Robinson, 2 marzo 2025
Dio, patria, e Silicon Valley
Tutto è cominciato quando Peter Thiel ha tenuto un discorso su Dio. L’occasione era la festa per il 40° compleanno di Trae Stephens, che è il partner diventure capital del signor Thiel nonché uno dei fondatori di Anduril Industries, un produttore di sistemi di difesa e armamenti ad alta tecnologia. È stata una festa di più giorni, tenutasi nel 2023 a casa di Stephens nel New Mexico. Si è iniziato con una serata in cui si è fatto il brindisi al festeggiato, seguito da un altro brindisi in suo onore e poi da un brunch con tartine al caviale, mimosa e pizza per colazione. Al brunch ( il tema era lo spirito santo), Thiel, miliardario della Silicon Valley ed esponente della destra, ha tenuto un discorso sui miracoli, il perdono e Gesù Cristo. Gli ospiti erano affascinati. «Le oltre 220 persone presenti, per lo più dei settori tecnologia eventure capital, si avvicinavano a noi dicendo: “Oh, mio Dio, non sapevo che Peter Thiel fosse cristiano”», ha ricordato Michelle Stephens, moglie di Trae. «“È gay e miliardario. Come può essere cristiano?”».
Quella reazione diede un’idea alla signora Stephens: riunire persone influenti, anche nella Silicon Valley, per parlare della fede cristiana. L’anno scorso ha fondato un’organizzazione no profit chiamata ACTS 17 Collective, che organizza eventi in cui i pezzi grossi dell’industria tecnologica e dell’intrattenimento discutono della loro fede. Per coloro che cercano non solo spiritualità ma anche affari, è un’occasione per avvicinarsi ai semidei del settore.
Thiel è stato l’oratore principale al primo evento ACTS 17 lo scorso maggio, a casa di Garry Tan, amministratore delegato di Y Combinator, a San Francisco. Ha parlato di come la teologia cristiana influenzi la sua politica e di quale dei dieci comandamenti trova più significativo. ( Il primo e l’ultimo: “Non avrai altro Dio all’infuori di me” e “Non desiderare la roba d’altri”). Un dj ha creato l’atmosfera, mixando ritmi di culto per gli oltre 200 partecipanti. A ottobre, l’organizzazione no profit ha ospitato un altro incontro a casa di Tan, questa volta con il dottor Francis S. Collins, ex direttore del National Institutes of Health, che da tempo parla di come concilia la scienza con la sua fede cristiana. Intanto Stephens sta organizzando altri eventi a San Francisco e uno a Los Angeles, e ha contattato potenziali relatori come Pat Gelsinger, ex amministratore delegato di Intel, e Ayaan Hirsi Ali, attivista e musulmana diventata critica dell’Islam e convertitasi al cristianesimo.
Il nome ACTS 17 è un acronimo (Acknowledging Christ in Technology and Society). È una vocazione cristiana un po’ controintuitiva, ha ammesso la signora Stephens: «Come cristiani ci è sempre stato insegnato di servire i miti, gli umili, gli emarginati – ha detto – penso che ci siamo resi conto che i ricchi, i facoltosi, i potenti hanno altrettanto bisogno di Gesù».
I dirigenti della Silicon Valley sono abituati a inseguire ciò che è immateriale – fortuna, scoperte, potere – ma Dio non tende a occupare un posto in alto nella lista. La Bay Area è una delle zone meno frequentate dalle chiese d’America, in cui le persone sono state più propense a soddisfare il loro desiderio spirituale con la meditazione, l’ayahuasca, il digiuno intermittente o i tuffi nel freddo. Un episodio della serie della Hbo Silicon Valley una volta ha preso in giro questo aspetto mostrando un imprenditore gay sbalordito di essere stato “smascherato” come cristiano. In un luogo costruito per superare i limiti umani, dove le persone esercitano il dominio su tutto, dalla fertilità allo spazio, trasformando persino la mortalità in un’opportunità di business, il divino sembrava, ad alcuni, obsoleto.
Thiel è stato a lungo un’eccezione all’ateismo e all’agnosticismo dei suoi coetanei. Ha detto che la fede cristiana è al centro della sua visione del mondo, che espone con un approccio eterodosso, fondendo riferimenti alle Scritture e alla teoria politica conservatrice, analizzando antichi segni e prodigi per la loro connessione con le meraviglie tecnologiche di oggi. In recenti interviste podcast, ha attinto alle profezie bibliche per mettere in guardia da un Anticristo che prometterà sicurezza da minacce esistenziali come l’intelligenza artificiale e la guerra nucleare, ma porterà qualcosa di molto peggio: un governo mondiale. Anche altri guru della tecnologia e dell’intrattenimento sembrano abbracciare la religione. L’anno scorso, Joe Rogan ha parlato dell’importanza della fede in diversi episodi del suo podcast. «Con il passare del tempo, le persone capiranno la necessità di avere una sorta di struttura divina – ha detto in un episodio recente – molte persone molto intelligenti, ignorano tutti gli aspetti positivi della religione». Elon Musk, in una recente intervista con Jordan Peterson, uno psicologo diventato una sorta di guru, ha detto di essere un «grande sostenitore dei principi del cristianesimo». Ha riassunto su X: «L’ateismo ha lasciato uno spazio vuoto, la religione secolare ha preso il suo posto. Forse la religione non è poi così male per evitare di essere tristi».
Se i rituali religiosi offrono vecchi modi di cavarsela in tempi nuovi e tumultuosi, non sorprende che stiano risorgendo ora nella Silicon Valley, che sembra attraversare un ciclo di rinascita. Le serate a quiz sul tema dell’orgoglio e le playlist del Black History Month hanno lasciato il posto ai magnati della tecnologia che festeggiano il presidente Trump, denunciano il comportamento da mammoletta dei loro giovani lavoratori e lottano per un ritorno a un’epoca passata con tassi di natalità più elevati.
Questo capovolgimento politico ha suscitato un certo scetticismo sulla nuova religiosità nella comunità tecnologica, con alcuni pensatori cristiani che si chiedono se non sia più egoistica che sincera. «Quando si guarda alle Scritture, si tratta di sostenere i poveri, aiutare gli altri, accogliere gli stranieri», ha detto Anne Foerst, teologa e informatica alla St. Bonaventure University di New York e autrice del libro God in the Machine. Ma molti ecclesiastici della Bay Area sostengono che la teologia e le Scritture offrono qualcosa di vitale alle persone il cui lavoro tecnologico tocca questioni etiche ed esistenziali roventi. «Sentiamo la necessità di far vedere alle persone come il modello di Cristo possa aiutarle a cambiare la tecnologia», ha detto Paul Taylor, un dipendente Oracle diventato pastore che guida il Bay Area Center for Faith, Work & Tech.
Con ACTS 17 la missione della signora Stephenssembra più tattica, meno mirata. I lavoratori delle start- up e della tecnologia sono abituati a inginocchiarsi davanti ai poteri del capitale di rischio e delle Big Tech. Perché non farli inchinare anche a Dio? Ogni evento organizzato dalla loro organizzazione no profit prevede una conversazione con una persona di alto profilo. Stephens si affretta a dire che ACTS 17 non ha «alcuna affiliazione politica. Stiamo solo creando uno spazio in cui le persone possano esplorare quelle grandi questioni a cui non riescono a trovare soluzioni nel mondo attuale».
Dopo il primo evento ACTS 17, un partecipante si è avvicinato alla signora Stephens e le ha detto di essere rimasto colpito dalla professione di fede di Thiel, che ha definito un «idolo» professionale: «Se venera Gesù», ha concluso, «forse dovrei farlo anch’io».