La Stampa, 28 febbraio 2025
Lega, tensioni su Trump: “La politica estera decisa solo da Salvini”. Ma Molinari smentisce
La nuova amministrazione americana spacca il governo. Ma non solo. Anche la Lega, il partito sulla carta più vicino a Donald Trump e a Elon Musk, sarebbe tutt’altro che compatto su questa posizione. Lo racconta un retroscena de Il Giornale, a firma Augusto Minzolini, che riporta alcune frasi pronunciate dal capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari e intercettate fra i corridoi di Montecitorio. “L’uscita dell’uomo di Musk – questo lo sfogo confidenziale di Molinari – è inquietante, inquietante. Non so cosa ci sia dietro. Come pure tutte le uscite di Trump dovrebbero far riflettere». A dover riflettere, per il capogruppo e segretario piemontese, dovrebbe essere soprattutto il segretario federale Matteo Salvini. «Il problema è – dice ancora Molinari – che la politica estera la fa solo lui anche se il 90% del partito non la condivide. E purtroppo le conseguenze della politica trumpiana non ricadono sui partiti ma sul Paese. Quando Trump ci farà male, perché ci farà male visto che al di là del supposto rapporto privilegiato con la Meloni lui fa solo i suoi interessi, la colpa la daranno a noi leghisti che siamo stati solo ad agitare le mani, a fargli da cheerleader».
Una ricostruzione che aprirebbe scenari tutt’altro che sereni in vista del congresso federale leghista in programma nelle prossime settimane. Le critiche nei confronti di Salvini continuano a emergere a intervalli regolari come un fiume carsico. Prima le lettere di militanti e storici dirigenti contro la linea sovranista, poi la ribellione di mezzo partito e l’insofferenza dei governatori del Nord contro la candidatura del generale Roberto Vannacci alle Europee, infine la sfida vinta dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo che ha strappato ai salviniani la segreteria lombarda del partito. Una specie di assedio. Per ora, però, nessuno sembra avere davvero voglia di alzare troppo i toni.
Lo stesso Molinari, con un comunicato diffuso alle agenzie di stampa, chiarisce che la sua opinione è allineata a quella del segretario. “Le mie posizioni sono pubbliche e quotidiane, rispondo di quelle, non dei retroscena anche se pubblicati con grande evidenza da il Giornale, e ne sono sorpreso e molto amareggiato. Il mio parere, come facilmente verificabile, è quello della Lega ed è pubblico, chiaro e ribadito dal sottoscritto in tutte le uscite in Aula e nelle interviste: i cambiamenti imposti da Trump possono essere una occasione di cambiamento positivo per l’Italia. I tentativi di alimentare tensioni nella Lega continuano da anni ma, anche questa volta, non daranno risultati”.