Il Messaggero, 2 marzo 2025
Roma, la black-list dei truffatori specialisti nelle “tre carte”. «Ricercati in cinquanta»
Gli ultimi, due uomini e una donna, i carabinieri di Roma Centro li hanno denunciati a piede libero venerdì pomeriggio. Li hanno sorpresi ai Fori Imperiali che con il giochetto delle “tre campanelle” – una variante delle “tre carte”, gioco reso noto in “Totò, Peppino e i fuorilegge”, una pellicola dell’ormai lontano 1956 – stavano compiendo l’ennesimo raggiro ai danni di una coppia di turisti francesi, pronta a scommettere, o meglio a perdere, 50 euro sulla campanellina con sotto la biglia. A carico dei tre, con precedenti analoghi alle spalle, è stato notificato un ordine di allontanamento per 48 ore ed elevata una sanzione amministrativa di 100 euro. Duecento euro, invece, i militari di Piazza Venezia della Compagnia Speciale di Roma, li hanno trovati nelle loro tasche, ritenuti provento dell’attività illecita. Quel che più conta, però, è che i loro volti e nomi sono confluiti in un elenco già folto di cinquanta profili di truffatori più o meno seriali individuati dagli investigatori in azione negli ultimi sei mesi nel cuore della Capitale, nei rioni e in prossimità dei monumenti più gettonati dai visitatori. Ogni volta che vengono identificati dei sospetti, anche solo per un controllo perché assiepati a qualche angolo in attesa di prede, le informazioni acquisite approdano nel “dossier”. Ossia una lista di presunti e abili truffatori che, nel caso di denuncia da parte di qualche sprovveduta vittima, viene consultato per incastrare il colpevole. Da settembre a oggi il fenomeno, scomparso ai radar da un po’ di tempo, è tornato in auge. Nello stesso periodo i soli carabinieri in servizio nel centro storico hanno arrestato quattro persone, denunciandone almeno dieci. «Arrivare all’arresto – spiegano gli investigatori – non è semplice. Bisogna prefigurare una estorsione, altrimenti il reato da contestare è quello di una “semplice” truffa o del gioco d’azzardo». Minimo rischio, massima resa per i criminali.
L’IDENTIKIT
L’identikit del truffatore corrisponde nella totalità dei casi esaminati in gang provenienti prevalentemente dall’Est europeo. Gruppi di moldavi e romeni nomadi e itineranti per l’Europa. Molti già avvistati in azione in Francia (anche a Parigi il fenomeno è molto presente), Austria, Germania, nelle località turistiche della Spagna e del Portogallo, ma identificati per la prima volta in Italia. Segno che si tratta di bande che girano l’Europa a rotazione, con membri e tentacoli intercambiabili, spesso parenti tra di loro: madri e figli, zii e cugini. Di passaggio per una quindicina di giorni in un luogo per poi spostarsi altrove. Sul “campo”, di volta in volta, si mandano soprattutto soggetti incensurati, almeno per il Paese in cui mettono piede per la prima volta. Il che attenua di molto il pericolo di incappare in pesanti guai con la legge. Un tempo il gioco delle tre carte o campanelle, era a esclusivo appannaggio dei napoletani, come raccontato da Totò e Peppino, ma anche dei romani. Memorabile l’ultima scena di un altro film degli Anni ‘70, “Febbre da Cavallo”, quando Mandrake, Pomata e Felice, incalliti scommettitori ai cavalli, perdono i soldi per il treno al gioco delle tre carte mentre sono in stazione e sono costretti a sfuggire ai controllori sul treno per viaggiare gratis.
LE PREDE
Scene per certi versi familiari, viste e riviste nei dintorni delle stazioni o tra i banchi del mercato di Porta Portese da intere generazioni. Non dalle ultime, però, che infatti fanno fatica a riconoscere i maghi della truffa e sono tra le prime, insieme con i turisti d’Oltreoceano, a cadere nella trappola. Tra le prede più facili, stando alle denunce e segnalazioni, figurano inaspettatamente i diciottenni e ventenni. «Non conoscono il gioco, non l’hanno mai visto – aggiunge il maggiore Roberto Martina, comandante della Compagnia Roma Centro – vengono ingolositi dai complici di colui che conduce il gioco, i quali, ben vestiti, si spacciano per turisti qualsiasi, simulando un passaggio di mano di soldi vinti e persi che contribuisce a rendere il tutto verosimile. Solo quando dopo ci si accorge di essere stati ingannati, scoppiano le liti e le forze dell’ordine intervengono». Dopo quelli della cosiddetta “generazione X”, i più “spennati” sono gli americani, cittadini extraeuropei ignari del trucchetto, convinti di potere scommettere come fossero a Las Vegas. Le puntate variano in banconote da 20, 50 e 100 euro. Insomma un altro alert per albergatori e gestori di b&b da dare ai propri ospiti: occhio ai Totò e Peppino arrivati dall’Est.