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 2025  febbraio 24 Lunedì calendario

Bonaccini, Pd: “Il voto tedesco per l’Ue e per i democratici è stata una sveglia. Non dividiamoci”

Intervista all’eurodeputato ex governatore emiliano: “La lezione per il Pd? Senza crescita aumentano le disuguaglianze. Un monito per quelli che ancora parlano di decrescita felice”
Stefano Bonaccini, presidente del Pd, un tedesco su cinque ha votato per l’Afd.
«È una sveglia per l’Europa. Ma sbaglieremmo a pensare che siano tutti neonazisti quelli che l’hanno votata. L’ exploit è figlio anche del disorientamento sociale e della recessione che hanno investito la Germania».
Nella crisi l’elettore va a destra?
«Tende a votare chi gli parla alla pancia e agita la rabbia. Le avvisaglie del resto si erano già avute in Sassonia e in Turingia».
L’Spd è al minimo storico.
«Scholz non ha avuto difficoltà nell’ammettere che si tratta di una sconfitta pesante e bruciante: sono andati male anche Verdi e liberali, che componevano il governo uscente. Una bocciatura su tutta la linea».
Qual è la lezione per il Pd?
«Senza crescita aumentano le disuguaglianze. Un monito per quelli che ancora parlano di decrescita felice. E la Spagna a guida socialista ci dice che è possibile coniugare crescita e diritti».
I giovani hanno spinto la Linke.
«È un segnale di speranza. Anche in Italia i giovani non votano in maggioranza a destra, ma noi dobbiamo fare in modo di recuperare anche quelli della fascia tra i 35 e i 60 anni, chi lavora e produce, che invece non ci scelgono a sufficienza».
Basterà un governo Cdu-Spd?
«Forse converrà allargarlo ai Verdi, visti i numeri. Ma quel che conta è l’ancoraggio all’Europa. Non c’è alternativa a un governo europeista, ancorato a valori di libertà, democrazia e giustizia sociale».
Noi che fine faremo? Prodi sostiene che tra Trump e l’Europa Meloni opterà per il primo.
«È un rischio che vedo anch’io. È completamente sdraiata. Peccato, perché avevo apprezzato il suo posizionamento in politica estera».
Pensa così di evitarci i dazi?
«È un’illusione pensare che ce la caviamo se non toccano anche a noi».
Se tocca all’Europa ci andiamo di mezzo anche noi?
«Inevitabilmente. I sovranisti ci stanno mettendo al guinzaglio di un padrone che non ha altra logica e altro interesse che non sia il proprio».
Meloni tiene il piede in due scarpe.
«Bisogna che si decida con chi stare: con l’Ucraina o contro? Assoggettata a Trump e Musk che tifa per chi in Germania vuole uscire dalla Ue o dentro una solida alleanza europea».
L’Europa non è troppo balbettante?
«Sì, infatti come indica Draghi, servono almeno 700 miliardi per riattivare crescita ed investimenti».
Che rischi corriamo?
«La crescita in Italia è già molto bassa, rischia di arrestarsi ancora di più se si pensa di affrontare da soli la guerra commerciale che si sta per scatenare».
Anche il centrosinistra non se la passa bene, dopo lo smarcamento di Conte.
«Ma io penso che tutti quelli che non vogliono lasciare l’Italia a questa destra sovranista devono stare uniti. Nessuno può vincere da solo».
Non c’è alternativa al campo largo?
«La capacità del centrodestra di stare unito è una di quelle cose che invidio ai nostri avversari. Perciò l’ultima cosa che serve è aprire ora conflitti nel Pd e nel centrosinistra».
Conte che sta con Trump non è un problema?
«Se Conte scegliesse di sostenere Trump e Musk che vogliono indebolire l’Europa sarebbe un problema, ma io penso ci siano molte più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono. Di fronte al rischio di svolte autoritarie possiamo permetterci di bisticciare tra noi?».