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 2025  febbraio 25 Martedì calendario

Armi e dati falsi, la conferma di Cottarelli


“È un errore grave, probabilmente in buona fede, però è incredibile che non venga corretto dai giornali che lo hanno ripreso amplificandolo”. L’economista Carlo Cottarelli è ancora in attesa di una risposta dai media a cui ha mandato la nota fatta dall’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica per rettificare gli articoli nati da una notizia errata dell’International Institute for Strategic Studies. Il think tank ha definito la spesa militare russa nel 2024, che calcola in 461 miliardi, “vicina al totale della spesa europea”, cioè 457 miliardi. Peccato però che la prima sia calcolata “a parità di potere d’acquisto”, cioè in dollari internazionali, visto che in Russia i beni hanno costi assai inferiori agli Usa, la seconda no. Se lo avesse fatto, si vedrebbe che gli europei spendono per la difesa il 58% più dei russi.
In un errore così non ci vede malafede per dimostrare che dobbiamo spendere di più in armi?
Spero siano errori genuini, è materia molto tecnica e magari nei desk esteri non si sono accorti di questa differenza…
Passi per i giornali, però uno studio che usa il PPP per una voce e non per l’altra con cui lo confronta…
C’è stata molta superficialità. Forse, essendo la Russia un Paese in via di sviluppo, avranno pensato fosse scontato correggere le cifre per il potere d’acquisto, ma non per l’Europa. Provo a ipotizzare. Certo, l’errore è grave.
Genera un titolo a effetto.
Se era quella l’intenzione, ci sono riusciti benissimo. Ma la cosa più incredibile è un’altra.
Quale?
Che nessuno ha ancora corretto. Ho scritto al Financial Times e l’articolista mi ha detto che, pur non entrando nella validità della nostra posizione, non riteneva necessaria una revisione perché il pezzo “era basato sullo studio” e che posso scrivere una lettera al direttore. Gli ho risposto che, dopo aver scritto un pezzo basato su informazioni sbagliate, fosse interessato a scriverne uno basato su informazioni corrette. Mi sbagliavo. Da Politico hanno detto che mi avrebbero fatto sapere, ma non l’hanno ancora fatto. Repubblica mi ha detto che faranno una rettifica: avevo peraltro già pubblicato con loro un articolo in cui dicevo che la spesa europea superava di gran lunga quella russa. Un errore così va corretto.
Nella sua nota spiega che non c’è necessità di aumentare la spesa pubblica nella difesa.
I numeri aggregati non lo giustificano, fatta eccezione forse per chi sta molto sotto il 2% del Pil. Ma andare al 3%, come sembra orientata a fare la Nato, equivale a un aumento del 50%. Dimostrare che un tale aumento è giustificato, non può essere fatto guardando i dati aggregati, visto che suggeriscono il contrario. Casomai, come mostriamo, quanto speso andrebbe usato meglio, superando le inefficienze di avere sistemi diversi, Paese per Paese.
Il riarmo non sottrarrebbe risorse ad altre necessità, specie quelle sociali?
L’Ue immagina di farlo a debito, significherebbe peggiorare le finanze pubbliche per acquistare soprattutto armi americane, facendone ricadere il peso sulle generazioni future.