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 2025  marzo 02 Domenica calendario

Il mondo in bilico, orfano dell’Alleanza atlantica

Cosa avviene dopo la rottura fra Stati Uniti e Ucraina consumata nell’Ufficio Ovale? Lo scontro in mondovisione fra Donald Trump e Volodymir Zelensky è stato l’anatema di diplomazia e politica. Se ne parlerà molto a lungo. Affrontiamone le conseguenze. Sulla guerra; sull’Europa; sui rapporti fra Europa e Stati Uniti; dell’Europa e degli Stati Uniti con la Russia. Quanto avvenuto fra Trump e Zelensky fa presagire che le sorti dell’Ucraina nella guerra diventino un problema esclusivamente europeo.
Offesa dall’ingratitudine di Zelensky, Washington se ne lava le mani. Da subito, tagliando immediatamente gli aiuti militari, compreso addestramento e intelligence. I negoziatori americani dell’accordo sulle terre rare, non firmato, avevano già minacciato di ritirare l’accesso ai satelliti Starlink di Elon Musk, critici per la connettività internet in Ucraina. Cosa succede all’Ucraina in guerra se rimane senza assistenza militare americana? Secondo gli analisti, Kiev non è rischio di collassi al fronte e ha sufficienti armi e munizioni per resistere almeno un paio di mesi senza ulteriori rifornimenti. Nell’immediato futuro la guerra non è persa.
Il problema si sposta sull’Europa. Ad eccezione di Viktor Orbán, si è precipitata a riaffermare l’appoggio all’Ucraina. Per passare dalle belle parole ai fatti, deve innanzitutto rimpiazzare almeno parzialmente gli aiuti Usa. Se mobilita volontà politica, capacità industriali e cordoni della borsa – le munizioni si possono anche comprare da Paesi terzi – darà a Kiev la boccata d’ossigeno e di morale necessaria per accettare un decente armistizio – non l’ultimatum prospettato da Trump a Zelensky. Il Presidente ucraino ha bisogno di garanzie per il non ripetersi dell’aggressione russa. Trump gli ha risposto che poteva fidarsi della parola di Putin. Grazie, abbiamo già dato, ha controbattuto il Presidente ucraino. Il problema delle garanzie è rimasto inevaso. Ricade sulle spalle europee.
Donald Trump è stato adamantino. Tocca agli europei. Non solo gli americani non metteranno militari su terreno ucraino, ma non forniscono alcuna controassicurazione agli europei che lo faranno. Gliel’avevano appena chiesta Emmanuel Macron e Keir Starmer. La risposta è stata un identico “no” malgrado le blandizie francesi e l’invito a Buckingham Palace di Re Carlo. La patata bollente delle garanzie è rimasta in mano europea. Senza alternative, se non di continuazione della guerra o di resa di Kiev. L’una, subordinata a un prolungato sostegno militare che difficilmente l’Europa è in grado di dare; l’altra equivalente a un’umiliazione politica e una disfatta strategica. Scelta ardua fra le tre opzioni. Sulla prima, garanzie con truppe sul terreno, non illudiamoci in una soluzione Nato o Onu. Come caschi blu, condizionati dal veto di Russia, Cina e…Usa in Consiglio di Sicurezza, ricadremmo nell’incubo imbelle di Unprofor in Bosnia. Trump e i suoi luogotenenti hanno già escluso l’ombrello Nato.
L’intera architettura dell’Alleanza Atlantica viene messa in discussione dal disinteresse geopolitico dell’amministrazione Trump per l’Ucraina, salvo che per l’acquisto scontato di terre rare. Speriamo che spendere e/o promettere di spendere di più per la difesa basti a convincere il Presidente americano a non insinuare dubbi sull’intoccabilità del perimetro Nato. I leader dei Paesi confinanti con la Russia, specie dei Baltici ex-repubbliche Urss, non dormono sonni tranquilli. Il Segretario Generale dell’Alleanza, Mark Rutte, si domanda cosa Donald Trump verrà a dire al vertice dell’Aja il 24-25 giugno. Fra tre lunghi mesi nei quali, complice la guerra dei dazi Usa-Ue in arrivo, il distacco transatlantico continuerà a consumarsi.
C’era una volta un Occidente euroatlantico che fronteggiava la Russia e ne teneva a bada il revanscismo putiniano. Quell’Occidente è oggi spaccato in due da Donald Trump. Il 47mo Presidente Usa ha realizzato quanto Vladimir Putin e precedenti inquilini sovietici del Cremlino non erano mai riusciti a fare: dividere Europa e Stati Uniti. Il rapporto Usa-Russia-Europa assomiglia sempre più a un triangolo. Di due vasi di ferro, a Mosca e a Washington, e uno di coccio fra Bruxelles, Londra, Parigi, Berlino, Roma, Varsavia, Madrid ecc. O fa lega o va in frantumi.