il Fatto Quotidiano, 2 marzo 2025
“Dal 2019 al 2023 spesa reale delle famiglie calata di oltre il 9% causa inflazione”. Si taglia su pesce e verdure, resistono cioccolato e caffè
Rispetto al 2019, prima del Covid, la spesa per consumi delle famiglie italiane si è ridotta in media in termini reali di oltre il 9% a causa dell’inflazione che negli ultimi anni ha giocato un ruolo decisivo sulle abitudini degli italiani. Il Centro di formazione e ricerca sui consumi (C.r.c.), in collaborazione con Assoutenti, ha messo a confronto i dati Istat per capire l’impatto della fiammata inflazionistica sulle abitudini delle famiglie. La spesa media mensile di una famiglia italiana è passata dai circa 2.560 euro del 2019 ai 2.738 euro del 2023, con una crescita nominale di quasi il +7%. Tuttavia nel quinquennio l’inflazione complessiva registrata nel nostro Paese è stata del 16,1%, con i prezzi al dettaglio che sono cresciuti a ritmo più sostenuto rispetto ai consumi. Quindi in termini reali la spesa per consumi delle famiglie si è ridotta del 9,1%, un trend proseguito anche nel 2024: se si analizzano gli ultimi dati Istat sulle vendite al dettaglio, si scopre che lo scorso anno le famiglie hanno speso per i propri acquisti alimentari e non alimentari lo 0,7% in più dell’anno precedente, ma hanno ridotto i volumi dei propri acquisti del -0,4%.
Analizzando le varie voci, si scopre che la spesa alimentare, rispetto al periodo pre-Covid, scende in termini reali del -8,6%, cui si aggiunge un -1% per il volume delle vendite alimentari nel 2024. Tra i prodotti colpiti dai tagli di spesa più pesanti troviamo oli e grassi (-36% a fronte di una inflazione complessiva, per tale voce, del 40%, a causa delle conseguenze della guerra in Ucraina), prodotti ittici (-22%), vegetali (-21,5%). Resistono cioccolato e dolciumi (-0,4%) mentre cresce del 12,7% la spesa per caffè e tè, abitudine quotidiana irrinunciabile per milioni di famiglie. Dal 2019 gli italiani hanno ridotto anche la spesa per abbigliamento e calzature, in calo in termini reali del -16,5%, mentre un drastico taglio si registra sul fronte della spesa per la casa (-33%), settore che, complice il caro-energia, ha registrato una inflazione del 44% negli ultimi anni, ma su cui sono intervenuti Superbonus ed eco-incentivi vari che hanno abbattuto la spesa per lavori e ristrutturazioni.
La spesa reale delle famiglie per i trasporti (acquisto auto, carburanti, manutenzione) scende del -15,8%. Ci si cura di meno, con la spesa per la salute in calo del 5%. Ma gli italiani non rinunciano alle vacanze né a mangiare fuori: rispetto al periodo pre-Covid la spesa per Servizi ricettivi e di ristorazione segna una crescita del +2,8%, conclude il Crc. Dati che, spiega Assoutenti, vanno letti e interpretati non nell’ottica di una generalizzata privazione di beni e servizi quanto in quella di una profonda modifica nelle abitudini di acquisto degli italiani.
Prima il Covid, poi il caro-bollette e l’inflazione alle stelle hanno costretto i cittadini a modificare radicalmente le proprie scelte mettendo il prezzo e il risparmio ai primi posti tra i fattori che orientano gli acquisti, commenta il presidente Gabriele Melluso. Si è assistito a un boom dei discount alimentari le cui vendite, secondo l’Istat, hanno registrato una crescita complessiva del 40% tra il 2019 e il 2024. Per abbigliamento, accessori e calzature ci si rivolge sempre di più a piattaforme di e-commerce che vendono capi e scarpe scontati, mentre per le auto, complici i lunghi tempi di attesa delle vetture nuove e i prezzi in costante crescita, una larga fetta di popolazione ha riscoperto in questi anni il mercato dell’usato.