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 2025  febbraio 25 Martedì calendario

Gentiloni: “Trump ha cambiato l’ordine mondiale, è finita la belle époque dell’Europa”

L’ex commissario europeo all’economia ospite d’onore dell’università americana Johns Hopkins che festeggia i 70 anni di presenza a Bologna: “Spero che Stati Uniti e Ue collaboreranno nelle trattative per la pace in Ucraina” «Grazie per avermi invitato a parlare di alleanza transatlantica, un argomento semplice in questo momento». Comincia con una battuta la Lectura dell’ex commissario europeo all’economia (ed ex premier) Paolo Gentiloni alla Johns Hopkins University. È lui l’ospite d’onore dell’università americana sotto le Torri, che festeggia i 70 anni di presenza qui. Nacque infatti il 22 febbraio del 1955, nella città all’epoca più rossa d’Italia, per creare in piena guerra fredda un ponte tra Europa e Stati Uniti. Ma la festa arriva nel momento più critico tra i due paesi come fanno notare anche il rettore Renaud Dehousse e il presidente di Johns Hopkins Ronald J. Daniels.
In platea il sindaco Matteo Lepore, il rettore Giovanni Molari, che dal palco ricorda la stretta collaborazione tra l’Alma Mater e l’università americana, e ancora la virologa Ilaria Capua, da un anno parte del corpo docenti dell’università americana, Giusella Finocchiaro, il presidente della comunità ebraica Daniele De Paz insieme a una folta rappresentanza di docenti e di studenti. Assente il professore Romano Prodi, grande amico della Hopkins, perché in Cina.
Nell’aula magna gremita oltre duecento persone hanno ascoltato la lezione di Gentiloni e la ricetta per superare la crisi attuale.
Punto di partenza le prime mosse di Trump alla luce delle recenti dichiarazioni. «Il presidente degli Stati Uniti nel suo discorso inaugurale ha parlato di nuova età dell’oro – attacca Gentiloni – non sappiamo come sarà ma in sei settimane Trump ha cambiato gli equilibri mondiali con messaggi scioccanti sull’alleanza transatlantica».
Entra nel vivo della trattativa per la pace in Ucraina. «Un test per capire dove sta andando l’ordine mondiale, spero che Stati Uniti e Unione Europea collaboreranno nelle trattative». Poi il discorso si allarga alla Ue. «L’Europa ha vissuto una sorta di seconda belle époque basata su tre pilastri: la protezione degli Stati Uniti, il libero commercio con la Cina e gas a basso prezzo dalla Russia. Ma era una situazione che non poteva durare».
Tra le prime sfide che si pongono davanti alla Ue quella della propria sicurezza. «Ci è stato detto che dobbiamo pensarci con il nostro budget. Di recente Carlo Cottarelli ha fatto notare che l’Unione europea spende in difesa più della Russia, ma c’è un problema di frammentazione e di dispersione tra i vari Stati membri».
Più in generale l’ex premier avverte che l’attuale crisi deve suonare come una sveglia per l’Europa, a partire dalla necessità di essere più competitivi al gap tecnologico («delle prime 50 aziende tecnologiche del mondo solo quattro sono europee», al bisogno di investimenti («ogni anno 300 miliardi di risparmi europei lasciano l’Europa») all’esigenza di evitare una guerra commerciale tra Ue e Usa («che danneggerebbe entrambe») fino alla decarbonizzazione («che deve avvenire in maniera compatibile con la politica industriale»). Da qui deve ripartire l’Unione europea, mettendoci «orgoglio e ottimismo».
Senza dimenticare l’alleanza transatlantica in cui Gentiloni resta fiducioso. Ne va del futuro della democrazia. «Putin regge la Russia dal 1999, Xi Jinping guida la Cina dal 2013 e probabilmente pensa che sarà così per sempre. La democrazia può essere difesa solo se America ed Europa lavorano insieme».