria a chi fa piacere credere di poter vincere».
La promessa miracolosa dello scioglipancia e i primi guai con la legge
Tra gli anni Ottanta e Novanta Wanna Marchi diventa incredibilmente famosa per le sue televendite dei prodotti dimagranti. Con lei ci sono sempre la figlia Stefania e il mago brasiliano Do Nascimiento. Con le creme magiche dagli effetti miracolosi vendute a peso d’oro costruiscono un impero che arriva anche a 3 miliardi di vecchie lire fatturati al mese, con 350mila clienti e 102 dipendenti. Una sorta di “fabbrichetta” costruita sull’illusione di non fare più «schifo», sempre parafrasando.
Tra i prodotti rimasti nell’immaginario collettivo, insieme al sale del “maestro di vita” Do Nascimento, c’è lo scioglipancia. «Lo scioglipancia è il prodotto di cui vado più fiera, perché l’abbiamo venduto ancor prima che esistesse. Il merito è di Stefania – racconta nella serie Wanna Marchi -. L’idea le venne in autogrill. Si guardò in giro, vide che erano tutti grassi e disse: stasera vendiamo lo scioglipancia. Io rimasi spiazzata: che cos’è? Lei non si scompose: non so, rispose, vendiamolo e poi si vedrà». Anni dopo racconteranno di aver chiamato il loro “medico” la notte stessa, per iniziare la produzione di quello che ancora non esisteva. Una confezione costa 79mila lire, è «adatto a chi ama la pasta e il pane». Wanna alterna le vendite con le vicende della sua vita personale, mariti, amori e ricette. È sempre in diretta e non molla un attimo. «Amo la pasta e le ricette siciliane, ma se mangiassi così diventerei un elefante» strilla prima di rispondere a una telefonata. Parte il rumore dei telefoni che suonano, le urla ancora più forti: «Signori veloci, svelti! È una cosa entusiasmante».
Anche le centraliniste partecipano alla trasmissione, raccontano come hanno fatto con la paccottiglia inventata da un medico alle due di notte a perdere trenta chili. Sono tutte, sempre e solo, bugie. Ma funzionano.
Nel 2001 Stefania Nobile viene arrestata insieme alla madre con l’accusa di associazione a delinquere, in particolare per la gestione dei centralinisti che eseguivano truffe: l’aveva scoperto Striscia la Notizia, calamitando l’attenzione di tutta Italia. Finiscono le televendite, nel 2009 inizia il processo per associazione a delinquere e truffa con 305mila imputazioni e 142 parti civili, l’arresto, i 2 milioni di euro di risarcimenti, la condanna per entrambe a 9 anni e mezzo di carcere.
Perdono tutto, scontano la pena e ripartono con qualche lavoretto. Di loro non si parla più, se non qualche sporadico avvistamento sui media. Nel 2016 la madre Wanna è la protagonista della prima puntata de L’intervista, programma condotto da Maurizio Costanzo su Canale 5. Nel 2017 vengono scelte per partecipare all’edizione de L’Isola dei Famosi. Il pubblico però pare non aver ancora avuto il tempo di dimenticare, le polemiche sono troppe e Mediaset sceglie di non andare avanti. Si ricomincia con il lavoro, i bar e una serie di ospitate televisive su canali minori. Il ritorno, la nuova occasione senza però nessun abbozzo di riabilitazione o pentimento arriva con la serie su Netflix. È stata un successo, non solo in Italia. Dopo un premio a Cannes, arriva addirittura un’ospitata televisiva a New York. Dicono che se ne farà una seconda stagione, poi anche un film.
Riviste trent’anni dopo, pure con la patina della malinconia dei tempi andati, le televendite di Wanna e figlia sono spietate, sopra le righe, gratuitamente cattive, assolutamente irricevibili con le loro urla insultanti. Sembrano quasi simpatiche perché fanno ridere, streghe cattive ma sincere. Con la serie e il successo si riaprono le porte dei salotti più seguiti della tv. Per Stefania, per la prima volta senza la madre in uno studio tv, arriva anche l’invito alla trasmissione Belve di Francesca Fagnani.
«Alla lotteria vince uno, e allora gli altri? Non sono coglioni?», dice Nobile. Fagnani ribatte: «Non entrano in tabaccheria e c’è la minaccia del malocchio», con riferimento alle parole che madre e figlia rivolgevano a chi dubitava dell’efficacia di metodi e prodotti offerti in tv.
«Nemmeno da noi c’era minaccia. Se io le dico che lei ha il malocchio e le chiedo un tot di soldi, se me li dà è una cogliona, se mette giù è una furba. Basta con i disagiati», insiste Nobile, che non accetta repliche: «Dico basta perché non erano disagiati» Fagnani fa notare che, a rischiare, erano soprattutto persone fragili e vulnerabili: «Non è che io devo provvedere all’ingenuità», dice Nobile. Il duello va avanti tra «avete giocato sulla fragilità» evidenziato dalla conduttrice e il salvataggio in corner di Nobile: «Eh ma tanto sempre qui arriviamo».
Anche l’arresto, l’ultimo, nella nuova inchiesta della Procura di Milano su un giro di droga e prostituzione nella “Gintoneria” messa su con l’ex Davide Lacerenza, è un eterno ritorno alla sua filosofia. Se gli altri sono coglioni, il problema non è mio.