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 2025  marzo 02 Domenica calendario

Vertice sulla difesa a Londra. Macron: “Non escludo il dialogo con Putin”

L’Occidente si spacca e si divide anche l’Unione europea. Alla vigilia del vertice di oggi a Londra per affrontare la situazione in Ucraina dopo lo scontro plateale a Washington tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, l’Ue rischia di arrivarci con l’ennesima frattura interna provocata dal fronte sovranista del Vecchio Continente. Con l’ungherese Orbán e lo slovacco Fico apertamente dalla parte del presidente americano.
Intorno al tavolo apparecchiato dal premier britannico Starmer siederanno dunque i leader di Ucraina, Francia, Germania, Italia, Danimarca, Olanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Finlandia, Svezia, Repubblica Ceca, Romania e Canada. Con loro il ministro degli Esteri della Turchia, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, e i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e Antonio Costa. L’obiettivo è capire come rispondere alla nuova emergenza. Soprattutto come mettere in piedi rapidamente una difesa di Kiev e garantire la sicurezza europea messa sotto attacco dal Cremlino e, per la prima volta dopo ottanta anni, senza la copertura degli Usa.
Prima del summit Zelensky verrà ricevuto da Re Carlo. Un incontro organizzato da Starmer proprio per marcare da che parte sta la Gran Bretagna. «Saremo al fianco dell’Ucraina – ha ribadito il premier britannico – per tutto il tempo necessario».
Ma la vigilia ha segnato appunto l’ennesima incursione del premier ungherese Orban, ormai una “quinta colonna” di Putin e di Trump dentro l’Ue. «Sono convinto – ha scritto in una lettera al presidente del consiglio europeo, Antonio Costa – che l’Unione europea, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, dovrebbe avviare colloqui diretti con la Russia su un cessate il fuoco e una pace sostenibile in Ucraina». E soprattutto ha proposto, in vista del Consiglio europeo di giovedì, di «non tentare di adottare conclusioni scritte sull’Ucraina» sulle quali porrebbe il veto. La bozza di documento preparata ieri dal Coreper (il comitato che riunisce i 27 ambasciatori presso l’Ue) prevede infatti un sostegno netto a favore di Kiev. A ruota la Slovacchia di Fico ha addirittura annunciato che non appoggerà più né economicamente né militarmente l’Ucraina: «Nutriamo delle riserve sulla strategia irrealistica della “pace attraverso la forza”, che dovrebbe servire solo come scusa per continuare la guerra in Ucraina».
Insomma il vertice di domani deve confrontarsi con una divaricazione interna senza precedenti. Basta leggere le dichiarazioni della vigilia del francese Macron per capire il clima. «Se qualcuno sta giocando alla terza guerra mondiale, il suo nome è Putin», ha detto ricordando le accuse «di giocare alla Terza Guerra mondiale» mosse da Trump al leader ucraino. L’inquilino dell’Eliseo ieri ha avuto dei colloqui proprio col presidente americano, con Zelensky, con Starmer, Antonio Costa e Mark Rutte proprio in vista dell’incontro di Londra. E ancora, se il presidente russo Vladimir Putin, non verrà arginato, «si sposterà senza dubbio sulla Moldavia e forse anche sulla Romania», avverte. Questo non vuol dire che i canali saranno del tutto interrotti. La ripresa del dialogo tra i Paesi europei con Vladimir Putin avverrà «solo al momento opportuno, quando le cose saranno stabilizzate, ma non escludo nulla», ha concluso dialogando con alcuni giornalisti.