Libero, 3 marzo 2025
La gara di sci che ripercorre la fuga di un re svedese
Lo sport è la continuazione della guerra con altri metodi. La storpiatura della celebre massima di Clausewitz suona paradossale oggi ma lo sport è nato proprio con quegli intenti bellicosi. «Sport e patria sono due concetti strettamente legati», disse il colonnello Viktor Balck nell’orazione ufficiale delle olimpiadi di Stoccolma del 1912. Dieci anni dopo, sempre in Svezia, la sera del 19 marzo 1922 il giornalista e sciatore Anders Pers pronunciò un discorso famoso: «Oggi le persone vivono in condizioni confortevoli, il che mette in pericolo la resilienza e la forza della specie. Questo pericolo di fragilità, debolezza e degenerazione ha reso necessario lo sport come sforzo consapevole per mantenere e aumentare la forza della specie».
Nel dicembre precedente Pers, caporedattore del Vestmanlands Läns Tidning, sfogliando vecchi numeri del suo giornale, notò un articolo di rievocazione della fuga del principe Gustaf Vasa da Mora verso la Norvegia avvenuta 400 anni prima. Ai tempi, si parla del 1520, la
Svezia era parte di un vasto regno nordico con Danimarca e Norvegia, sancito dall’Unione di Kalmar e divenuto in pratica preda dell’egemonia di Copenaghen. Gustaf cercò di sollevare gli svedesi contro i danesi ma i suoi conterranei sulle prime non ne vollero sapere e il principe cercò rifugio sui monti. Gli svedesi sono gente riflessiva cioè dai riflessi lenti e a un certo punto cambiarono idea e mandarono i due migliori sciatori a inseguire il fuggitivo. I Fidippide biondi si chiamavano Lars Jakobsson e Engelbrekt Jonsson e raggiunsero il giovane principe dopo una corsa sugli sci di 90 chilometri. Gustav tornò indietro e guidò gli svedesi a fare un mazzo così ai danesi.
Pers volle onorare l’epopea del fondatore della Svezia moderna, che sotto la dinastia Vasa sarebbe diventata una grande potenza. I Vasa avrebbero dato anche tre re alla Polonia per poi diventare la marca di gallette integrali più famose al mondo. Trasformarsi in biscotti è il destino dei re, come dimostrano da noi i Savoiardi. Pers discusse l’idea con il suo collega della capitale, Ernst Klein del Dagens Nyheter. Insieme iniziarono a ideare una lunga gara di sci di fondo che avrebbe seguito il percorso della fuga di Gustav Vasa (in realtà, come sempre, si tratta di cose per lo più inventate: a un certo punto gli storici fecero notare che Gustaf non sapeva nemmeno sciare). Vinta la resistenza di scettici e poltroni, il lavoro dei due giornalisti diede presto risultati. Il 19 marzo 1922 si tenne la prima “Vasalopp” con 119 partecipanti. Dopo più di un secolo, la gara è un evento che attira migliaia di partecipanti da tutto il mondo. Ieri si è tenuta la 101° edizione con 15800 sciatori alla partenza. Ha vinto Alvar Myhlback, 18 anni, il più giovane di sempre in uno sport dove di solito trionfano gli atleti esperti. Il suo commento all’arrivo: «Ora posso morire felice».