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 2025  febbraio 22 Sabato calendario

La nobel dimenticata rilanciata da tiktok

SU TIKTOK per lei i superlativi si sprecano. I giovani lettori parlano entusiasti dell’ambientazione storica, delle passioni violente, dell’umanità tangibile e persino dei vestiti, del cibo, degli arredi descritti nei libri dedicati alle avventure di Kristin, sensuale e testarda figlia del proprietario terriero Lavrans, promessa sposa a un latifondista, non riamato dall’indomita adolescente vichinga. Eppure, a inventare questo personaggio non è stata un’autrice di frivoli romance messi insieme con l’intelligenza artificiale, né di dozzinali fantasy ultima maniera, ma una scrittrice nata nel 1882 che, per le sue opere sconvolgenti e la sua prosa feroce e scarnificata, vinse il premio Nobel nel 1928, quasi un secolo fa.

medioevo scandinavo

Sigrid Undset è stata riscoperta di recente dalla folta tribù dei lettori delle saghe nordiche. La consigliano per i suoi tormenti amorosi, la scrittura frastagliata, le descrizioni introspettive, freudiane quasi. Ma la adorano anche schiere di acerbi seguaci di quel genere gotico che spopola nelle scuole. Infatti le vendite gratificano la giovane casa editrice Utopia, che ha fatto un forte investimento su questa autrice stranamente dimenticata, cominciando qualche anno fa a ripubblicarne tutti i libri, a partire da La saga di Vigdis, scritta nel 1909 e tornata nelle librerie italiane nel 2021, per la traduzione di Margherita Podestà Heir. È un’opera giovanile di Undset che narra la storia di Vigdis, innamorata del marinaio Ljot, che prima la violenta, poi si pente, dandole la forza di scardinare i pregiudizi di una società patriarcale.

Autrice cult di romanzi storici ambientati nel Medioevo scandinavo, in Norvegia Undset è da sempre considerata un pilastro della letteratura nazionale, come da noi Alessandro Manzoni. Il suo nome è leggenda, viene scritto persino sulle code dei Boeing; su uno dei tagli delle banconote c’ è il suo volto. Ma in Italia, come nel resto d’Europa, è rimasta pressoché sconosciuta fino a quando la Saga di Vigdis è stata riproposta ai lettori. «Ho deciso di pubblicarla perché leggevo avidamente la saga da ragazzino, in biblioteca, ma erano tanti anni che di questa autrice premio Nobel non si trovava più nulla» spiega Gerardo Masuccio, il fondatore di Utopia, la casa editrice che l’ha rilanciata. «Ho intuito che potesse dire molto anche ai contemporanei. La sua è una narrazione particolare: riprende la forma orale, con capitoli brevi, privi di fronzoli, descrizioni nude e crudissime delle usanze medioevali, senza cedimenti alla modernità».

Perfezionismo storico

Fresco di pubblicazione è il terzo e ultimo volume della trilogia Kristin Lavransdatter, opera monumentale, scritta nel 1920, in tutto oltre 1.500 pagine di lacrime e sangue, un progetto editoriale di lungo respiro. «L’unica traduzione disponibile era quella degli anni 30, edulcorata, con molte censure alla versione originale. Ci siamo accorti che un personaggio femminile così forte, volitivo, non convenzionale, parlava al nostro tempo. La cifra delle sue opere è la descrizione perfetta dell’epoca storica, senza anacronismi, con dietro un enorme lavoro di ricerca fatto senza gli strumenti di cui disponiamo oggi» continua Masuccio, che ha affidato la nuova traduzione ad Andrea Berardini.

Terza donna a ottenere il Nobel per la Letteratura – dopo la svedese Selma Lagerlöf (1909) e la nostra Grazia Deledda (‘26)– l’autodidatta Sigrid Undset è stata l’ultima norvegese a vincerlo prima di Jon Fosse, nel 2023. La sua fu una vita da romanzo. Veniva da una antica famiglia di proprietari terrieri danesi, gli Halvorsen, che nella prima metà del ‘700 si erano insediati in Norvegia, nella valle del fiume Atna, oggi nel parco nazionale di Rondane. Il nonno di Sigrid, un sottufficiale, muovendosi verso nord, si fermò in una workhouse che offriva lavori “socialmente utili” a persone povere. Un contesto duro, ingrato, nel quale l’orfana Sigrid crebbe frequentando una scuola di formazione professionale, affidata a quest’uomo duro, volubile, testardo, una figura molto lontana dall’intellettuale e rassicurante Ingvald, il padre morto quando lei aveva 11 anni. Sigrid si mantenne lavorando nell’ufficio di un rappresentante della Aeg, ma fin da ragazzina aveva deciso di diventare scrittrice. Nel 1902, ventenne, mandò il primo manoscritto sentimentale alle case editrici e venne rifiutata. Cinque anni dopo, la prima pubblicazione. Nel 1909 emigrò prima in Germania, poi in Italia. Si sposò con un pittore, ma fu un matrimonio infelice e breve. Visse a Roma durante l’ascesa di Benito Mussolini e si accorse del pericolo rappresentato dal nazifascismo. Prese posizione, scrisse articoli, denunciò pubblicamente i rischi che correva la democrazia europea, mettendosi in cattiva luce, tanto che, tornata in patria, quando la Norvegia venne invasa dai tedeschi, fu costretta a scappare in America, passando per la Russia e il Giappone, mentre uno dei suoi tre figli veniva ammazzato in battaglia. Lei, distrutta anche se ormai celebre, tornò a casa alla fine della guerra. E quando morì, nel 1949, era già un mito nel suo Paese.

La lezione dei grandi

«La differenza fondamentale tra Undset e, ad esempio, Lagerlöf, autrice di saghe vichinghe precedenti» spiega ancora Masuccio, «è che lei ha letto e fatto proprie le istanze esistenziali della letteratura ottocentesca.La sua scrittura è filtrata attraverso Tolstoj e Dostoevskij. Nel soggiorno italiano maturò una sensibilità diversa e una capacità di analisi interiore mancante alla letteratura nordica dell’epoca, che era molto più piatta dal punto di vista psicologico».

Drammi mitologici, figure archetipe, scontri generazionali, eroine che sembrano precorrere il femminismo contemporaneo, non è difficile capire perché Sigrid Undset abbia tanto successo oggi. «Non pensiate sia un mattone nonostante si parli di un premio Nobel» assicura un ragazzo occhialuto ostentando la sua copia davanti alle migliaia di follower che seguono la sua diretta su TikTok. «Vi giuro che è un romanzo affrontabilissimo e che vi innamorerete dei suoi personaggi, a partire dall’eroina, Kristin, così complessa, divisa fra una marea di istinti, passioni, emozioni contraddittorie».




 
 
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