Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  febbraio 28 Venerdì calendario

Biografia di Betsy Arakawa

Betsy Arakawa (1961-2025). Pianista. Moglie di Gene Hackman. «Origini hawaiane […] I due si erano conosciuti in una palestra in California, dove lei lavorava part-time mentre proseguiva parallelamente la sua carriera nella musica classica. Era la metà degli anni Ottanta e Gene Hackman ha sempre tenuto a sottolineare che il matrimonio con la prima moglie (Faye Maltese, con cui era stato sposato dal 1956 al 1986) non era naufragato per l’arrivo di Betsy. “Non ho lasciato la mia prima moglie per una donna più giovane. Ci siamo semplicemente allontanati. Ci siamo persi di vista. Quando si lavora in questo settore, il matrimonio richiede molto lavoro e amore”. Nel momento in cui l’attore si è ritirato dalle scene (senza mai fare un annuncio pubblico, se non a posteriori) si è dedicato alla scrittura, pubblicando il suo primo libro, Wake of the Perdido Star, nel 1999, a cui ne sono seguiti altri quattro, tra cui Payback at Morning Peak, un western ambientato e ispirato alla sua vita a Santa Fe. Proprio Arakawa lo aveva aiutato ad affinare la sua scrittura. “Se ho uno stile lo devo alle ripetute revisioni, ai suggerimenti degli amici e alle letture puntuali e incrollabili di mia moglie”. La coppia non ha avuto figli, ma Betsy si è sempre occupata e preoccupata dei tre figli nati dal di lui precedente matrimonio: “È difficile essere il figlio o la figlia di una celebrità. Non potevo essere sempre a casa con loro quando stavano crescendo e poi, vivendo in California, hanno avvertito il mio successo sempre sospeso sulle loro teste”, aveva raccontato l’attore […] Il loro nido era proprio la casa di Santa Fe in cui sono stati trovati morti, un’abitazione che è stata pubblicata su Architectural Digest nell’aprile 1990. Quando l’hanno presa era “orribile”, ma poi l’avevano trasformata insieme in uno spazio “leggero e slanciato” con una pianta aperta e una miscela di stili che occhieggiavano al coloniale del Nuovo Messico e al barocco spagnolo» [Franco, Cds].