Corriere della Sera, 4 marzo 2025
Quanto può resistere l’Ucraina senza le armi americane? E quali sono le forniture introvabili in Europa?
I 27 Paesi dell’Unione europea rappresentano collettivamente una super-potenza in grado sulla carta di competere con Usa, Cina e Russia, che resta una potenza inferiore alle altre, compensata soltanto dalle armi nucleari. Ma al cuore del problema europeo permangono le profonde divisioni interne, la mancanza di industrie belliche sviluppate e una strategia militare ancora legata ai singoli interessi nazionali, poco condivisa.
1. Quante armi produce l’Ucraina?
A tre anni dall’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina, grazie agli aiuti internazionali e soprattutto della Ue, produce oggi il 33-34% del suo fabbisogno militare. Prima del 2022 era a meno del 10%. Lo scorso 15 gennaio lo stesso presidente Zelensky ha specificato che circa il 30% arriva dall’Europa e il rimanente 40% dagli Stati Uniti.
2. Quanta autonomia avrebbe senza gli Stati Uniti?
Alle condizioni attuali la stima più ripetuta resta che, se Trump bloccasse definitivamente le forniture militari – dopo averle «congelate» oggi –, le forze armate ucraine potrebbero continuare a combattere con la stessa intensità per altri sei mesi. «Entro fine estate resteremmo a corto di munizioni e armi, specie per la difesa contro missili e droni russi. La forza Usa è data soprattutto dal contributo dell’intelligence, dai missili Patriot e dai sistemi di comunicazioni satellitari come Starlink. Aiuti che l’Europa non è ancora in grado di fornire, sebbene alcuni suoi eserciti (francese, tedesco, britannico, polacco, dei Paesi baltici e del nord europeo con Norvegia e Finlandia in testa), stiano studiando i campi di battaglia ucraini, ci confidano alti ufficiali dello Stato maggiore di Kiev.
3. Cosa forniscono gli Stati Uniti?
Joe Biden prima di terminare il suo mandato aveva incrementato gli aiuti all’Ucraina. Si stima che se nulla mutasse, l’arrivo di armi Usa continuerebbe sino a fine 2025. Ma non sono escluse circostanze impreviste. Gli analisti notano che, specie dopo il fallimento del summit di Washington con Zelensky, Trump avrebbe comunque i poteri per bloccare gli invii. Ci sono diversi tipi di armamenti made in Usa che l’Europa non produce. Come i pezzi di ricambio e le munizioni per i corazzati Bradley, indispensabili mezzi di appoggio per le fanterie dovunque presenti sul fronte del Donbass. Altre armi introvabili nella Ue sono i missili Himars e gli Atacms. Le industrie belliche Usa producono i proiettili per le artiglierie standard modello Nato da 155 millimetri: gli ucraini ne chiedono oltre un milione e mezzo all’anno. E le industrie europee solo ora si stanno attrezzando per aumentare i ritmi di produzione.
4. Cosa manca all’Europa?
Armin Papperger, presidente del Rheinmetall, il più grande gruppo industriale bellico tedesco, ha sottolineato come arsenali e depositi europei restino semivuoti. Le industrie non sono ancora riuscite a rimpiazzare le armi inviate in Ucraina dall’inizio della guerra e ciò è il risultato degli imponenti tagli ai budget della Difesa voluti dai governi Ue dopo la fine della Guerra Fredda. Secondo l’esperto militare ucraino Oleg Katkov gli europei potrebbero comprare dagli Usa quelle stesse armi che Trump intende bloccare per l’Ucraina. Nel Donbass droni, artiglierie e corazzati vengono usati in modo massiccio per sopperire alla mancanza di soldati nelle trincee. Secondo Politico, l’Europa ha le capacità finanziarie per prendere il posto degli Usa, in modo graduale. Bruxelles da due settimane sta lavorando a un pacchetto che supera i 20 miliardi di euro. E tutto lascia credere che il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz sia determinato a costruire la «piena indipendenza» militare Ue dagli Usa. I prossimi 6 mesi rappresenteranno la prova del nove per tali ambizioni.