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 2025  gennaio 25 Sabato calendario

Biografia di Eugenio Taccini

Eugenio Taccini (1943-2025). Ceramista. «È l’ultimo vero maestro della ceramica. Perché della ceramica ne aveva fatto un’arte. Eugenio Taccini se ne è andato il dopo che per mesi ha affrontato una malattia incurabile che sapeva di avere. “So di essere alla fine”, diceva a chi considerava amico e lo era andato a trovare – anche in questi giorni – all’ospedale di Empoli. Montelupino, anarchico nel midollo, Taccini era nato nel luglio 1943 e aveva rivoluzionato radicalmente il genere della ceramica: la usava come tela per dipingere, la faceva diventare una scultura, ne celebrava la materia originaria riportandola dal passato e facendola vivere con le “zaffere”, che sono manufatti dal colore blu. “Il mare di Montelupo”, diceva. Allievo di Venturino Venturi, autore di una serie straordinaria di maschere e di una bellissima collezione di Arlecchini, si era messo a lavorare su Pinocchio: i suoi pannelli ceramici che hanno anche illustrato un’edizione, in italiano e in lingua inglese, di Pinocchio edita da Carlo Cambi editore nel 2000. Nel Parco di Collodi sono sue le installazioni di ceramica. Un mondo calato nella tradizione ceramista di Montelupo che – a differenza di quello odierno, spesso solo ed esclusivamente orientato non si capisce bene a che cosa – aveva permesso di avere artisti come Aldo Londi, Bruno Bagnoli e Beppe Serafini. Taccini aveva la solita “pasta” di questi artisti ma aveva l’anarchia dentro, l’inquietudine di fare, la voglia di sperimentare: era un istintivo, oltre che un uomo gentile. Sapeva dipingere benissimo, anche se la pittura – un suo amore da giovane – l’aveva tralasciata: sono pochissime le tele che ha lasciato. E dire che le sue opere sono state esposte a San Francisco e a Philadelphia. E dire che i suoi lavori sono andati a impreziosire ad alcuni sedi dell’Asl e al Comune di Montelupo, al quale era legatissimo. Tanto da donargli – di recente – dieci opere. Nel 2000 Taccini ha avuto una gloria mediatica. Era l’epoca del Barattolino del gelato Sammontana: quel manufatto fu ideato e pensato da lui. Quel fatto lo visse come un gioco, un modo di coniugare arte e idea commerciale. A Montelupo aveva installato alcuni suoi “Ciclisti”: statue a grandezza naturale, di varie dimensioni, che sono sopra una bicicletta. Parlare di lui è come parlare di qualcosa di grande. Di talmente grande che si può solo intuire: la sua bottega – che era nel centro del paese – è stata per anni il ritrovo di chiunque amasse l’arte o volesse ascoltare la sua voce. Taccini è stato un intellettuale che non ha mai saputo di esserlo. E il suo carattere – a volte così polemico e volitivo – era solo una variante umana di una bellezza così complicata e affascinante. Non chiedeva molto, Eugenio. Non ha mai chiesto molto. E ha sempre dato tutto. Tutto di sé. Alla ceramica. E agli altri» [Innocenti, Cds].