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 2025  febbraio 24 Lunedì calendario

Weidel, Tajani: “Inconciliabile con noi”. Salvini la loda, Meloni manda avanti i suoi per sdoganarla.

La vittoria dell’Afd divide la maggioranza. Per il leader azzurro l’ultradestra tedesca “non ha idee positive verso l’Italia”. Schlein: “Destre forti ma non imbattibili”.
Maggioranza divisa sull’exploit dell’ultradestra in Germania. A partire dai due vicepremier che hanno un’opinione opposta sull’esito delle elezioni tedesche. Antonio Tajani, Forza Italia, ancora oggi plaude all’argine anti-populista della Cdu-Csu di Merz e non considera l’arrembante Afd un interlocutore. “Lo dico come segretario di FI e vicepresidente del Ppe, – ribadisce il leader degli azzurri – perché ha una visione completamente diversa dalla nostra, non è una forza politica che ha idee positive nei confronti dell’Italia, dicono che l’Italia deve uscire dall’euro, anche sul debito pubblico, un pò da maestrini e non sono d’accordo”. Netta la sua linea: “Posizioni inconciliabili con le mie”.
Matteo Salvini già a caldo s’era invece dimostrato entusiasta per il raddoppio dei voti di Alice Weidel. “Il cambiamento vince anche in Germania! AfD raddoppia i voti, nonostante attacchi e menzogne della sinistra: stop a immigrazione clandestina e fanatismo islamico, basta con le eco-follie, priorità a pace e lavoro, Europa da cambiare radicalmente. Brava Alice Weidel, avanti così!”, aveva postato il leghista dopo le prime proiezioni.
Pesa invece il silenzio della premier Giorgia Meloni che a differenza di altri capi di governo – da Donald Trump a Viktor Orban da Pedro Sanchez a Keir Starmer – non ha neanche speso le consuete frasi di rito nei confronti del cancelliere in pectore. In quanto al giudizio sull’ultradestra, la premier italiana ha mandato avanti suoi esponenti di peso come il viceministro Edmondo Cirielli e l’europarlamentare di FdI e co-presidente del gruppo dei Conservatori Nicola Procaccini. Obiettivo: sdoganare l’Afd.
“Giusto che ora entri nel governo”, dice il primo. Anche se, ammette il secondo: “Il patto più coeso sarebbe tra Weidel e Merz, ma è difficile”. Procaccini oltre a non mollare la Lega (e a non regalargli relazioni privilegiate) – “Non ha mai preso posizioni estreme come quelle dell’Afd” – rimarca i punti di distanza e di contatto di Fratelli d’Italia: “Noi abbiamo molti punti di lontananza da Afd, ma sui due temi più sentiti in Germania oggi, la revisione delle politiche del Green Deal e l’immigrazione, oltre che la sicurezza, non c’è dubbio che i due partiti abbiano molto in comune”.
Più di prammatica l’intervento di Ignazio La Russa che comunque non riesce a celare una certa soddisfazione per il voto tedesco. “La sconfitta dei socialdemocratici è nel trend europeo. Poi per il resto siamo osservatori. Non è giusto dare giudizi, soprattutto da parte mia, troppo in profondità. Prendo atto del risultato elettorale e sono rispettoso come sempre, ma questa volta sono anche abbastanza contento del volere popolare”, dichiara il presidente del Senato.
Sullo sfondo, la collocazione europea di Afd che attualmente fa parte del gruppo Europa delle nazioni sovrane. Un’ipotesi potrebbe essere la confluenza nel gruppo dei Patrioti di Salvini, Orban e Le Pen, ma servirebbe l’unanimità dei suoi membri.
Mentre dal fronte delle opposizioni arriva anche il commento di Elly Schlein che parla di “dati interessanti: innanzitutto l’affluenza, che è la più alta dal 1990, e poi una richiesta di cambiamento con la sconfitta del governo uscente, il risultato molto alto di Afd e il raddoppio dei voti della Linke”. Per la segretaria dem “le destre sono forti, anche con la spinta di Musk e Trump, ma non sono imbattibili, e non le batteremo rincorrendole sul loro terreno, ma se saremo in grado di trascinarle dove dimostrano di non ottenere risultati, come in Italia, sul terreno economico e sociale”.