la Repubblica, 2 marzo 2025
Microplastiche nei coriandoli
Carnevale all’insegna dei rincari dei prezzi, ma anche dell’inquinamento prodotto da coriandoli e stelle filanti in plastica, sempre più diffusi nelle città. C’è il rischio inquinamento: la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) avverte invece sui rischi ambientali legati al Carnevale.
"Se fino a qualche anno fa i beni simbolo del Carnevale, ossia coriandoli e stelle filanti, erano realizzati solo in carta, materiale che si decompone in modo piuttosto celere impiegando circa 6 settimane, oggi tali prodotti sono sempre più spesso realizzati con materiali plastici altamente inquinanti – spiega Sima – Questo perché si cerca di rendere l’aspetto di coriandoli e stelle filanti sempre più attrattivo per i consumatori, ricorrendo a colori metallizzati o fosforescenti e coperture in glitter. Decorazioni e colorazioni che si ottengono attraverso l’uso di microplastiche le quali, terminato il periodo di festa, permangono nell’ambiente e possono impiegare anche 600 anni per decomporsi del tutto”.
Il rischio non è solo ambientale ma anche sanitario, evidenzia Sima: “Microplastiche e nanoplastiche inquinano mare, acqua, terra e aria ed entrano nel nostro organismo attraverso gli alimenti che mangiamo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo, mettendo a rischio le arterie con conseguente maggiore rischio di infarto o ictus, e provocando danni alle ossa, al sistema endocrino, respiratorio, nervoso, oltre che a quello riproduttivo.
"Per questo, in occasione del Carnevale, rivogliamo un appello ai sindaci di tutta Italia affinché emanino ordinanze, come fatto dal Comune di Venezia, volte a vietare l’utilizzo di coriandoli e stelle filanti in plastica sul territorio”, afferma il presidente Sima, Alessandro Miani.
Ad intervenire sul tema degli aumenti dei prezzi è il Codacons, che segnala come frappe e castagnole, ma in generale l’intero settore dei dolciumi, stia risentendo della crisi delle materie prime. “A febbraio il burro prosegue la sua corsa al rialzo e, sulla base dell’ultimo dato Istat, registra prezzi in crescita di quasi il +20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. – rivela il Codacons – Andamento analogo per il cacao, i cui listini al dettaglio aumentano del +15,4% su base annua, con conseguenze sul cioccolato, che segna un rincaro medio del +9,9%. Più contenuto, ma sempre rilevante, l’incremento dei prezzi delle uova: +2,5% a febbraio”.
L’intero settore dolciario viene così colpito dalla crisi delle materie prime, e a risentirne sono i dolci tipici del Carnevale: “frappe e castagnole registrano al dettaglio rincari medi tra il +6% e il +8%, con i prezzi che variano dai 7 euro al Kg ai 50 euro al kg, a seconda se si acquisti al supermercato o in un esercizio specializzato, ma che possono arrivare, come nel caso di una nota pasticceria, anche a 100 euro al kg”, conclude il Codacons.