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 2025  febbraio 26 Mercoledì calendario

Ucraina nell’Ue? Il costo è almeno di 136 mld di euro

Soldi comunitari. Povero e prettamente agricolo, il Paese drenerebbe così il 20% dei fondi Pac.
Un Pil pro-capite quasi otto volte inferiore alla media europea per un Paese che contiene da solo circa un quarto dei territori agricoli di tutto il Vecchio continente. L’adesione dell’Ucraina all’Unione europea ha tutte le caratteristiche per diventare un fattore che cambia sensibilmente gli equilibri economici tra gli Stati membri e, di conseguenza, stravolgere quelli politici, tra Stati che vedrebbero le proprie entrate crollare, come quelli che contano sui fondi per l’agricoltura, e altri che si troverebbero a dover contribuire in maniera ancora più importante alla macchina europea. Fornire i numeri esatti dell’impatto di un’adesione di Kiev all’Ue, in questo momento, è impresa ardua. Tantissime le variabili, temporali, economiche e politiche, per stabilire in quali condizioni il Paese di Volodymyr Zelensky si troverà quando entrerà a far parte definitivamente dell’Ue. Senza dimenticare l’esborso, nell’ordine di migliaia di miliardi di euro nei primi dieci anni, che sarà necessario per garantire la sicurezza del Paese. Diversi centri di ricerca e think tank hanno fornito alcune stime. E i numeri non lasciano spazio ad altro se non a inevitabili modifiche delle attuali regole di bilancio che, secondo una nota interna del Consiglio Ue del 2023, saranno “necessarie e di vasta portata”.
L’appellativo di “granaio d’Europa” riferito all’Ucraina non nasce a caso ed è proprio quella agricola la voce che più di tutte impatterebbe sui conti europei. Il Paese ha 41 milioni di ettari di terre coltivate che rappresentano oltre il 25% del numero complessivo tra tutti i 27 Stati membri. Da questo dato andrebbero sottratti quelli che sono finiti in mano russa negli ultimi tre anni. Se si aggiunge che i fondi per la Politica agricola comune europea (Pac) inseriti nell’ultimo bilancio settennale dell’Unione rappresentano circa il 33% (387 miliardi) del totale del bilancio Ue (1.216 miliardi), ecco che, come calcolato in una simulazione del Centro Studi Gea, a Kiev finirebbe circa il 20% del budget annuale: 11 miliardi all’anno per sette anni. Congelando la situazione attuale, e trasformando Kiev nel 28esimo Stato dell’Unione europea, le terre coltivate totali in Ue diventerebbero 198 milioni di ettari e, a parità di budget, gli attuali 27 vedrebbero ridursi sensibilmente la propria quota di fondi Pac. Oppure si dovrebbero trovare altri 99 miliardi di euro per aumentare il budget settennale, sempre secondo i calcoli del Centro Studi Gea. Questo spiega le proteste dei Paesi europei a maggior vocazione agricola, soprattutto quelli dell’Est, che così si ritroverebbero in Ue un Paese che drena parte dei fondi a loro destinati e, allo stesso tempo, rappresenterebbe il principale concorrente nel mercato interno e estero. Per fare un esempio, l’Italia, pur rimanendo un contributore netto nell’Ue, ossia versa più denaro di quello che riceve, otterrà nell’ambito della Pac 37 miliardi circa per il quadriennio 2023-2027 La concorrenza è dovuta anche a un reddito pro capite ben otto volte inferiore alla media europea e conseguenti costi di produzione ridotti. Per l’Ucraina questo dato ammonta a 4.829 euro (Banca Mondiale), contro i 37.600 della media Ue (Eurostat). Numeri che influenzano un’altra fetta dei fondi stanziati dall’Ue verso gli Stati membri: quelli di coesione per lo sviluppo sostenibile degli Stati e delle regioni meno sviluppati. Per dare un’idea, i circa 43 miliardi stanziati nell’ultimo bilancio settennale sono riservati agli Stati col reddito pro capite inferiore al 90 % della media Ue. In questo modo, l’Ucraina sarebbe il Paese nel quale finirebbe di gran lunga la maggior quantità di denaro.
Le stime vanno sottoposte a un caveat: la gestione dei fondi è al 20% diretta, ossia erogata direttamente dall’Ue, e all’80% indiretta e quindi gestita, tra gli Stati, le Regioni e Bruxelles. Il think tank Bruegel, in uno studio finanziato dalla Cancelleria austriaca, scrive che “l’Ucraina otterrebbe 32 miliardi di euro in pagamenti della politica di coesione, 85 miliardi di euro della Pac e 7 miliardi da altri programmi”. E sottolinea che per le dotazioni della politica di coesione “il limite massimo del 2,3% del Pil diventa un parametro cruciale, dato che in sua assenza l’Ucraina avrebbe ottenuto circa 190 miliardi di euro”. Alla fine, l’adesione di Kiev costerebbe 136 miliardi. Numero che per Politico, che cita la nota del Consiglio Ue del 2023, cresce di ben 50 miliardi, arrivando a toccare quota 186. Soldi che dovranno rientrare nel budget Ue con tagli agli stanziamenti verso altri Paesi o con l’aumento del bilancio, sempre finanziato dagli Stati membri.