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 2025  febbraio 16 Domenica calendario

Da San Valentino a Sanremo


Quest’anno San Valentino e Sanremo si dividono la festa. Perché tra il patrono dell’amore che si celebra oggi e quello della canzone che chiude i battenti domani, è tutta una strage di cuori. Infranti, trafitti, traditi, strappati, spezzati, beati. In realtà la sinergia tra i due santi è quanto di più italiano si possa immaginare. Intanto perché il protettore degli innamorati era uno di noi. Nato a Terni nel 176, diventò vescovo della città umbra. E Papa Gelasio tre secoli dopo ne fece il simbolo dell’amore senza se e senza ma, senza eccezioni e senza condizioni. Non a caso Valentino passa alla storia per aver aiutato un pagano e una cristiana a coronare la loro love story osteggiata dalle famiglie. Come dire che quando si ama veramente nulla è impossibile. Per questo a dispetto della sua origine locale diventa in breve un’icona globale.
Il primo a farne il simbolo dell’amor che “nullo amato amar perdona”, è uno dei padri della letteratura europea, l’inglese Geoffrey Chaucer, autore dei Racconti di Canterbury, che rende il Santo l’emblema dell’unione tra Riccardo II d’Inghilterra e la principessa Anna di Boemia. Siamo nel 1382 e Valentino è già sinonimo di coppia felice. Ma a consacrare la sua fama universale è Shakespeare nell’Amleto dove la bella e infelice Ofelia follemente invaghita del principe danese canta “Domani è San Valentino, busserò alla tua finestra e diventerò la tua Valentina”. E ancora oggi nel mondo anglosassone si chiamano valentini sia i fidanzati, sia i biglietti amorosi. Insomma, un nome che significa passione, sempre e comunque. Come nella celebre My Funny Valentine, la canzone di Frank Sinatra che dice “per chi ama, ogni giorno è San Valentino”. Da qui a San Remo, anzi Sanremo, il passo è breve. Perché il Santo che dà il nome al Festival è diventato a tutti gli effetti il cardiografo del batticuore all’italiana.