La Stampa, 28 febbraio 2025
Trump-Zelensky, ecco l’accordo sulle terre rare. Cifre, tempi e criticità: così Kiev ripagherà gli Usa
Con l’accordo sullo sfruttamento dei minerali e delle terre rare in Ucraina, Donald Trump ha cambiato drasticamente le carte sulla mappa. In un commento sul Washington Post Marc A. Thiessen sottolinea che la mossa Usa rappresenta una battuta d’arresto per le ambizioni di Putin che troverà appena al di là del confine – una volta implementata l’intesa – lavoratori di aziende e contractor statunitensi. Per l’Amministrazione Usa queste sono le migliori garanzie per l’Ucraina. Giovedì, Scott Bessent segretario al Tesoro ha sottolineato che l’intesa con Zelensky è chiusa. I dettagli non sono noti ma l’impianto generale è abbastanza nitido. Una analisi del Center for Strategic & International Studies di Gracelin Baskaran, direttrice del dipartimento sui minerali del think tank, ha messo in evidenza le criticità dell’intesa al netto di quello che Thiessen definisce un beneficio politico per la fine del conflitto. Anzitutto le cifre. La bozza originaria dice che l’Ucraina ripagherà gli Usa per il sostegno ricevuto e si indica in 500 miliardi la cifra. Che è enormemente sovrastimata avendo gli americani dato armi e aiuti per 183 miliardi di dollari più circa venti tramite il G7. I danni “collaterali” – perdita di business con la Russia, e la stessa Kiev, chiusura di aziende – sono più difficili da quantificare. L’accordo comunque non parla di 500 miliardi da restituire. Piuttosto stabilisce un fondo per la ricostruzione alimentato dall’Ucraina con il 50% dei proventi della vendita di materie prime e minerali. Questo 50% non comprende risorse come il gas e il petrolio. Il fondo – alimentato dagli Usa e co-gestito – andrà poi ad investire in infrastrutture nazionali.
Funzionerà? Secondo Baskaran ci sono diverse criticità. La prima è legata ai tempi. Il “mining” ovvero l’industria estrattiva difficilmente genera proventi in tempi rapidi. Si stima che dall’accordo con Kiev non arriveranno utili per 20 anni. Prima di tutto serve una mappatura completa e dettagliata dell’ubicazione delle terre rare, una volta individuati i luoghi servono mediamente 18 anni e costi sino a un miliardo per costruzione una miniera e l’impianto di lavorazione associato. Secondo l’Ukrainian Geological Survey le attuali mappe risalgono a 30-60 anni fa e sono costruite con metodi vecchi e non più ritenuti affidabili.
In questo lasso di tempo c’è un altro fattore decisivo, ovvero la capacità di Kiev di attrarre investimenti privati. Washington – a differenza dei sistemi russo e cinese – non può obbligare le aziende statunitensi a investire in Ucraina e benché esisterà un accordo quadro fra i due governi per facilitare l’esplorazione e l’ingresso di società Usa, ci sono diversi ostacoli. Almeno tre: il primo è la mancanza di una dettagliata mappa che confermi la bontà dell’investimento per la ricerca dei minerali, come spiegato prima; la seconda è che parliamo di una zona di guerra carente di molte infrastrutture che dovranno prima essere rimesse in piedi. L’industria estrattiva è quella che ha maggior bisogno di energia per funzionare, si stima che il 38% dell’utilizzo mondiale di energia e circa il 15% del consumo di elettricità siano legate al mining. E fra il 2022 e il 2023 quasi la metà della capacità energetica dell’Ucraina è svanita.
Infine, l’instabilità regionale è un deterrente per gli investimenti a lungo termine. In questo caso, l’analista del CSIS, evidenzia la mancanza di garanzie di sicurezza contenute nell’intesa che rendono incerta la situazione e con esso i potenziali investimenti. Una miniera può operare per oltre 50 anni, servono pertanto certezze di stabilità. Se osserviamo i più recenti eventi in Ucraina, la crisi è iniziata undici anni fa dopo che la Russia per replicare alla rivoluzione del Maidan ha preso il controllo prima della Crimea e poi con milizie filorusse intere zone dell’Est. Segnali che la parola stabilità ha bisogno di essere puntellata bene prima che le aziende Usa possano dirottare fra Donbass e Luhansk risorse e mezzi.