Anteprima, 2 gennaio 2025
Tags : Paolo Benvegnù
Biografia di Paolo Benvegnù
Paolo Benvegnù (1965-2024). Cantautore. «Un maestro del cantautorato degli anni Duemila, è morto il 31 dicembre nella casa di famiglia a Toscolano Maderno, sul lago di Garda. L’ha portato via a 59 anni un malore improvviso. Nato a Milano il 14 febbraio 1965, nel 1993 aveva fondato gli Scisma, una della band più popolari della scena indie italiani degli anni Novanta, per poi dedicarsi a una intensa attività da solista. Viveva fra Firenze e l’Umbria, dove risiedeva da diversi anni. Benvegnù era simbolo del cantautorato “altro”, dove la profondità andava a unirsi con una piacevolezza espressiva accessibile a tutti. Pur restando fuori dai giri più mainstream, Benvegnù ha conquistato negli anni una credibilità e un rispetto che andavano molto oltre i confini della scena indie. “Ciao Paolo, che bello averti incontrato. Buon viaggio amico mio”, ha scritto sui social Brunori Sas. Anche Malika Ayane ha pubblicato una foto di Benvegnù con la didascalia “fa male” e un cuore spezzato, a cui segue un video di una sua recente esibizione, mentre “ciao Paolo, grazie per i tuoi sorrisi” è il tributo de La Rappresentante di Lista. Commosso il ricordo di Stefano Bollani e Valentina Cenni: Benvegnù era stato ospite del loro programma Via dei matti n.0 su Rai 3 il 30 dicembre. “Sconvolti”, hanno scritto sui social. In quello studio l’ospite Benvegnù aveva definito “il cantautore un ricercatore di cose non utili, nel senso che tutto deve essere teso all’utile, perciò noi brancoliamo nell’inutile. Ma chi dice cosa possa essere veramente utile? Ad esempio io trovo utilissimo vedere i bambini correre nei prati. Non portano denaro, ma portano gioia”. Un artista fuori schema, rigoroso ma mai polemico, che nel 2024 aveva vinto la Targa Tenco per È inutile parlare d’amore, giudicato il miglior album in assoluto della stagione. Non è stato l’unico riconoscimento della sua carriera, tra il Premio Ciampi con gli Scisma del 1998 a quello del Mei come miglior tour nel 2004. Un artista in grado di parlare a tutti senza scendere a compromessi, elegante ma capace di metafore efficacissime. Uno che sapeva scrivere canzoni per interpreti del calibro di Mina, Irene Grandi o Marina Rei, di ricantare con talento Cosa sono le nuvole, scritta da Modugno e Pasolini, e di dettare le regole del cantautorato indie insieme al suo “gemello” Marco Parente. Da poco aveva pubblicato la ristampa dell’esordio da solista Piccoli fragilissimi film in occasione dei vent’anni dall’uscita. Non voleva ottenere denaro, ma portare gioia. La camera ardente oggi presso gli spedali Civili di Brescia in via Paolo Brognoli. Seguirà nelle prossime settimane una commemorazione laica nella zona di Perugia, di cui la sua famiglia darà notizia appena possibile» [Silenzi, Rep].