il Fatto Quotidiano, 25 febbraio 2025
La Buenos Aires che prega per il “suo” Papa, dalla chiesa dove è cresciuto Bergoglio fino ai quartieri ai margini: “Non arrenderti”
La città in ansia per la salute del Pontefice. Nella Basilica di San José de Flores, che frequentava da bambino, messe continue. In centinaia in plaza Constitución, luogo simbolo dove officiava messa.
A Buenos Aires nella Basilica di San José de Flores, nel quartiere dove è cresciuto Jorge Bergoglio, ogni giorno si tengono messe per la guarigione del Papa, ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. Tra le persone che partecipano alle celebrazioni, in tanti lo ricordano quando frequentava la basilica. “Bergoglio ha un rapporto stretto con questa parrocchia. Come ha raccontato lui stesso, è qui che ha deciso di diventare sacerdote”, dice al Ilfattoquotidiano.it Marta, arrivata per “chiedere che il nostro pontefice si ristabilisca. Siamo preoccupati ma abbiamo anche fede”.
Nella basilica sono molti gli elementi che ricordano la storia di Bergoglio. A pochi metri dall’ingresso, una targa commemorativa recita: “In questo confessionale, il 21 settembre 1953, Jorge Mario Bergoglio seguì la chiamata di Dio a diventare sacerdote”. Un quadro colorato lo ritrae in piazza San Pietro il giorno in cui è stato nominato pontefice, un altro lo rappresenta in preghiera a Roma. Una sua foto è stata posizionata accanto all’altare. La basilica custodisce inoltre una scultura di San José dormido donata dal Papa nel 2023, terminati dieci anni di pontificato, come segno del suo legame con questo luogo che Francesco frequentava sin da bambino, quando faceva parte dell’Azione cattolica argentina. “Vengo ogni volta che posso. Il Papa ha bisogno di sentire la nostra vicinanza”, commenta Paulina. “Francesco è sempre stato solidale e ha aiutato molte persone in difficoltà. Adesso siamo noi che ci dobbiamo prendere cura di lui”, aggiunge Hector.
Da quando le condizioni di salute di papa Francesco sono diventate critiche, la Chiesa cattolica argentina ha chiesto di unirsi in preghiera. L’arcidiocesi di Buenos Aires ha scritto in una nota: “Ai parroci, ai cappellani e ai superiori delle case religiose dell’arcidiocesi di Buenos Aires: desidero invitare tutti a pregare per la pronta guarigione del Santo Padre Francesco”. Da alcuni giorni l’amministrazione della città, dove Francesco è stato vescovo dal 1992 al 1998 e arcivescovo dal 1998 al marzo 2013, proietta un’immagine del Papa sull’obelisco in centro con la scritta “Francesco, la città prega per te”. A rispondere all’appello sono stati anche i sacerdoti delle “villas miserias”, i preti dei quartieri ai margini di cui Francesco ha sempre elogiato l’operato, dove la scorsa settimana per tre giorni è stato organizzato un triduo di preghiere. Le messe stanno continuando.
“Francesco è sempre stato vicino alle periferie e ai quartieri popolari. È uno di noi, per questo è importante ritrovarci oggi”, spiega Ana Maria, operatrice sociale della Caritas nelle villas del conurbano, l’area che circonda la capitale. “La cosa più importante che ci ha insegnato è essere misericordiosi, aiutare chi è in difficoltà sia materialmente sia spiritualmente”, aggiunge Dorita. Si trovano tre le centinaia di persone che hanno prendendo parte alla messa celebrata nel pomeriggio di lunedì 24 febbraio in plaza Constitución, luogo simbolico dove Bergoglio officiava cerimonie religiose. “Qui ha detto più di una volta che molti chiudono le orecchie e non vogliono ascoltare il grido delle vittime dell’ingiustizia e dell’esclusione. Qui ha alzato la sua voce contro l’ingiustizia, gridando insieme ai più poveri”, ha detto dal palco l’arcivescovo Jorge García Cuerva di fronte a una piazza riempita di stendardi che riportano i nomi delle parrocchie e immagini del papa. Tra loro c’è Felipa che tiene in mano un’immagine che la ritrae mentre parla con Bergoglio e afferma: “Ti chiediamo di non arrenderti”.