la Repubblica, 24 febbraio 2025
"Tutte le follie di Kanye West: ecco perché saltò il suo concerto a Campovolo”
Il direttore di Vivo Concerti Clemente Zard racconta in un podcast le richieste dell’ultim’ora del rapper americano sempre al centro delle polemiche.
Un anno e mezzo fa passò agli archivi come il concerto cancellato prima ancora di essere annunciato. Oggi gli organizzatori raccontano i retroscena dietro il mancato concerto di Kanye West a Campovolo nell’ottobre 2023, e un incontro surreale in cui il rapper americano chiese la costruzione alla Rcf Arena di Reggio Emilia di «un Duomo» dedicato a se stesso e la cittadinanza italiana, il tutto in trenta giorni.
«Fu un master di follia e imprevedibilità», descrive oggi al podcast rap One Take l’incontro con Kanye West Clemente Zard, direttore di quello che sarebbe stato l’organizzatore italiano dello show, Vivo Concerti. «Quando l’ho incontrato, pretese di costruire a Campovolo un dome, una cupola, che sarebbe dovuto essere come il suo tempio col merchandising, le sue canzoni, il suo brand». Di richieste bizzarre i promoter dei grandi artisti se ne sono sentite recapitare di ogni tipo, nella storia della musica, non poteva fare eccezione Ye, come si fa chiamare il rapper in questi giorni nuovamente al centro dello scandalo per una serie di tweet più che controversi in cui si dichiarava nazista e le magliette con la svastica in vendita su suo sito.
Nel 2023 Kanye West venne in Italia, andò a San Siro per una partita e negli stessi giorni si provò a organizzare in tutta fretta un concerto-evento a Campovolo da annunciare una settimana per l’altra. Tra proteste e problemi di ordine pubblico nel mettere in moto la macchina della sicurezza in così breve tempo, lo show prima venne rinviato di un paio di settimane, poi si rinunciò a farlo. Ora escono i dettagli, e spicca la Cupola Ye che avrebbe voluto fosse costruito accanto al palco.
«In nessun paese del mondo è possibile avere i permessi per costruire in trenta giorni una struttura definitiva – racconta Zard -. Quando glielo abbiamo detto lui ha risposto “stai rovinando la mia salute mentale, stai dicendo no a Ye”, incazzandosi e improvvisando una strofa rap del tipo “non devi farmi questo” prima di andarsene». Non finisce lì, perché, continua il promoter, un’ora e mezzo dopo il rapper è tornato con un’altra richiesta: la cittadinanza italiana.
«Si poteva anche fare, avendo sua moglie il doppio passaporto», spiega Zard. Però i rinvii del concerto avevano fatto sì che il visto di West fosse ormai scaduto, e per avviare le procedure per la cittadinanza sarebbe dovuto andare negli Usa per farne uno nuovo. «Sono le leggi internazionali, ma non gli andava di tornare, e s’è innervosito di nuovo», e così il concerto non s’è fatto. Nonostante questo, Zard ricorda quello con Ye come «un incontro fantastico, la giornata più surreale della mia vita: da lì capisci la genialità, lo ascolto da quando era ragazzino, e lo reputo il più grande rapper di tutti i tempi».