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 2025  febbraio 28 Venerdì calendario

Zaia: “Non possiamo permetterci quei balzelli. L’Europa risponda unita”

Luca Zaia, il suo Veneto potrebbe reggere i dazi minacciati da Trump?
«No, che non ce li potremmo permettere. Gli Usa sono un mercato di elezione per molte nostre aziende del turismo, dell’agroalimentare, dello sport system, del mobile, dell’high tech, dell’aerospazio, e di molti altri settori ancora».
Quanto incide sul vostro pil l’America?
«Gli Stati Uniti sono uno dei principali partner commerciali del Veneto. Esportiamo merci per oltre otto miliardi di euro. Nel 2023 si è registrata una flessione del -5,8%, ma gli Usa restano un mercato chiave, forse il più importante per noi».

Trump fa sul serio quando minaccia il 25 per cento?
«Trump è un business man. È abituato a trattare. Prova a fare il suo gioco».
E quindi che bisogna fare?
«Trattare».
Chi deve farlo? L’Europa?
«L’Europa, certo. L’Unione europea deve rispondere in maniera unita, ma la vedo debole, afona, non autorevole. E mi dispiace constatarlo, da europeista».
Trump sostiene che la Ue sia nata per fregare gli Stati Uniti.
«Non è vero. Siamo amici. Gli Stati Uniti devono molto alla cultura e alla storia del Vecchio continente. Basterebbe vedere i cognomi dei loro cittadini. Il rapporto è davvero da gemelli siamesi, e siamo loro riconoscenti, perché gli Usa ci hanno aiutato a liberarci dalla dittatura. È anche grazie a loro se siamo una democrazia».
Trump punta a dividerci?
«Sì, al divide et impera. Perciò bisogna essere più autorevoli. Sedersi al tavolo. Vedere le carte. Non minacciare. Parlare con una sola voce».
E l’Italia cosa può fare?
«Il nostro governo, visti i buoni rapporti con Trump, può essere il frontman dell’Europa. L’unico Paese del G7 europeo che possa vantare un buon rapporto con questo governo americano. Finora la nostra politica estera è stata autorevole, siamo centrali, sfruttiamo questa nostra forza acquisita».
Come fare nel concreto?
«Farci carico della mancanza europea. L’Europa si deve dare una sveglia».
Salvini sta con Trump. Non la pensa come lei.
«Non so cosa abbia detto Salvini».
Non è minimamente preoccupato.
«Ma nemmeno io lo sono. È tutta una questione di atteggiamento. L’Europa è il più grande mercato economico, con 450 milioni di abitanti, ma non ha l’autorevolezza politica per rappresentarlo. Nemmeno a Trump conviene una sfida con l’Europa, a parte che in America crescerà l’inflazione».
Non è un rischio calcolato?
«Secondo me lui vuol vedere fin dove può arrivare. Parla anche ai suoi elettori. Vediamo quale è il punto di caduta. Col Messico e col Canada è andata così».
Non è troppo remissivo, Zaia?
«Ma non possiamo decidere noi chi è il presidente degli Stati Uniti».
Trump non è gentile.
«Prende a spallate la porta, ma se nessuno gli risponde la butta giù. Non dobbiamo avere complessi di inferiorità. Ma bisogna saperlo fare. Sa come si dice dalle mie parti?».
No.
«Che si prendono più mosche col miele che con l’aceto. Il ruolo della diplomazia è fondamentale».
Ma l’Europa gli ha ricordato che reagirà punto su punto.
«Non bisogna minacciare, ma sedersi a un tavolo. Siamo componenti della stessa famiglia, ma è come se non ci parlassimo pur mangiando allo stesso tavolo».
L’America non ci è più amica. Non è un problema enorme?
«Ma guardi che i dazi li hanno messi anche Obama e Biden. Non sono una novità».
Qui la sfida è anche politica.
«Noi abbiamo più abitanti dell’America. Dobbiamo avere buoni rapporti con loro. Ma senza timori reverenziali».
Questo nuovo mondo non le mette inquietudine?
«Uscire dalla comfort zone dà sempre preoccupazione, ma spesso nasconde grandi opportunità».
Cosa teme se l’Europa non sarà unita?
«Trump tratterà con i singoli. I francesi ci stanno già provando».
Macron e Trump sembravano molto a loro agio alla Casa Bianca.
«La Francia ha tifato per i democratici. Trump non lo dimentica».
Dicono che lei guardi a Merz.
«Non lo conosco. Lo giudicheremo dai fatti».
Merz non vuole farsi intimorire.
«Ma anche lui non potrà rinunciare al mercato americano. La Germania è legata a doppio filo con gli Usa».
Come finirà?
«Vedremo day by day. Step by step. Bisogna lavorare affinché il vero asse mondiale sia quello Usa-Ue. Uniti per fronteggiare la Cina».