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 2025  febbraio 24 Lunedì calendario

Milei, gli inganni su conti e criptovalute


Non è la prima volta che Javier Milei inciampa promuovendo investimenti in criptovalute. Nel dicembre 2021, quando era già deputato, aveva invitato i seguaci della sua pagina Instagram a affidarsi a CoinX: “Ho avuto il piacere di visitare gli uffici di CoinX World e il suo team. Stanno rivoluzionando il modo di investire per aiutare gli argentini a sfuggire all’inflazione”. Dopo poco più di un anno CoinX si rivelò un classico schema piramidale: i promotori arrestati e chi gli aveva dato fiducia si ritrovò con un pugno di mosche. Ancora nel febbraio 2022 il futuro presidente dell’Argentina aveva promosso su X la criptovaluta Vulcano, che però dopo un rialzo vertiginoso nel giro di poco tempo perse interamente di valore, lasciando di nuovo azzerato chi gli aveva dato credito.
Si arriva così al 14 febbraio quando Milei con un post su X ha annunciato la criptovaluta $LIBRA come strumento per stimolare la crescita argentina e finanziarie piccole imprese e start-up. Anche questa volta il risultato è stato un fallimento: dopo il balzo iniziale col quale la criptovaluta è salita a 5,2 dollari, sono cominciate le prese di profitto, la fuga dei promotori e il suo valore è sceso rapidamente vicino a zero. E così decine di migliaia di seguaci del presidente hanno perso, si calcola, oltre 200 milioni di dollari.
Forse Milei ha pensato che, come i fallimenti precedenti non avevano interrotto la sua carriera politica, anche questo scivolone non avrebbe prodotto grossi danni. Non è andata così. La stampa, anche di area conservatrice come Clarin e La Nacion, sta puntando forte sullo scandalo con inchieste che hanno svelato legami tra Hayden Mark Davis, uno dei promotori di $LIBRA, e Karina Milei, capo della segreteria e sorella del presidente. In una delle chat pubblicate, Davis, che aveva libero accesso alla Casa Rosada, si vantava di poter controllare il presidente grazie ai soldi che aveva erogato alla sorella. Quasi un centinaio di denunce penali sono state mosse contro Milei dai truffati che hanno dato credito al suo annuncio. L’opposizione ha presentato il 21 febbraio una richiesta di impeachment, ma difficilmente avrà successo, perché dovrà ottenere il voto favorevole dei due terzi della Camera e del Senato. Il recente voto con cui il Senato ha sospeso le elezioni primarie di febbraio, come richiesto dal partito di Milei, dimostra che il consenso politico del presidente è ancora solido. Lo scopo nemmeno tanto velato è arrivare indenne, senza scossoni, alle elezioni di metà mandato di ottobre e consolidare in termini di peso politico il consenso popolare che si mantiene su livelli elevati, soprattutto tra la classe media che apprezza i risultati sull’inflazione e il riequilibrio dei conti pubblici.
In effetti, anche gli ultimi dati di gennaio confermano che l’inflazione si mantiene su livelli vicini al 2% mensile, elevata per qualsiasi economia avanzata, ma non per quella argentina che poco più di un anno fa era al 25% mensile. Nell’ultimo trimestre è tornata anche la crescita economica e per il 2025 si stima che possa superare il 5%. Col calo dell’inflazione è diminuita la povertà e sono tornati a salire i salari reali. L’Argentina è nel complesso più povera, con meno Pil e investimenti rispetto a quando è arrivato Milei, ma negli ultimi due trimestri il calo si è arrestato, questo perché alla iniziale fase di compressione della domanda ne è seguita un’altra in cui il controllo del tasso di cambio e della dinamica dei prezzi all’importazione ha permesso di espandere il credito, soprattutto in valuta estera, ravvivare i consumi, ma non far riaccelerare l’inflazione. Questo mese si è deciso poi di ridurre ancora la svalutazione programmata del peso nei confronti del dollaro ed è probabile che l’inflazione si riduca ancora.
Questa nuova fase però ha peggiorato sensibilmente la competitività estera argentina che è tornata a livelli peggiori rispetto a quelli precedenti la mega svalutazione del dicembre 2023: i beni e servizi esteri sono adesso molto più convenienti e con ridotti vincoli all’importazione gli argentini hanno ripreso ad acquistare beni all’estero e a fare vacanze in Cile e Brasile, dove la vita è diventata molto più economica. La bilancia dei pagamenti sta così tornando in deficit, vanificando gli sforzi fatti con la compressione della domanda. La cura Milei sembra aver risolto il problema dell’inflazione, ma non ha toccato i problemi strutturali da cui deriva: riserve valutarie esaurite e scarsa competitività estera. Questo perché ha preferito utilizzare i dollari affluiti col rimpatrio dei capitali e il surplus estero per controllare il cambio e quindi l’inflazione, piuttosto che ricostituire una base valutaria più ampia: una decisione che gli è valsa la critica anche di un economista come Domingo Cavallo, il ministro delle finanze di Menem, che aveva appoggiato Milei durante la campagna del 2023. Adesso la sopravvivenza della sua politica economica passa per l’ottenimento di nuovi fondi dall’estero: coi conti esteri tornati in deficit e riserve a zero, l’unico modo di pagare i debiti è rinnovarli, a partire da quelli col Fondo Monetario, con cui i contatti vanno avanti da mesi. Il Fmi chiede di liberalizzare i movimenti di capitali e il cambio, ma questo vorrebbe dire una nuova svalutazione e una nuova fiammata inflattiva, che Milei vuole evitare prima delle elezioni: si dice disposto a ridurre i controlli sui capitali, ma progressivamente e dopo aver ottenuto fondi.
Quest’anno sono in scadenza bond in valuta estera per circa 21 miliardi di dollari e le riserve sono soltanto 28,5 miliardi, più della metà inutilizzabili perché parte di uno swap valutario con la Banca centrale cinese. Per ottenere nuovi finanziamenti la fiducia è essenziale: va quindi valutato se quest’ultimo scandalo potrà infliggere un danno reputazionale a Milei. Il viaggio negli Usa, con l’apparizione al fianco di Musk con la motosega d’ordinanza e l’affermata vicinanza a Trump, rientra nell’attività di pubbliche relazioni col mondo finanziario. Un mondo a cui però non basta un post su X per farsi convincere a versare nuovi capitali nell’Argentina.