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 2025  febbraio 28 Venerdì calendario

Omicidio Cecchettin, Turetta trasferito tra i detenuti comuni: “Incolumità a rischio”

Pochi giorni fa Filippo Turetta, in carcere a Verona per il femminicidio di Giulia Cecchettin, ottiene la possibilità di fare una telefonata. Parla con le persone a lui più vicine. È in ansia. Pronuncia una frase: «Mi spostano». Il giorno dopo cambia cella. Dalla sezione “protetti”, dov’è recluso da oltre un anno per via dell’efferatezza del reato per cui sconta l’ergastolo, a quella di media sicurezza. Con i detenuti comuni. Una scelta che finora non ha provocato conseguenze ma ha spinto i suoi legali a inviare una segnalazione per esprimere un «potenziale forma di preoccupazione» e chiedere, «per il momento», che l’ex studente di Torreglia, 23 anni, torni dov’era prima.
Il trasferimento viene confermato da più fonti. Non è una decisione ad personam ma, secondo quanto riferito, il frutto di almeno due fattori. Da un lato il sovraffollamento che rende necessarie alcune scelte organizzative. Dall’altro, il fatto che sia possibile, dopo un certo periodo, lasciare la sezione “protetti” – riservata agli autori di reati di forte riprovazione sociale – per proseguire il percorso in altre aree. Ad ogni modo gli avvocati di Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, inviano una segnalazione alla direzione del carcere e per conoscenza alla Corte d’assise e alla Procura di Venezia. I legali sono consapevoli della piena legittimità del provvedimento e non dubitano della serietà della direzione. Nessuna richiesta di privilegi né, al momento, concreti motivi di allarme. Ma devono porre l’accento sulla «esigenza di particolare attenzione nei confronti del detenuto», necessaria «in questo momento».
A giorni sono attese le motivazioni dell’ergastolo. La sentenza ha escluso due aggravanti su tre: crudeltà e stalking (ha resistito la premeditazione). I legali ripercorrono la vicenda di Turetta, che uccise Giulia Cecchettin la sera dell’11 novembre 2023. Poi la fuga in Germania, la cattura, il carcere in Italia. «Tenuto conto della giovane età e della gravità del reato, della risonanza mediatica e del generalizzato sentimento di orrore che la medesima ha suscitato nella comunità nazionale, è stato assegnato in sezione protetta», il contenuto della segnalazione.
In vista delle motivazioni, fuori dal carcere «le manifestazioni di ostilità andranno ad amplificarsi». E «non è possibile escludere che il clima di violenza verbale che ha accompagnato la stigmatizzazione extra processuale della pur gravissima vicenda – è il timore – non possa contaminare negativamente anche l’ambiente» dove si trova Turetta. Nella segnalazione si fa riferimento anche alla busta con tre proiettili inviata al professor Caruso dopo il verdetto di primo grado.