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 2025  febbraio 27 Giovedì calendario

Milei ripristina le parole “idiota”, “imbecille” e “ritardato” per definire persone con disabilità

L’amministrazione del presidente argentino pubblica un documento ufficiale con i criteri per classificare le persone con problemi mentali al fine dell’assegnazione delle pensioni di invalidità.
La motosega della discriminazione. Mentre Donald Trump cambia il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America e rimuove dai siti federali i concetti di parità di genere o crisi climatica, annunciando anche di voler congedare i soldati transgender degli States, il collega e amico Javier Milei, presidente dell’Argentina, prende di mira direttamente le persone con disabilità.
A far infuriare gli argentini soprattutto sui social sono infatti i criteri e i termini, ristabiliti e scritti nero su bianco in un documento ufficiale, utilizzati dal governo Milei per classificare le persone che soffrono di problemi mentali e cognitivi: “idiota” è definito chi per esempio non sa né leggere né scrivere e non è autosufficiente; “imbecille” chi riesce solo a “realizzare compiti rudimentali”; oppure vengono usate varie classificazioni di “debole mentale” o di persone con “ritardo mentale”, che sia “profondo” o “lieve”.
Tutti questi termini appaiono a pagina 37 di un allegato che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dalla Agenzia nazionale per la disabilità argentina, la ANDis, un documento che integra e ridefinisce i criteri relativi alla pensione di invalidità non contributiva.
Nella campagna di tagli avviata dal presidente Milei, recentemente accusato di truffa per aver promosso una criptovaluta poi crollata, si contano infatti anche quelli sulla concessione ai sussidi statali a persone con disabilità. Attraverso il decreto 843 l’ANDis ha rivisto e precisato i criteri per la concessione delle pensioni di invalidità e nella risoluzione 187, approvata a fine gennaio, appaiono termini che riportano a prima del 1997, anno in cui successivamente i criteri (e le parole) erano state resi più flessibili per via delle disposizioni della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) avallata dalle Nazioni Unite, la convenzione che ha valore costituzionale anche in Argentina e stabilisce per esempio di non impedire ha persone diversamente abili di lavorare e anche il fatto che non devono subire stigmatizzazione o discriminazione.
I sostenitori di Milei replicano alle accuse sostenendo che quelle parole – idiota e imbecille – hanno una radice scientifica e sono state “sempre usate” nella nomenclatura medica, mentre per diverse associazioni quel linguaggio è discriminatorio, qualcosa che non apparivano più nella maggior parte dei documenti recenti.
Chi attacca Milei sui social parla di “barbaria” e di “violenza lessicale inaudita”, di un ritorno al passato che oltretutto “è anticostituzionale”.
Sette organizzazioni argentine che si occupano di persone con disabilità, guidate dall’Associazione civile per l’uguaglianza e la giustizia (ACIJ), sono insorte sia contro l’uso delle parole sia contro la nuova norma e risoluzione dell’esecutivo sulla revisione dei sussidi.
“Le espressioni utilizzate nei regolamenti rafforzano la discriminazione che è esistita storicamente e che tuttora esiste nei confronti delle persone con disabilità. Si tratta di termini obsoleti e dispregiativi che implicano una violazione diretta della Convenzione Onu che all’articolo 8 stabilisce il dovere degli Stati di adottare tutte le misure atte a promuovere il rispetto e la dignità delle persone e a combattere pregiudizi e stereotipi” e “l’uso di questi termini è contrario ai doveri stabiliti nel presente articolo in materia di lotta contro la discriminazione” ha detto ai media argentini Eduardo Quiroga dell’ACIJ.
Al quotidiano la Nacion Gabriela Troiano della Rete per i diritti di persone con disabilità descrive l’uso di queste parole come “una violenza istituzionale senza precedenti”.
All’agenzia del governo argentino di Milei, recentemente finito sotto indagine per lo scandalo noto come “criptogate” in cui il presidente ha promosso la cripto valuta $Libra dietro alla quale si nasconderebbe una mega-truffa internazionale, viene contestato soprattutto il fatto di aver ripreso ufficialmente terminologie dispregiative cadute in disuso.
“Il nuovo testo del regolamento viola la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) e mette a serio rischio i diritti umani fondamentali” denunciano unite le associazioni della società civile aggiungendo che la presenza di quei termini “rafforza la discriminazione ed è particolarmente grave e problematico che sia la Pubblica Amministrazione a ricorrere a questi discorsi, dato che è proprio lei che dovrebbe contrastarli”.