Corriere della Sera, 24 febbraio 2025
L’ex pugile Gerald McClellan rimasto cieco dopo il suo ultimo incontro: «Gli errori dell’arbitro, il coma. Per 100mila sterline ha perso tutto».
Ritenuto fra i pugili più distruttivi di sempre da Mike Tyson, l’americano oggi ha 57 anni e da 30 non vede più. Colpa del suo ultimo incontro con Nigel Benn, uno dei match più cruenti di sempre. Gerald McClellan per la boxe ha perso tutto. Oggi ha 57 anni, è cieco, deve fare i conti con pesanti danni cerebrali e cammina con l’aiuto di un bastone e l’assistenza perenne della sorella Lisa. Lui, il pugile «più distruttivo» secondo Mike Tyson. Tutta colpa di un incontro violentissimo, fra i più cruenti di sempre, quello cioè del 25 febbraio 1995 contro Nigel Benn per il titolo di campione dei pesi supermedi. Un faccia a faccia visto da circa 17 milioni di persone in televisione e da oltre 10mila spettatori paganti alla ormai demolita London Arena di Millwall. Da lì è cambiato tutto.
Il match selvaggio, la corsa in ospedale e il coma
Si trattò, infatti, di un match selvaggio, con i due pugili che non si sono risparmiati niente. Benn andò al tappeto al primo e al decimo round, rialzandosi in entrambe le occasioni e rifilando diversi pugni alla nuca al suo avversario (un colpo irregolare, senza però che l’arbitro intervenisse per sanzionarlo). Alla decima ripresa McClellan riceve un forte colpo all’occhio e crolla, rimettendosi in piedi ma inginocchiandosi ancora una volta qualche secondo dopo. Incontro finito, vittoria a Benn. Prima di tornare negli spogliatoi, tuttavia, collassano entrambi. McClellan perde conoscenza già al suo angolo, venendo così caricato sulla barella e portato in ospedale, dove viene operato d’urgenza al cervello per rimuovere un corposo coagulo di sangue. Quindi un coma lungo 11 giorni e un risveglio drammatico, che avrebbe segnato un prima e un dopo.
La rabbia della sorella: «Tante le domande senza risposta»
A 30 anni da allora McClellan ha recuperato una certa capacità di camminare con l’aiuto di un bastone, ma non la vista. Oltre ad essere cieco, anche la sua memoria a breve termine è stata profondamente colpita. Le sue giornate le passa a casa, su una sedia reclinabile: «L’ultima l’abbiamo presa solo il mese scorso – ha raccontato la sorella Lisa al Daily Mail —. Dobbiamo trovarne una nuova ogni due mesi. Mio fratello, infatti, può diventare aggressivo e le sedie hanno vita breve». Tanta la rabbia di Lisa, sia per il conteggio lento e generoso di cui Benn ha goduto una volta andato k.o al primo round da parte di un arbitro francese che non parlava inglese sia per il continuo battito di ciglia del fratello, un segnale del malessere di cui però nessuno si è accorto, neanche il suo angolo, che avrebbe potuto gettare l’asciugamano in segno di resa e intervenire prima che fosse troppo tardi.
L’incontro con Benn: «Scoppiò a piangere in corridoio»
«Non dimenticherò mai le due chiamate del suo staff dopo l’incontro – ricorda sempre Lisa al Daily Mail – nella prima ci informavano che Gerald sarebbe stato trasportato in ospedale per essere tenuto sotto osservazione, nella seconda che lo avrebbero dovuto operare al cervello e che avremmo avuto 5 minuti di tempo per dare il consenso, altrimenti sarebbe morto». Per quell’incontro McClellan guadagnò poco più di 100mila sterline, quello è stato il prezzo per la sua vita: «Non c’è tristezza in lui – ripete Lisa —. Ma ci sono un sacco di domande senza risposta, e non ha intenzione di smettere di porsele». Intanto la vita di tutti i giorni è diventata una lotta, visto che al mese arrivano circa mille dollari di sussidi con i farmaci che però ne costano 2200. E con Benn si sono mai più rivisiti? «Nel 2007, a Londra, per una raccolta fondi. Benn si è accovacciato accanto alla sedia a rotelle, ha stretto la mano a mio fratello, si è allontanato ed è scoppiato a piangere in corridoio».