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 2025  marzo 04 Martedì calendario

Ostriche gratis offerte al Senato: l’iniziativa del meloniano Balboni contro il granchio blu

Onorevoli ostriche alla conquista del Senato. E dei palati dei parlamentari che all’ora di pranzo sono stati invitati a degustare i prestigiosi molluschi. In un ristorante stellato della Capitale? No. Gusci, cestelli e limoni faranno capolino direttamente a Palazzo Madama. Crudo e mangiato. E tutto gratis.
L’idea è del senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, che ha deciso di portare a Roma i pescatori del consorzio di Goro, il piccolo centro peschereccio a ridosso dell’area protetta del parco regionale del Delta del Po e famoso per i suoi frutti di mare. Saranno proprio loro ad aggirarsi tra i tavoli del ristorante di Palazzo Madama per fare assaggiare le ostriche agli ospiti. Dalle 12 alle 14: due ore piene. Senza stress per i senatori dato che l’aula è convocata due ore e mezza dopo, alle 16.30, per l’esame del decreto sull’ex Ilva. Ostriche a prova di digestione lenta.
Lotta al granchio blu
L’iniziativa è stata promossa da Balboni per sostenere le attività dei pescatori alle prese con il granchio blu. Il crostaceo originario dell’Atlantico occidentale continua a provocare danni all’economia del mare: le sue potenti e agili chele riescono, infatti, a rompere i gusci delle vongole. Non quelle delle ostriche, decisamente più resistenti. E per questo, anche se con gran fatica, i pescatori stanno cercando di intensificare la produzione dei molluschi pregiati.
“Sosteniamo i pescatori che stanno cercando un prodotto con cui sostituire le vongole falcidiate dal granchio blu”, è l’appello lanciato attraverso una locandina che da ieri sera circola sulle chat WhatsApp di parlamentari e giornalisti, anche loro invitati alla degustazione. Secondo le ultime stime, sono circa 1.500 le famiglie di Goro che sono state costrette a convertire la produzione, abbandonando o quasi le vongole.
L’appello
È da mesi che le associazioni cooperative e armatoriali della pesca sollecitano il governo a sostenere lo sforzo dei pescatori. A novembre, in vista della legge di bilancio, hanno chiesto al ministero dell’Agricoltura e al Parlamento di abbassare l’Iva per le ostriche dal 22% al 10% proprio per agevolare la diversificazione delle produzioni di vongole e cozze colpite dal granchio blu. Come anche sospendere i tributi per i produttori nelle zone colpite dall’emergenza del crostaceo killer.
"Con senso di responsabilità abbiamo avanzato poche proposte essenziali per fare fronte alle emergenze e mantenere le attività indispensabili dell’unico strumento di programmazione del settore”, hanno sottolineato Agci Agrital, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare.
Tra le altre richieste c’è l’eliminazione del cosiddetto ’ticket licenziamento’ Naspi, nei casi in cui lo sbarco non dipende dalla volontà dell’armatore ma dal codice della navigazione, oltre al mantenimento dell’iscrizione nei regimi previdenziali di appartenenza per i pescatori delle zone colpite dal granchio blu, in caso non riescano a pescare molluschi “in maniera esclusiva o prevalente”.
Giù l’Iva
Il Parlamento si è mostrato sensibile alla causa. Con una serie di emendamenti bipartisan all’ultima manovra, Forza Italia, Lega e 5 stelle hanno chiesto proprio di ridurre l’Iva per le ostriche dal 22% al 10%. Tutti d’accordo sulla necessità di abbassare l’imposta sulle ostriche, che oggi la stessa aliquota applicata alle uova, così come al latte in polvere per i bambini o allo yogurt. Costo per lo Stato? 200 mila euro. Ma dopo aver superato la prova dell’ammissibilità, gli emendamenti non sono riusciti a passare la prova del voto in commissione Bilancio alla Camera, dove i giochi della Finanziaria si sono chiusi senza tirare dentro l’intervento auspicato.
Alla prova del Senato
E quindi le ostriche servite a Palazzo Madama. Balboni assicura: “Ho assaggiato l’ostrica di Goro, non ha nulla da invidiare a quelle di importazione”. E allora ostriche e champagne. Anzi no, la scelta è ricaduta sul vino italiano. Cin cin.