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 2025  febbraio 26 Mercoledì calendario

Il Gattopardo, i segreti della miniserie tv


ROMA – La nuova miniserie Il Gattopardo, tratta dal famoso romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa con la regia di Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti, sarà disponibile su Netflix dal 5 marzo. Dopo aver visto le prime tre puntate in anteprima siamo tenuti al riserbo nel giudizio, riserbo che “romperemo” per dire una cosa: Kim Rossi Stuart è di una bravura mostruosa, che dovrebbe tacitare qualunque paragone con Burt Lancaster.Non dovendo addentrarci in una “recensione” possiamo però liberarci di un fantasma. Su questa miniserie aleggia il confronto inevitabile con il celeberrimo film che dal romanzo trasse, nei primi anni ’60, Luchino Visconti. Quel film è nella leggenda per molti motivi, non ultimo quello di aver prosciugato le casse del produttore Goffredo Lombardo – ma anche per aver vinto una Palma d’oro a Cannes, nel ‘63, e aver avuto una storia produttiva complicatissima nella quale, prima del nobile milanese, furono coinvolti almeno altri due registi (Ettore Giannini e Mario Soldati) e intere squadre di sceneggiatori. Proprio ripensando a Visconti – senza osare paragonarlo ai registi di oggi – si può dire una cosa fondamentale su questo Gattopardo da piattaforma. Che c’è un nuovo protagonista. Che non è il principe di Salina, non è quel bellimbusto del nipote Tancredi né la super sexy Angelica (nel vecchio film, lo ricordate, Alain Delon e Claudia Cardinale, per la serie “belli come noi la mamma non ne fa più”). Nossignori: il nuovo protagonista è un personaggio che nel film di Visconti era messo crudelmente ai margini e che anche nel libro ha un ruolo, in fin dei conti, di contorno. È Concetta, la figlia prediletta del principe. Il nuovo Gattopardo è la rivincita di Concetta. E volete saperlo? È una bellissima idea. Che propone una rilettura del romanzo non proprio “femminista” – non arriveremo a tanto – ma sicuramente filiale e femminile, una prospettiva nuova rispetto a Visconti dove l’unica donna importante del film era una predatrice – la sfrontata Angelica – e tutte le altre vivevano all’ombra delprincipe, maschio alfa se mai ne è esistito uno.Nel film Concetta era interpretata da Lucilla Morlacchi, allora 26enne, attrice bravissima e bellissima che Visconti aveva voluto in teatro per l’ Arialda di Testori e perIl giardino dei ciliegi di Cechov. Nel film, però, l’aveva imbruttita ai limiti del sadismo: innamorata di Tancredi e destinata a vederselo portar via da una bomba come Cardinale, era relegata in un ruolo da “tinca”, come si dice in teatro. Ora Benedetta Porcaroli, anche lei molto brava, la vendica. La serie si apre con il principe che la toglie dal convento a cui è destinata, ufficialmente perché Palermo rigurgita di moti nell’attesa di Garibaldi, in realtà perché la adora e vuole averla con sé. Nel romanzo Concetta appare per la prima volta nel dialogo fra il principe e il re delle Due Sicilie, una scena che né il film né la serie hanno voluto riprendere: «Quando ripassi da Napoli, Salina, vieni a far vedere Concetta alla Regina. Lo saccio, è troppo giovane pe’ esse presentata a Corte, ma un pranzetto privato non ce l’impedisce nisciuno. Maccarrune e belle guaglione, come si dice». Anche il romanzo è molto maschile – non “maschilista”, per carità – e questa nuova versione porta Concetta in primo piano, approfondisce il legame con il padre e le dà una forza, un carisma che nessuno aveva voluto concederle prima. Ci basta questo, per ora. Al 5 marzo.