La Stampa, 26 febbraio 2025
Criminalità giovanile, storia di una fake new
Tutti i giornali ieri hanno commentato la notizia del numero di omicidi commessi da minorenni, triplicato da un anno con l’altro. Tutti con lo sconfortato parere dell’esperto sui brutti tempi che viviamo. Tutti a implorare rimedi alla drammatica emergenza. Tutti allo stesso modo, senza differenze fra giornali di destra e di sinistra e mainstream perché, se c’è da menare sui più indifesi, spesso si recupera una rara compattezza. Però gli omicidi dei minorenni non sono triplicati. È quasi triplicata la percentuale: nel 2023 gli omicidi commessi da minorenni erano il 4 per cento del totale, nel 2024 sono saliti all’11. Siccome gli omicidi totali sono calati dai 340 del 2023 ai 319 del 2024, il numero assoluto è passato da 14 omicidi commessi da minorenni nel 2023 a 35 nel 2024. Che non è il triplo. Vabbè. Ancora: quando i numeri sono così bassi, certe comparazioni diventano pericolose. Nel 2022, gli omicidi commessi da minorenni furono 27. Il passaggio da 14 a 35 omicidi fa impressione, la serie 27-14-35 molto meno. Anzi, l’anno scorso, col passaggio da 27 a 14, avremmo dovuto stappare le bottiglie e invece niente. Avete letto titoli sugli omicidi dimezzati? Zero. Se si va indietro con gli anni, si nota che il record è del 2017 (36 omicidi). Dal 2007 a oggi, abbiamo avuto altri picchi: 33 omicidi nel 2015, 31 nel 2014, 30 nel 2010. Vi sembra che gli omicidi commessi dai ragazzi siano triplicati? Vi sembra questa un’emergenza? Inventarsi le emergenze è classico dei regimi illiberali. Dare spago a quelle inventate sui nostri figli, di cui il governo sta riempiendo i riformatori, è al di là del sopportabile.