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 2025  febbraio 28 Venerdì calendario

Il diritto d’autore nell’era dell’Intelligenza artificiale

L’Ufficio del Copyright degli Stati Uniti (US Copyright Office) ha recentemente pubblicato un rapporto che stabilisce un principio fondamentale: le opere create interamente dall’intelligenza artificiale non possono essere protette da copyright. Questa decisione, definita storica, ha implicazioni significative per artisti, musicisti e creatori che utilizzano strumenti di IA nel loro processo creativo. Secondo il rapporto, affinché un’opera sia idonea alla protezione del diritto d’autore, deve contenere un livello sufficiente di creatività umana. L’Ufficio ha chiarito che l’IA può assistere nella creazione, ma la protezione del copyright si applica solo quando l’autore umano determina elementi espressivi significativi dell’opera.
Come affermato da Shira Perlmutter, Direttrice US Copyright Office: «Estendere la protezione a materiale i cui elementi espressivi sono determinati da una macchina minerebbe piuttosto che promuovere gli obiettivi costituzionali del diritto d’autore».In altre parole, premere un pulsante per generare un brano, un’opera d’arte o un testo non è considerato un atto creativo da proteggere con il diritto d’autore. La legge è chiara: senza un intervento umano significativo, non esiste copyright. Questa decisione è una bella batosta per chi sperava di trarre profitto da opere create interamente da IA. Le piattaforme e i servizi che puntavano a monetizzare contenuti generati da intelligenza artificiale potrebbero dover rivedere completamente il loro modello di business. Non è possibile registrare il copyright su una canzone, un’immagine o un testo creato esclusivamente da una macchina, indipendentemente da chi abbia avviato il processo di generazione.
Per i musicisti e gli artisti che producono opere originali questa è una splendida notizia.La piattaforma di streaming Deezer ha già sviluppato un sistema per rilevare la musica generata da IA. Invece la questione dell’uso di opere protette da diritto d’autore per l’addestramento dei sistemi di IA rimane ancora irrisolta. Anche nel Regno Unito si sta discutendo una proposta di legge molto controversa che potrebbe rivoluzionare il rapporto tra arte, copyright e IA. La normativa, se approvata, consentirebbe alle aziende di utilizzare legalmente qualsiasi materiale disponibile per l’addestramento dei loro modelli senza bisogno di permessi preventivi. Gli artisti contrari dovrebbero esprimere esplicitamente il proprio dissenso per impedire l’uso dei loro lavori. In risposta, un gruppo di 1.000 artisti ha lanciato una singolare protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Tra i promotori spicca Ed Newton-Rex, compositore che ha ideato il progetto “Is This What We Want?”, un album disponibile su Spotify. L’opera, creata da artisti come Kate Bush e Annie Lennox, è composta da 12 tracce silenziose, che catturano unicamente i rumori ambientali di studi vuoti. A livello europeo, il dibattito sul diritto d’autore si concentra sulla seconda bozza del General-Purpose AI Code of Practice. Questo regolamento è stato aspramente criticato perché basato su criteri troppo vaghi. Invece di richiedere un accesso autorizzato ai contenuti protetti il testo propone che le aziende facciano solo «sforzi ragionevoli e proporzionati» per garantire la conformità. La battaglia tra creatività e tecnologia si profila complessa e cruciale, coinvolgendo politica, giustizia e innovazione. Gli artisti chiedono regole chiare che salvaguardino il loro lavoro, evitando che l’intelligenza artificiale diventi una minaccia per il futuro dell’arte.