Corriere della Sera, 1 marzo 2025
La scienza si ribella all’assalto di Trump
La prestigiosa rivista Nature, fondata nel 1869 dall’astronomo britannico Joseph Norman Lockyer, chiama a raccolta la scienza internazionale per fermare l’«assalto senza precedenti» di Trump alla ricerca. L’editoriale è durissimo: «Sono state imposte restrizioni orwelliane, tra cui il divieto di studi che menzionano parole specifiche relative a sesso e genere, razza, disabilità e altre caratteristiche protette». E ancora: «È difficile esprimere a parole l’entità del danno arrecato all’impresa di ricerca statunitense... La comunità di ricerca globale deve prendere posizione».
Ai primi di febbraio, anche la rivista medica Lancet aveva lanciato l’allarme sul «caos americano». Ma ancor più angosciati sono i giornali di settore in Usa. Nelle scorse settimane Science, pubblicato dall’American Association for the Advancement of Science, aveva avvertito come «molti scienziati restano nel limbo in migliaia di istituzioni accademiche e agenzie non governative che si affidano a sovvenzioni federali per la ricerca», a causa della raffica di ordini esecutivi emessi da Trump contro «quella che lui chiama “ideologia di genere woke”». Tra finanziamenti bloccati, migliaia di licenziamenti e database sospesi, Scientific American dà voce con una lunga intervista ai ricercatori che stanno organizzando per il 7 marzo raduni «Stand Up for Science» (In difesa della scienza) in tutto il Paese, perché, come dice uno di loro, «i finanziamenti scientifici sono essenziali per il progresso americano». Più dei soldi spesi per le armi. E non solo in America.