la Repubblica, 25 febbraio 2025
Lo scrittore Thomaas Brussig spiega il voto nell’ex DDR
BERLINO – Thomas Brussig è nato a Berlino Est e ha scritto alcuni dei romanzi più divertenti e intelligenti sulla caduta del Muro. Al momento vive a Roma, ospite dell’Accademia di Villa Massimo. E in quest’intervista telefonica l’autore di Eroi come noi e In fondo al viale del sole regala a Repubblica la sua diagnosi delle elezioni più disastrose da decenni. Soprattutto, sull’aspetto che più colpisce: l’onda “blu” dell’Afd che ha investito la vecchia Germania est, dove Brussig è cresciuto.Brussig, perché l’estrema destra è così forte, soprattutto nei land orientali? E secondo lei il tifo sfegatato di Elon Musk e dei trumpiani hanno mosso qualcosa?«Abbiamo visto cos’è successo con lo scandalo di Maximilian Krah (capolista di Afd dimessosi dal consiglio del partito dopo aver difeso una parte delle SS in un’intervista a Repubblica, ndr) dell’estate scorsa, prima delle Europee: l’Afd cresce e si diffonde come un cancro, a prescindere dalle notizie. Quel voto è nutrito da una rabbia a cui nessuno è stato capace di rispondere politicamente. Perché chi sceglie l’Afd si rende impermeabile rispetto ad argomenti politici o alle notizie del momento. È piuttosto un fenomeno culturale. E sono convinto che non andrà via tanto presto. Ma è importante che l’Afd venga tenuta fuori dai processi politici. Che il cordone sanitario regga. A livello comunale non c’è già più da tempo e non so cosa succederà in futuro. Comunque adesso saranno lì al Bundestag a dar fastidio, come le puzzole».Le puzzole?«Sì. E finché non si comporteranno in maniera più civilizzata bisognerà cercare di escluderli da tutto. Certo, l’Afd sarà il maggiore partito d’opposizione, credo che sarà difficile non dargli una vicepresidenza del Bundestag.D’altra parte penso che Trump e Vance e Musk abbiano messo in moto una dinamica enorme e ancora largamente incompresa».Quando ha preso le redini della Cdu, Friedrich Merz ha promesso di “dimezzare” l’Afd. Nel frattempo ha raddoppiato i voti. E a est è il primo partito.«L’Afd è un partito del risentimento, dell’odio esplicito per la politica, del disprezzo verso le élite. L’Afd parla sempre del “cartello dei partiti”, e molti reagiscono positivamente a questi sentimenti perché li riconoscono.Sono elettori che non vedono l’ora che si faccia la guerra culturale contro il cliché di una presunta classe urbana cosmopolita che si occupa solo di minoranze e parla l’inglese. A est quella guerra viene interpretata positivamente soprattutto da coloro che si sentono umiliati dalla mentalità liquidatoria, dalla mancanza di rispetto con cui è avvenuta quella che nel loro vissuto è stata un’annessione, ossia la Riunificazione. E allo stesso tempo hanno l’impressione che i profughi vengano trattati con i guanti di seta. D’altra parte la Cdu ha capito, finalmente, che è ingiustificabile che da Anis Amri (l’attentatore del mercatino di Natale di Berlino del 2016, ndr )in poi ci siano delle persone che commettono dei gesti orribili, scioccanti, crimini d’odio contro persone a caso. Sono migranti musulmani che non si sono integrati. E allora è chiaro che se l’integrazione non funziona, quelle persone devono andare via. Io non voterei mai l’Afd, ma quegli errori sono incomprensibili per chiunque abbia un grammo di cervello. Perciò trovo sbagliato che Merz dica che bisogna chiudere le frontiere. No: bisogna occuparsi di quelli che non si integrano. Insomma, io ho una certa età e la fedina penale pulita. E quando leggo di persone che sono arrivate qui da cinque anni e hanno già quindici condanne penali non capisco come sia possibile e perché sia così difficile mandarli via. Ci vorrebbe un po’ più di intelligenza per risolvere questi problemi».E come spiega il successo della Linke e il crollo della Spd?«Vorrei ricordare che per anni, durante l’era Merkel, la Spd, i Verdi e la Linke avrebbero avuto la maggioranza in parlamento. E solo perché non sono riusciti a mettersi d’accordo abbiamo avuto sedici anni consecutivi di Merkel. Si dice sempre che le società diventano sempre più di destra e i governi sempre più di sinistra. Quindi trovo che sia un bene che Merz si ponga da subito a destra. Così è tutto più chiaro. E comunque ancora oggi Spd, Verdi e Linke arrivano al 40%. Negli anni Settanta era ancora diverso. Una volta era tutta Spd. Ma ora hanno perso il treno. E anche la maggioranza in Parlamento».