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 2025  febbraio 28 Venerdì calendario

In Italia 3mila apolidi: sono le persone senza cittadinanza

Oltre 3mila persone apolidi o a rischio di esserlo in Italia. Sono i numeri snocciolati dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) in un rapporto lanciato giovedì dal titolo “Mappatura dell’apolidia in Italia”, che mette in luce le sfide affrontate dalle persone apolidi e da coloro che sono a rischio di apolidia in Italia. Gli apolidi sono persone che non vengono considerate cittadini da nessuno Stato nell’applicazione della sua legislazione.
Il rapporto di Unhcr fornisce importanti approfondimenti sulle caratteristiche, le problematiche di protezione e le priorità in termini di riforme nei quadri giuridici e procedurali italiani. Quanto all’Italia, le comunità rom originarie della ex Jugoslavia sono il gruppo più colpito, sulla base delle informazioni disponibili, insieme a persone provenienti da Stati dell’ex Unione Sovietica, Cuba, Cina (Tibet) e persone di origine palestinese. Quanto alla distribuzione territoriale, secondo il rapporto, «sebbene i vari gruppi di dati indichino distribuzioni geografiche leggermente diverse, è possibile individuare alcune tendenze comuni. In generale, la Regione Lazio emerge come l’area in cui vive il maggior numero di apolidi in Italia. A seguire, le Regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana sembrano avere un numero significativo di presenze, una tendenza confermata dalle serie di dati disponibili».
Lo studio dell’Unhcr evidenzia la necessità di proseguire l’impegno per assicurare il rispetto degli standard internazionali e proteggere pienamente i diritti delle persone apolidi. Delinea, inoltre, una serie di raccomandazioni pratiche mirate a risolvere le problematiche individuate e a migliorare l’adempimento dell’Italia agli obblighi internazionali in materia di apolidia.
Fra queste, al primo posto, potenziare gli sforzi per raccogliere dati affidabili e coerenti sulle popolazioni apolidi, in linea con le raccomandazioni internazionali in materia; secondo, adottare un quadro giuridico esaustivo per migliorare le procedure di determinazione dell’apolidia e garantire pieno accesso ai diritti da parte delle persone apolidi; terzo, promuovere iniziative di formazione e campagne di sensibilizzazione per i funzionari pubblici e gli erogatori di servizi, per garantire che le persone apolidi possano accedere ai propri diritti senza discriminazioni; quarto, garantire la piena attuazione delle salvaguardie per prevenire l’apolidia, assicurando che ogni bambino nato in Italia, altrimenti apolide, acquisisca la cittadinanza italiana alla nascita. «Le persone apolidi sono tra le più vulnerabili al mondo, prive di diritti fondamentali e spesso invisibili per le autorità. Questo studio mette in luce alcune aree di miglioramento che richiedono attenzione prioritaria. L’Italia ha già compiuto passi significativi nella protezione degli apolidi, ma è essenziale proseguire l’impegno per garantire che tutte le persone apolidi, anche quelle più vulnerabili, possano godere dei diritti che meritano» ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.