Corriere della Sera, 1 marzo 2025
Chicco Testa: «Il nucleare? È una legge ben fatta. Nel 1987 volevo il no? Sbagliai per ideologia»
Chicco Testa, ha sentito? Torna il nucleare in Italia.
«Beh, il percorso sarà lungo in Parlamento, non privo di ostacoli. Però sì, ho letto anche la relazione della legge delega. Ben fatta».
Può spiegare?
«Ha messo in luce i tre punti fondamentali per cui in Italia ci serve il nucleare: la decarbonizzazione, la sicurezza energetica, l’aumento dei consumi elettrici».
Adesso esulta, ma lei nel 1987 guidò la rivolta contro il nucleare, fu tra i fautori del referendum...
«È vero. Ma quando cambiano le motivazioni bisogna anche cambiare idee».
Cos’è cambiato per lei?
«Ho cominciato a riflettere sul nucleare dopo aver letto un saggio di James Lovelock, considerato il grande guru del pensiero verde, l’ambientalista più autorevole di tutti».
Cosa diceva questo saggio?
«Che avevamo un problema grave, quello del riscaldamento globale. Che per via dell’effetto serra avevamo bisogno del nucleare».
Ma lei perché ai tempi del referendum del 1987 era così tanto contrario?
«C’era stato l’incedente di Chernobyl un anno prima, avevamo paura. Ma c’era anche l’ideologia: consideravamo il nucleare la tecnologia tipica del capitalismo. Ne abbiamo fatti tanti di errori, non uno solo».
Adesso la legge delega approvata dal Consiglio dei ministri approderà in Parlamento, si profila un dibattito acceso.
«Eh, sì».
Cosa direbbe, per esempio, al leader dei Verdi Angelo Bonelli per provare a convincerlo della bontà dell’energia nucleare?
«Ad Angelo Bonelli offrirei un caffè».
E basta?
«Non c’è niente che può far cambiare idea a Bonelli sul nucleare, se la cambia perde il cinquanta per cento dei suoi elettori. Per lui l’antinuclearismo è come un dogma religioso, indiscutibile».
E a Elly Schlein? Cosa direbbe alla segretaria del Pd? Il suo partito è spaccato sull’ipotesi nucleare.
«Elly Schlein la inviterei a pranzo».
Per dirle?
«Il nucleare è un’energia pulita, senza non è possibile fare la decarbonizzazione».
Gli antinuclearisti obiettano che si possono compensare gas e carbone con le energie rinnovabili.
«Non bastano. In Italia ci sono 8.760 ore di vento in totale l’anno, soltanto duemila sono quelle utili per l’energia. Così il solare: 1300/1400 ore di sole per l’energia».
C’è il problema delle scorie, non abbiamo mai trovato un deposito per stoccarle.
«Non abbiamo mai voluto trovarlo, ma dobbiamo impegnarci, visto che ci serve almeno un deposito per stoccare il materiale radioattivo che deriva dallo smantellamento delle centrali nucleari. Ma non è solo questo».
Cos’altro?
«Le scorie delle centrali di ultima generazione sono davvero poche, non dimentichiamoci che siamo circondati dai rifiuti radioattivi degli ospedali. Ci perdiamo nelle polemiche e intanto importiamo il nucleare, il 15% soltanto dalla Francia».
Abbiamo perso tanto tempo nello sviluppo del nucleare, eppure siamo il paese di Enrico Fermi.
«Sì, eravamo all’avanguardia, le prime centrali le avevamo negli anni cinquanta».