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 2025  febbraio 03 Lunedì calendario

Biografia di Alice Cooper (Vincent Damon Furnier)

Alice Cooper (Vincent Damon Furnier), nato a Detroit, in Michigan, il 4 febbraio 1948 (77 anni). Rockstar • Scelse il suo nome d’arte su suggerimento di una tavola Ouja (si usa per comunicare con gli spiriti): gli disse che una strega del 17esimo secolo di nome Alice Cooper si era reincarnata in lui (o almeno così racconta) • «Il padrino dello shock rock. I suoi spettacoli sono passati dall’essere esibizioni frenetiche culminanti in cuscini di piume squarciati, a produzioni macabre in cui pugnalava bambole e subiva una finta esecuzione. Anche se negli ultimi anni i suoi show sono diventati più ironici» [Britannica] • Tra le presenze costanti sul palco con lui, un boa attorcigliato alle sue braccia • Alice Cooper su Alice Cooper: «Lo considero un idolo americano. La gente può travestirsi da Zorro, da Batman, o da Alice Cooper». «Lascio che la gente veda me, un tizio normale, e poi dico: “Se vuoi vedere Alice, lo vedrai allo show di stasera, e non mi assomiglierà per niente”» [Hughes, 2013, Esquire].
Titoli di testa «Gli adulti fanno la morale a ciò che facciamo sul palco, ma i ragazzini no, perché sono intelligenti».
Prima «Non sono un rappresentante di Satana, gioco nell’altra squadra. Mio padre, mio suocero, mio nonno: erano tutti pastori» [Russo, 2024, MessaggeroVeneto] • Suo padre «poteva predicare tutto il giorno, e poi essere affascinante, raccontare barzellette. In questo gli somiglio. Amava anche la musica: Sinatra ed Elvis. Quando arrivarono i Beatles, rimasi sorpreso quando disse “Sì, sono piuttosto bravi”, perché gli altri genitori dicevano “Oh, no!”» [Rees, 2011, Guardian] • «Sono stato il secondo e ultimo figlio, nonché il primo maschio, a nascere da Mickey ed Ellen Furnier, e sono arrivato due anni dopo mia sorella maggiore, Nickie. Sono stato battezzato Vincent Damon Furnier. Il giorno in cui sono nato, il 4 febbraio 1948, faceva molto freddo a Detroit. Non mi è mai piaciuto il tempo lì. Da bambino, so che ero piuttosto attraente e precoce, e anche un po’ furbo. Mio padre era, ed è tuttora, un ministro della Chiesa di Gesù Cristo, che è una specie di ramo della chiesa mormona, ma molto diversa. Ad ogni modo, appartenevamo a quella che si potrebbe definire la classe medio-borghese. Non c’erano mai molti soldi, ma non avevamo nemmeno fame. Tutti i miei conoscenti erano più o meno nelle stesse circostanze» [Spec, 1974] • «I miei parenti erano come personaggi dei film degli anni Quaranta. Mio zio Lefty era un playboy, viveva a Los Angeles e usciva con Ava Gardner. Non credo di averlo mai visto senza lo smoking, un Martini in una mano e una sigaretta nell’altra. Mio zio Vince possedeva una sala da biliardo. Era un ex pugile e ogni partita di biliardo illegale di Detroit era organizzata da lui. I miei zii venivano e si sedevano a fumare, bere e guardare le risse in tv. A sette o otto anni mi sedevo in mezzo a loro e inalavo tutta questa roba. Erano molto divertenti» [Rees, cit.] • Da bambino prendeva la notte di Halloween «molto seriamente» • «Quando avevo sette anni i miei genitori, mia sorella ed io andammo in California a vivere con una zia e uno zio che avevano una casa con piscina nella San Fernando Valley. Non avevo mai visto una piscina prima, e sono rimasto molto colpito. Ho deciso lì per lì che un giorno avrei avuto una piscina tutta mia, e sapevo che ce l’avrei fatta. […] Allora ero magro, non in modo eccessivo, ma comunque magro, e il mio viso era stretto, con lineamenti leggermente irregolari, ma non sgradevoli. I miei genitori erano di origine francese […]. Mio ​​padre si spostava in continuazione per lavoro, e dopo due anni in California ci trasferimmo a Uniontown, in Pennsylvania, vicino alla sede della chiesa, e vivemmo lì per altri due anni. Poi, quando avevo undici anni, ci trasferimmo in Arizona, poi di nuovo in California, e poi di nuovo in Arizona, in tempo perché potessi iniziare la scuola superiore. Persi un intero anno scolastico a causa di una malattia, quindi alle superiori avevo un anno in più rispetto alla maggior parte degli altri ragazzi della mia classe. Avevo preso l’appendicite, ma non sembrava grave, finché non diventò un brutto caso di peritonite, che se è grave può mandarti al creatore – e infatti sono quasi morto. […] Sono stato in ospedale per un mese e mezzo» [Spec, cit.] • «Se avevo bisogno di un quarto di dollaro per comprare qualcosa, rubavo un dollaro dalla borsa di mia madre, ne spendevo un quarto e mettevo il resto nel cassetto del comò di mia sorella, dove mia madre lo avrebbe sicuramente trovato. […] Il mio hobby preferito da bambino era costruire modellini, ne avrò costruiti a migliaia, automobili e aeroplani. L’altra mia grande passione era la corsa su lunghe distanze, che ho praticato per tutto il liceo. Ero un bravo studente e andavo bene a scuola. Piacevo molto agli insegnanti e facevo di tutto per essere affascinante e divertente in classe. […] gli insegnanti mi hanno sempre amato. […] la scuola mi è piaciuta. […] Quelli sono stati alcuni degli anni migliori della mia vita» [ibid.] • Nell’annuario del liceo, sotto la sua foto, aveva fatto scrivere che la sua ambizione era «vendere un milione di dischi».
Gruppo Inizia a esibirsi nel 1964 a Phoenix, quando ha 16 anni, con i chitarristi Glen Buxton e Michael Bruce, il bassista Dennis Dunaway e il batterista Neal Smith. La band si chiama prima Earwings, poi Spiders, e infine Alice Cooper • «Abbiamo iniziato che sapevamo tre accordi» [Klein, 1978, Bam] • «La cosa più strana della nostra band era che era composta da atleti. Negli Alice Cooper, la band più malata d’America, eravamo tutti letterati del college. Vivevamo di Kool-Aid [bevanda gassata, ndc] e Wheaties [cereali in scatola, ndc] che rubavamo dai negozi. E poi li mescolavamo. Vivevamo tutti insieme, sette ragazzi in una stanza. Un ragazzo nella band era davvero bello. Invitava una ragazza e, quando la portava in camera da letto, noi altri frugavamo nella sua borsa e prendevamo tipo cinque dollari. Non eravamo grandi ladri. Prendevamo solo quello che ci serviva per tenere in piedi la band» • «Frank Zappa è stato il primo a credere in voi. Conoscendo il suo rigore musicale non è cosa da poco. “Quando andammo a Los Angeles eravamo una band molto indisciplinata che scriveva canzoni inusuali. Avevamo tre o quattro canzoni che duravano un paio di minuti ma avevano 25 cambi e noi eravamo in grado di eseguirle dal vivo! Quando lo vide disse: ‘Credo che neanche i Mothers (la sua band, ndr) siano in grado di farlo’. E poi, a un certo punto disse: ‘Non capisco’. ‘È una cosa brutta?’ ‘No è grandioso. E dal momento che non capisco voglio che firmiate un contratto con noi’”» [Valtorta, 2021, Robinson] • «Nei primi anni Settanta Detroit era la capitale dell’hard rock degli Stati Uniti mentre Los Angeles era un po’ Doors, un pochino più sexy; San Francisco era un piccolo paese a sé con del country rock e un po’ di acido dentro e New York era il suono dei Young Rascals. Noi non ci sentivamo a nostro agio in nessuno di quei posti per cui siamo andati a Detroit dove abbiamo incontrato Iggy e gli Stooges, gli MC5, Bob Seeger, Ted Nugent, Suzi Quatro: era il nostro posto! Io poi a Detroit ci sono nato così ero una sorta di figliol prodigo”. […] E poi voi avete creato il cosiddetto ‘shock rock’ con ghigliottine, maschere, sangue, mostri, serpenti… “Ad essere onesti noi eravamo già teatrali quando iniziammo come Earwigs e poi come Spiders. Non avevamo scelta. Era nel nostro dna. Quando ci chiamavamo Spiders (‘ragni’) ci vestivamo tutti di nero e avevamo delle ragnatele giganti tutt’intorno a noi”. Ma come vi è venuta l’idea? “A un certo punto mi sono guardato intorno e mi sono detto: ‘Ehi ma non ci sono dei cattivi nel rock’n’roll!’. Forse la cosa che si avvicinava di più era Jim Morrison ma non era un vero cattivo: era un poeta. Alice Cooper a quel punto diventò il cattivo assoluto: i genitori lo odiavano e credo di poter dire che anche buona parte delle altre band ci odiavano. Eravamo davvero una buona rock band con un po’ di sapore di Yardbirds e Who. Ma poi abbiamo aggiunto la parte teatrale con questo personaggio Alice, che non era propriamente una ragazza. E che ogni tanto appariva con delle sottovesti da donna lacerate e piene di sangue e il pubblico si chiedeva ‘Ehi che cosa è successo?’. Ma tu non glielo dicevi. Noi non ci limitavamo a dire: ‘Benvenuti nel nostro incubo’”. Cosa succedeva sul palco? “Per esempio se in Ballad of Dwight Frye si dice che Dwight Frye indossa una camicia di forza, beh, io sul palco ho una camicia di forza! E questa era una cosa che le altre band non avrebbero mai fatto. Ma noi sì. Però funziona se le canzoni funzionano: di nove ore di prove, otto riguardavano la musica e una il teatro. Molti pensavano che fosse il contrario ma noi sapevamo che avevamo a che fare con band come i Led Zeppelin o gli Stones, così ci dicevamo ‘Sarà meglio che riusciamo ad essere loro pari’”. Voi infatti non siete mai stati appassionati di magia nera come altri gruppi shock-rock… “Noi eravamo più Bela Lugosi, più ‘classic horror’: se mescoli horror, rock’n’roll e commedia con un po’ di West Side Story dentro ottieni Alice Cooper. Quello che io volevo era andare oltre qualsiasi definizione, creare qualcosa che la gente non potesse definire con le parole, che rendesse il tutto più surreale”» [ibid.] • Nel 1969, durante un concerto a Toronto, lancia sulla gente un’anguria, e poi una gallina. Che viene fatta a pezzi dal pubblico • Nel 1971 il New York Times descrive così lo show di Cooper, «a boy», e della sua band alla Town Hall: «Arrivano sul palco indossando tute attillate color argento. Poi, Alice scivola fuori dalla tuta per rivelare body neri e collant. […] Suona con diversi giocattoli sado‐masochisti: un martello, una bacchetta di plastica, un boa constrictor vivo. […] poi arriva un’infermiera e lo porta via. Lo riporta indietro un attimo dopo, con la camicia di forza. “Hanno detto che mi avrebbero lasciato uscire di qui”, canta. Poi si strappa la giacca di forza di dosso. Sul palco è stata posizionata una sedia elettrica. Ci si siede e una miriade di lampadine attorno a lui iniziano ad accendersi e spegnersi. […] Lo show finisce con Alice alle prese con un’enfatica lotta contro dei cuscini e contro se stesso, fino a scomparire in una nuvola di piume e fumo. […] In fondo, credo che un gruppo hard rock medio, ma con un cantante solista che cerca di strangolarsi con un boa constrictor, sia in qualche modo più divertente da guardare di un gruppo hard rock medio e basta» [Jahn, 1971, NewYorkTimes] • «Alice Cooper è brutto. La sua musica è brutta. Il suo boa constrictor è brutto. Perché, allora, il suo è il gruppo rock più in voga in circolazione?» [Lichtenstein, 1972, NewYorkTimes] • «Mio padre fu convocato un paio di volte dalla sua chiesa. Gli chiedevano: “Cosa sta facendo tuo figlio?” E lui rispondeva: “Sentite, è un attore, un artista. Questo è il suo senso dell’umorismo. Non è un satanista”» [Rees, cit.] • «Anche gli hippies ci odiavano. Ed è difficile fare odiare qualcosa ad un hippie» • Durante il loro primo tour furono banditi dall’Inghilterra. Sul volo che sorvolava il Paese «mi sedetti accanto a una donna anziana, avrà avuto 85 anni. Mi disse: “È da Beirut che sono in viaggio. Voglio dormire. Per favore, non svegliarmi quando arriva il cibo”. Le dissi ok. Atterriamo a Londra e provo a svegliarla. Non si sveglia. È morta. Era morta nel sonno. Scendo dall’aereo, tirano fuori il corpo e la gente dice: “Guarda che abbiamo visto che quella signora è morta proprio mentre era seduta accanto a te”. Io dico “Sì”. Allora loro fanno “Wow” e iniziano a controllare se aveva dei buchi nella gola».
Solo «Al momento dello scioglimento della band, nel ’74, nessuna causa legale o malumore ha interrotto l’amicizia fra i membri originari (il chitarrista Glen Buxton, ahimé, è morto nel ’97). Senza mai perdere un giorno, i ragazzi avevano vissuto insieme le superiori, l’università, la band, tanti soldi e sette album di platino. “A un certo punto è finito il carburante creativo, quindi ci siamo salutati”» [Biazzetti, cit.] • Furnier cambia legalmente nome in Alice Cooper e nel 1975 lancia il suo primo disco solista, Welcome to My Nightmare, che ebbe un buon successo, come Alice Cooper Goes to Hell uscito l’anno successivo • Gli album seguenti però non saranno granché, soprattutto a causa della sua dipendenza da alcol e droga, che comincia a influenzare la qualità del lavoro (ma, con fortune alterne, ha continuato a esibirsi e suonare, fino ad oggi. Il suo ultimo album, Road, è del 2023. In tutto, da solista, ne ha pubblicati venti).
Disintossicarsi A quel tempo «pensavo che non potevo interpretare Alice Cooper senza essere almeno un po’ ubriaco» • «A un certo punto della mia carriera, quando facevo fatica persino a raggiungere il luogo dove avrei dovuto fare un concerto, ho promesso a me stesso che non avrei mai fatto più pentire qualcuno dopo avermi ingaggiato o dopo aver assistito a un mio show. Negli anni ’70 e ’80 vendere bene significava diventare ricchi, ma io spendevo più per gli aftershow rispetto a quello che guadagnavo. […] Non tornerei mai a quando avevo 25 anni, perché ero da buttare» [Garrò, 2023, RollingStone] • «Sono tornato sobrio e ho detto: “Qui è dove diventiamo Jekyll e Hyde”. Volevo poter giocare a golf la mattina, fare shopping, cenare e andare al cinema come questo tizio, e poi interpretare quel personaggio la sera. Onestamente, penso che la morte delle rockstar abbia a che fare con il dover essere sempre un personaggio. Ma il personaggio è mitico e leggendario, non terreno. È impossibile reggere senza un aiutino – e di solito si tratta di alcol o droghe» [Hughes, cit.] • Si disintossica e si converte al cristianesimo evangelico. «Nella Bibbia non c’è scritto da nessuna parte che una rockstar non può essere cristiana. Quanti cristiani sono magari dei cecchini, dei boxer o peggio?» • «Io sono stato solo fortunato, avevo una dipendenza seria e tanti prima e dopo di me non hanno avuto seconde possibilità. Però me la sono anche goduta e mi piace ancora giocarci, anche se non con cinismo. Diciamo che non sono diventato un bacchettone dopo aver passato quello che ho passato. E parlando di gruppi che non pensavo potessero arrivare ad oggi, ho visto da poco i miei amici Guns N’ Roses. Ecco, ogni volta che ci si vedeva alla fine degli anni ’80 li salutavo uno per uno abbracciandoli forte, perché poteva sempre essere l’ultima. Non ho mai visto nessuno rovinarsi come loro ogni sera» [Garrò, cit.] • Quando beveva, il suo drink preferito era whiskey e Coca-Cola • «L’antidoto choc anti-etilico di Alice Cooper: un gelato al tonno» [Di Fazio, Fatto] • È sobrio dal 1983 • Al giorno d’oggi, dice, «le droghe dietro le quinte ci sono ancora, però sono Bengay, Advil, Tylenol [antidolorifici, ndc]. Tutti i farmaci delle rockstar ora li puoi comprare da Walgreens [catena di farmacie statunitense, ndc]» [People, 2025].
Amori La sua prima fidanzata nota, Christine Frka, morì di overdose • Poi visse per un po’ di anni con Cynthia Lang • Ebbe una storia con l’attrice Raquel Welch • Nel 1976 sposò Sheryl Goddard (68 anni), ballerina e insegnante di danza. Si conobbero perché lei si esibiva nei suoi show. «Interpreta quattro o cinque personaggi e abbiamo viaggiato insieme per 45 anni» [Valtorta, cit.] • Quando ancora non stavano insieme, nelle pause del tour guardavano insieme la tv • Al picco dell’alcolismo di Cooper, Goddard voleva divorziare. «Non era mai del tutto ubriaco, ma non riusciva a funzionare, era come un vegetale. Ho dovuto firmare le carte del divorzio perché si convincesse ad uscirne». Lo fece ricoverare al New York State Hospital per disintossicarsi, da dove non poteva uscire senza il suo consenso scritto • Sono ancora sposati, e lui dice: «non l’ho mai tradita. Io sono uno dei bravi ragazzi. Se sposi la persona che ami, non faresti mai nulla che possa ferirla. Davvero, ho avuto di fronte a me donne straordinariamente belle alle quali ho detto: “Non sono interessato”. Il segreto è, nel matrimonio, restare romantici. Gli uomini sono microonde e le donne pentole a pressione. Il sesso è tutto per gli uomini: bang, pronti, andiamo. Le donne invece prima vogliono il romanticismo, altrimenti non si sentono apprezzate. Di tanto in tanto devi portare tua moglie in un motel per fare un po’ di sesso ridicolo» [Rees, 2011, cit.] • Hanno un figlio, Dashiell (1985), e due figlie, Sonora (1992), come la città californiana, e Calico (1981). Disse che almeno la metà dei pannolini dei suoi figli li ha cambiati lui, e che li aiutava anche con i compiti.
Golf «Alice Cooper vuole fare l’intervista alle otto. Del mattino. Non un orario da padrino dell’horror rock che sul palco porta camicia insanguinata e pitone e che da 50 anni terrorizza i genitori, facendosi così adorare dai figli. Non è nemmeno reduce da una notte dissoluta con i nuovi compagni di avventura Joe Perry, chitarrista degli Aerosmith, e Johnny Depp [incontrato sul set del film Dark shadows di Tim Burton, dove Cooper interpreta se stesso, ndc], nel supergruppo Hollywood Vampires», fondato nel 2015. «La cosa incredibile è che in questa band non c’è mai una discussione. Chi l’avrebbe mai detto con tre ego di questo calibro? Ci divertiamo» [Orlando, 2018, Mess] • «Mi alzo presto, leggo la Bibbia, gioco a golf, la domenica vado a messa. Ho tre figli e la stessa moglie da 42 anni. È così dagli anni Ottanta. Divenni discepolo di Cristo e cambiai stile di vita. Lui mi ha creato rockstar e, siccome ci vuole eccellenti e non mediocri, lo faccio al meglio» [ibid.] • Grande appassionato di golf, che lo ha aiutato a smettere con alcol e droga. «Ha rimpiazzato un’ossessione con un’altra» secondo sua moglie. La sua autobiografia del 2007 si intitola Golf Monster. Una volta disse di giocare sei volte a settimana.
Altro Occhi grigi, in scena sempre bistrati di nero, con un trucco ispirato a Bette Davis, per darsi un’aria cadaverica • «Potevo essere Greta Garbo, in un’altra epoca» [Mancuso, Robinson] • Nel 1978, insieme a Hugh Hefner, inventore di Playboy, restaurò le lettere della scritta Hollywood a Los Angeles: comprò una «O» in onore di Groucho Marx • Groucho Marx, che definì i suoi spettacoli gli ultimi grandi vaudeville • Salvador Dalì, che gli ha fatto un ritratto tipo ologramma. «È venuto a vedere un nostro show e ha deciso che quello era surrealismo. Disse: “È come uno dei miei dipinti che prende vita!”» [Valtorta, cit.] • Pedro Almodóvar, che da ragazzo negli anni Settanta abitava a Londra e andava ai suoi concerti • Andy Warhol, del quale aveva un quadro in cantina che si era dimenticato di avere • Una volta fece credere ai giornalisti di volersi candidare a governatore dell’Arizona • «Politica e rock’n’roll non vanno assieme. Rispetto Springsteen, Bono, Sting, ma a me non va che una rockstar mi dica per chi votare» [Russo, cit.]. «Faccio di tutto per essere apolitico. Probabilmente sono la persona più moderata che conosci. Quando John Lennon e Harry Nilsson discutevano di politica, io stavo seduto in mezzo a loro ed ero il tipo che diceva “Non mi interessa”» • Nel 2003 gli dedicano una stella sulla Walk of Fame • Nel 2013 disse: «In tutti questi anni ho perso solo il 10 per cento dell’udito, non so come sia possibile» [Hughes, cit.] visto che fino a un anno prima non aveva mai indossato i tappi per le orecchie durante le sue esibizioni. «Però sento un ronzio. Credo che tutti quelli della mia generazione ce l’abbiano» • Nel 2018 ha interpretato Erode nel musical per la tv Jesus Christ Superstar • «Ho sempre pensato a cosa potesse cantare uno come Alice Cooper sotto la doccia. “Mi spiace amico, ma sarò banale. In genere non canto, ma quando sono ispirato metto uno dei miei cilindri, prendo il bastone e intono Singin’ in the Rain” (e me la canta tutta, nda)» [Garrò, cit.].
Boa «Un tempo avevo il terrore dei serpenti. Un giorno qualcuno portò un boa constrictor nel backstage. Mi resi conto che il serpente è forse l’immagine più forte del mondo. Ho pensato, e se lo portassi sul palco e cantassi una canzone tenendolo avvolto attorno al braccio? E poi, in men che non si dica, ci ritroviamo con un serpente lungo quindici piedi, il più grande serpente mai visto. Una volta lo abbiamo perso al Marriott Hotel di Knoxville, nel Tennessee. Avevano appena finito di costruire l’albergo e noi alloggiavamo lì. Ho messo il serpente nella vasca da bagno per farlo nuotare e ho chiuso la porta. La mattina dopo mi sono alzato e il serpente non c’era più. Sul water non c’era il coperchio: il serpente era entrato ed era sceso nei tubi. Allora ho chiamato il direttore dell’hotel e gli ho detto: “Il mio serpente è sparito!”. Tirano giù i muri pur di trovarlo, ma niente, non si trova. E non avendolo trovato, sono dovuto uscire per comprarne un altro per lo spettacolo. Sapevo che il serpente sarebbe sopravvissuto per un po’ nelle fogne, perché questi animali mangiano solo una volta al mese. Passano due settimane, siamo in un’altra città. Prendo il giornale e leggo di un serpente che è arrivato nel bagno di Charley Pride [cantante country afroamericano, ndc]. A quanto pare, entrando nel suo bagno al Marriott ci aveva trovato un boa constrictor che usciva dal water. Sarà sbiancato» • I camerieri del Portobello Hotel, a Londra, avevano trovato nella sua stanza un biglietto con la richiesta di dar da mangiare al suo boa, Kachina • «E il serpente? “Non ce l’ho più. Abbiamo troppi nipotini intorno”» [Valtorta, 2021, cit.].
Titoli di coda «La sola cosa paranormale è stata la mia carriera» [Biazzetti, 2017, RollingStone].