la Repubblica, 25 febbraio 2025
Emanuela Fanelli, innamorata di chi ha umorismo
ROMA – Nella testa di Emanuela Fanelli. In FolleMente di Paolo Genovese, campione annunciato d’incassi, oltre quattro milioni nel primo fine settimana, l’attrice incarna una delle emozioni (con Claudia Pandolfi, Maria Chiara Giannetta e Vittoria Puccini) che si muovono nella mente della protagonista Pilar Fogliati al primo appuntamento.A lei tocca Trilli, l’istinto sessuale. Scelta non scontata.«L’ha detto anche un mio amico. L’ho insultato: “perché, so’ brutta?”».Non era riferito alla bellezza. Sul profilo whatsapp ha messo una foto buffa di lei bambina.«Perché l’espressione è simile a quella che ho oggi. Perché altrimenti dovrei mettermi una foto da “bona”, mi vergognerei».Che bambina è stata?«Simpatica. Semplice per i miei genitori. Amici, niente capricci».Che dicono del suo successo?«Non sono i tipi che escono e si vantano, sono contenti a casa loro, con pudore».Batticuore a scuola?«Alle elementari avevo successo con i maschietti, ero vivace, giocavo a calcio. A San Valentino ero piena di regali, mi scrivevano le letterine d’amore a cui rispondere “sì”, “no”, “forse”. Io mettevo “forse” a tutti. Ero piena di dubbi. Penso che un tale successo non l’abbia avuto mai più».Prime cotte?«Non sono una che fa il primo passo, anche se mi piace qualcuno. Ho fantasie horror per cui mi avvicino a uno, provo a dargli un bacio e lui mi scansa e mi dice “non mi piaci, come ti è venuto in mente?”».Il primo appuntamento?«A 14 anni un ragazzetto mi porta al Pincio bendata. Poi toglie la benda, mi dà dei fiori e mi chiede se voglio essere la sua fidanzata. Tenero».Lei cosa ha risposto?«Di sì. Mi piaceva, ma in quella situazione sarebbe stato difficile dire no. Non è durata tanto».La volta da dimenticare?«A 22 anni. Un tizio, molto più grande, mi chiedeva spesso di uscire, non ero interessata. Alla fine ho accettato un pranzo al mare. Sole di maggio, vino caldo, un po’ di mal di testa… Lui mi fa una dichiarazione, io resto tiepida. Lui deluso: “Non capisco, sei il terzo amore della mia vita e reagisci così?”, come fosse un complimento. Poi si mette in mutande e si butta in mare, e io dalla riva: “Attento alla congestione”».Per Genovese oggi il primo appuntamento è più complicato: “se paghi tu, sei maschilista, se paga lei sei uno scroccone…”.«Anch’io mi faccio problemi. Nel 2021, ero a Sanremo con Lo Stato sociale, c’era la questione dei fiori: li davano solo alle donne, alcuni si arrabbiavano. Mi chiedevo: se me li danno? Urlo e glieli tiro addosso indignata? O li prendo perché mi piacciono? Mi piacciono perché sono ancella del patriarcato?».Per Trilli ha fatto un provino?«No. Paolo pensava a me per il ruolo, ho sentito che c’era margine per far ridere. Trilli è la parte erotica, ma anche vitale, che smonta le pesantezze dei pensieri. Sulla seduzione mi sono dovuta impegnare. Sono più cazzarona che panterona».In cosa il pubblico si identifica?«Nel film ci sono stereotipi funzionali alla commedia: le donne preoccupate di cosa mettersi, gli uomini distratti che non ricordano come sei vestita. Al primo appuntamento vuoi impressionare, c’è il massimo stacco tra ciò che mostri e ciò che senti. Fa ridere la sincerità di quei pensieri».Quali emozioni occupano la sua mente?«In generale prevale la parte razionale, a volte mi crogiolo in nostalgie. Nelle cose importanti scelgo di pancia».Sul set c’era il fantasma del fenomeno “Perfetti sconosciuti”?«Non è stato nominato. Entrambi i film affrontano la differenza tra ciò che mostriamo e pensiamo. Ma quel film ti lasciava un magone, questo è indulgente: buttatevi, innamoratevi».“C’è ancora domani”.«Emozioni enormi. L’opera prima di una delle persone più vicine a me».Il successo consegna anche il gusto di criticarlo.«Fino a un certo punto lodi, entusiasmo. Quando diventa “troppo”, lo sport è criticarlo. Ma a Paola Cortellesi la leggerezza non manca. Siamo amiche da dieci anni. Simpatia a prima vista».La spaventano i social?«La sensazione è che ti amino alla follia e poi, alla prima cosa storta, ti odino. Ci sto poco, non voglio che il mio privato diventi fraintendibile».Per cosa ride, s’innamora?«Rido con il nonsense, l’imprevisto, i bambini quando insegnavo alla materna. Mi innamoro ditalento e umorismo».Cosa la fa arrabbiare?«Quando scambiano la mia morbidezza caratteriale per stupidità e capisco che si sono approfittati di un’accoglienza».